L’IMMONDIZIA SULLE MENINGI

Durante la Seconda Guerra Mondiale ero un bambino, non ancora all’età di leggere i giornali, e tuttavia l’andamento della guerra mi era perfettamente chiaro: da un primo periodo, in cui si ascoltavano proclami trionfali di fulminee avanzate e sonanti vittorie, si passò ad un periodo in cui, pur promettendoci grandi cose per il giorno dopo, la radio ci diceva che oggi, purtroppo… Verso la fine del 1942 i meridionali disincantati cominciarono a sorridere amaramente delle promesse di vittoria: in quel lontano Sud alla gente del popolo fu subito chiaro  ciò che fu scritto e dimostrato in ponderosi libri di storia decenni dopo: la guerra era perduta. Infine, quando nel ’43 gli inglesi e gli americani sbarcarono in Sicilia, il conflitto fu visto come un’assurda e sanguinosa perdita di tempo. Cosa che in realtà fu. A volte il punto di vista “superficiale” azzecca la verità meglio di chi studia le cose accuratamente.

 

L’esperienza viene in mente a proposito di una guerra molto meno epica: quella dell’immondizia di Napoli. L’impressione generale è che la Campania e l’Italia siano stanchissime di quel problema e vorrebbero vederlo risolto; ma nel frattempo la Campania e l’Italia sono risolutamente contro chiunque voglia fare qualcosa per risolverlo. Per questo tutti i mezzi sono buoni: le preoccupazioni sanitarie ed ecologiche, i cavilli legali, le sottigliezze costituzionali, i moniti dell’Unione Europea, forse perfino l’oroscopo negativo. La posizione di Berlusconi è semplice: se risolve il problema sarà accusato di avere violato alcune regole sacre, tanto da meritare la galera; mentre se non lo risolve sarà colpevole del colera di Napoli, del disonore dell’Italia, e il minimo che potrebbe fare sarebbe dimettersi.

 

Dinanzi a situazioni del genere viene in mente la posizione del filosofo stoico. Dal momento che i mali del mondo sono senza rimedio, il saggio non può che ritirarsi nella solitudine casalinga, cercando di dimenticare il resto. Si dice male dell’ambizione e invece, senza questa molla potente, quale sciocco andrebbe a cacciarsi nella posizione di Presidente del Consiglio? La cosa che suggerisce il buon senso, e la più semplice, è rimanere alla finestra – se possibile una finestra non di Napoli – e guardare con ironia questa tragedia auto-inflitta; questo self-inflicted disaster, come dicono gli inglesi.

 

Gli italiani abbiamo questa caratteristica: individualmente siamo dei furbacchioni quando non dei mascalzoni, ma collettivamente siamo moralisti, legalisti, martiri dell’integrità. Fiat iustitia et pereat mundus, caschi il mondo ma guai a chi tocca, se pure di fronte ad una calamità naturale, il “giudice naturale”, il regolamento comunale, l’opinione dei grandi giornali, la volontà del “poppolo”. Tanto che Berlusconi forse dovrebbe dire: va bene, dopo tutto l’immondizia di Napoli è un problema locale. Di competenza di Bassolino, di Rosa Russo Iervolino e dei magistrati di Napoli: e se loro non sono stati capaci di risolverlo, perché dovrei risolverlo io? E poi, sapete, non vorrei violare qualche legge. Per tanti come Di Pietro e Travaglio sono già un pregiudicato: e lo sono pur essendo stato sempre assolto. Figuratevi se mi condannassero per divieto di sosta!

 

Tutto questo per dire che la spazzatura di Napoli è benvenuta. Non per la puzza che fa,ovviamente, e neppure per i pericoli sanitari che comporta: ma perché mette finalmente in luce la nostra collettiva stupidità. Si vuole l’energia a basso costo ma non si vogliono le centrali nucleari. Si vogliono le centrali nucleari, ma quelle di quarta generazione, che ancora non esistono. Si vuole eliminare la spazzatura, ma lasciandola dov’è. Si vogliono i termovalorizzatori, purché però stiano fermi e non funzionino. Si vuole la sicurezza pubblica ma senza infastidire i clandestini che vivono di espedienti. Si vuole tutto e il contrario di tutto, reputando titolo di merito l’essere riusciti a lamentarsi di ogni cosa e del suo contrario. E trattenendo a stento l’impulso di chiedere al giudice penale di arrestare qualche dozzina di uomini politici.

 

L’immondizia di Napoli non ricopre le strade di quell’infelice ex-capitale: ricopre le meningi di molti italiani.

 

Gianni Pardo, www.pardo.ilcannocchiale.it

 

8 giugno 200

 

 

L’IMMONDIZIA SULLE MENINGIultima modifica: 2008-06-07T19:34:13+02:00da Giannipardo
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2 pensieri su “L’IMMONDIZIA SULLE MENINGI

  1. Caro sergio,
    spero di conservarla come lettore. Stavolta è stato d’accordo con me e ne sono lieto. Quando invece vorrà esprimere delle critiche, saranno anch’esse benvenute.

  2. Be’, Gianni… che dire se non forse rischiando di ripetere le cose giuste che hai già detto? Hai ragione, non ci sono altre parole, e anche se qualche politico locale leggesse queste tue parole (ma figuriamoci se loro s’interessano delle nostre opinioni) storcerebbero la bocca, accusandoci di fare troppa polemica. E’ vero, non c’è rimedio né alla sete di potere né alla stupidità umana: e la stupidità di certi politici (o meglio, furbizia becera) è quella più evidente. Un saluto.

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