BIDEN E TRUMP

Il candidato Donald Trump, per chi lo considera una disgrazia, è una disgrazia inevitabile. Infatti non è stato sostenuto dal suo Great Old Party, cioè dai repubblicani, nella campagna elettorale per la nomination del 2016, e tuttavia ha vinto lui; non lo è neanche quest’anno e pare più che probabile che vinca ancora lui. Trump va avanti con la sua forza, travolgendo gli ostacoli che gli frappongono amici e nemici. Dunque bisogna prenderlo sul serio.

È stato certamente un errore cercare di fermarlo con le accuse: se proprio devono attaccare un capo di governo o uno che si accinge ad divenirlo, i magistrati farebbero bene ad aspettare che sia trombato; o che abbia compiuto il suo termine di mandato. Perché in politica nessuno crede alla buona fede di nessuno. Le accuse (quand’anche fossero fondatissime) vengono immediatamente catalogate come strumentali dai sostenitori dell’accusato e tendenti a negare al popolo il suo diritto di avere un Presidente di sua scelta. Trump bisognava e bisogna – per chi è contro di lui – batterlo nelle urne.

Il caso più interessante rimane tuttavia quello di Joe Biden. Quest’uomo, se eletto, sarebbe il più vecchio Presidente degli Stati Uniti di sempre. E già questo sconsiglierebbe l’elezione. I motivi sono parecchi. Innanzi tutto, nella corrida elettorale, saremo costretti ad assistere allo spettacolo indecoroso di vedere la definizione di vecchio sopraffatta da quella di incapace, senile (come dicono gli americani intendendo rimbambito), smemorato, e perfino ridicolo. Qualcosa che andrebbe evitato per rispetto di tutti i vecchi e dello stesso Biden. Ma nelle campagne elettorali anything goes, tutto è permesso. E proprio tenendo conto di questo rispetto dovuto ai vecchi, Biden avrebbe dovuto rispettare sé stesso e non correre per la presidenza. Ma a quanto pare, a qualunque età la molla dell’ambizione è irresistibile.

Altro inconveniente. Ammettiamo che le accuse di senilità oggi rivolte a Biden siano infondate. Ma lo saranno ancora fra tre o quattro anni? E dovremo assistere allo spettacolo indecente di discutere se deporre o no il Presidente degli Stati Uniti, perché divenuto incapace di intendere e di volere? Non sarebbe meglio evitarlo?

L’età avanzata comporta anche il fatto che l’ora fatale è più vicina. È vero che la morte può presentarsi in qualunque momento, ma se si presenta all’età che avevano Lincoln o Kennedy, è un imprevisto, mentre per qualcuno che ha compiuto i novanta, tutti dicono: «Vorrei arrivarci anch’io». E l’America sarebbe contenta di avere il o la Vice Presidente, come Presidente? Una figura incolore che in fondo non è stata nemmeno eletta?

Anche per chi non ha nulla contro Joe Biden, troppe perplessità, per questa candidatura. Se una colpa politica egli può avere, è quella di essere un po’ troppo il frutto del sistema, del mondo politico di Washington. Ma d’altra parte è proprio questa la migliore garanzia di stabilità e di assenza di colpi di testa. Che è poi ciò che tutti temono di più, quando parlano di Trump, benché sia già stato alla Casa Bianca e non è crollato il mondo.

Fra i due personaggi la mia personale sfera di cristallo dice che dovrebbe vincere lui, Trump: innanzi tutto perché è più sgargiante, più impressionante. Se uno pensa a Trump se lo immagina in piena luce, magari intento a sparare oltraggiose sciocchezze applauditissime dal suo pubblico; mentre Biden se lo immagina malfermo, sotto una luce incerta, più imbarazzato che convincente. Per buttarla in pubblicità, lo slogan di Trump potrebbe essere Il nuovo che aspettavate; lo slogan di Biden potrebbe essere Affidabile come il divano di casa vostra. Vero ma non glamorous. Proprio non fa sognare.

Qualcuno chiederà: «Prevedendo la vittoria di Trump dobbiamo assicurarci sulla vita, dobbiamo chiedere quanto costa trasferirci in Nuova Zelanda?» Forse no. Quell’uomo è certo una forza della natura come gli ippopotami, le orche marine, gli squali: solo con qualche scrupolo in meno. Ma ciò significa che è meno pericoloso di quanto sembra. Oggi dice le cose più irragionevoli, il giorno dopo la sua elezione, avendo parlato con le teste pensanti del Pentagono, sarebbe capace di dire tutto il contrario. Magari che invierà a Kiev duecento aeroplani da caccia (anche se non di ultimo modello, da bravo uomo d’affari) per dare all’Ucraina quell’aviazione militare che non ha. Da Trump ci si deve aspettare di tutto.

Invece bisognerà comunque prendere in considerazione un progressivo disimpegno americano dall’Europa e dalla Nato. Trump o non Trump, ciò è fatale perché conviene agli Stati Uniti economicamente. Siamo vissuti quasi ottant’anni contando sulla difesa statunitense e nessuno può dire che sia troppo presto per ipotizzare che ci facciamo carico della nostra difesa. Se poi non siamo capaci di farlo, perché incolparne Trump? Il suo slogan è stato Make America great again, non Make the Western World great again.

BIDEN E TRUMPultima modifica: 2024-02-20T11:12:44+01:00da gianni.pardo
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