UN ESERCITO DI POPOLO

Il mondo intero è scandalizzato all’idea che la Polonia e la Lettonia potrebbero impacchettare e riconsegnare a Kyiv tutti gli ucraini in età di portare le armi. Infatti costoro hanno abbandonato l’Ucraina allo scopo di non essere coinvolti nella guerra, e proprio ora il Paese ha bisogno di loro.

Lo scandalo non ha ragion d’essere. Come spesso avviene, ciò che oggi urta la sensibilità di molti in origine è stato accolto con grande apprezzamento. Fino al Settecento gli eserciti erano composti in massima parte di volontari, ed erano – per così dire – di proprietà dei sovrani. Era un progresso rispetto alle compagnie di ventura (esse pure imprese private militari) ma comunque rimanevano lontani dal popolo. Assicuravano la difesa del Paese, ma sempre a pagamento e in nome del sovrano che difendeva, per così dire, il suo feudo.

Fu con la Rivoluzione Francese che si perse il legame tra sovrano e difesa del Paese. La Francia non appartenne più al re ma ai francesi e, proprio per questo, stava ai francesi stessi difenderla. Non in nome del re, ma in nome proprio. E questa trasformazione si vide innanzi tutto a Valmy, il cui successo consacrò la nuova situazione.

Nel nuovo schema la Francia democratica ha il dovere di amministrare i francesi, rispettando i diritti dell’uomo e del cittadino, ma questi stessi francesi hanno il dovere di difendere la loro nazione. Da questo è nato l’obbligo del cittadino di trasformarsi in soldato ogni volta che la nazione lo richiede, magari prestando prima il servizio militare in tempo di pace. Per essere pronto a combattere in tempo di guerra. Schema che poi si è esteso alle altre democrazie.

Tutto ciò premesso, per molti decenni è stato chiaro che i cittadini non dovevano sentire il servizio di leva come un obbligo molesto, ma come un onore: l’onore di contribuire, se necessario con la propria vita, al dovere di difendere la propria nazione. Infatti il renitente alla leva è stato visto come un codardo e un profittatore, in quanto beneficiava della difesa offerta dagli altri cittadini.

Così arriviamo all’Ucraina. È comprensibile il desiderio dei giovani ucraini di non essere mandati al fronte, come per tutti è comprensibile il desiderio di non pagare le tasse. Ma nell’uno come nell’altro caso, chi si sottrae a questo dovere vuole approfittare dei tributi pagati dagli altri, in termini di denaro o di sangue. La domanda brutale che si potrebbe porre ai giovani ucraini fuggiti in Lettonia o in Polonia è: «Volete che l’Ucraina si arrenda e che voi torniate in patria per essere schiavi dei russi? E magari sopportare la loro leva militare? O è soltanto che volete che altri muoiano per voi, mentre voi ve ne state al sicuro?»

Insomma l’esercito di popolo è un portato della Rivoluzione Francese. E se tutti, orgogliosissimi, ci riempiamo la bocca con l’art.1 della Costituzione, secondo cui la sovranità appartiene al popolo, poi non dobbiamo dimenticare che avremo il dovere che un tempo aveva il sovrano: quello di difendere il Paese.

Aggiungo un’altra cosa. Possono essere oggetto di una particolare comprensione i russi che sono fuggiti dalla Russia, perché quella contro l’Ucraina è una guerra d’aggressione, sleale e ingiustificata. E tuttavia neanche loro possono essere assolti perché, comunque vada, ci sono altri giovani costretti ad andare a farsi ammazzare dagli ucraini. In quel caso la colpa, ancora una volta, ce l’ha il sovrano, cioè il popolo, che ha dato troppi poteri a Vladimir Putin. Dimenticando quale responsabilità si è assunto con quella scelta. Né è un caso unico. Gli italiani e i tedeschi hanno pagato carissima la scelta di Mussolini e Hitler e i gazawi stanno pagando a carissimo prezzo l’essersi affidati a dei terroristi senza scrupoli. Ed anche la colpa di non averli rovesciati con la forza quando hanno trasformato Gaza in una dittatura.

Il popolo oggi comanda. Con la democrazia ha perfino perduto il diritto di rimproverare a chi detiene il potere la responsabilità dei fallimenti nazionali. Perché molto spesso chi detiene il potere somiglia parecchio a chi quel potere gli conferisce. Come amava ripetere Montanelli, lo schema dei governanti democratici è: «Sono il loro capo e dunque li seguo». Così gli italiani ubriachi di retorica hanno applaudito la dichiarazione di guerra alla Francia sconfitta (1940), che ci disonorò in modo indimenticabile. I tedeschi hanno abbracciato con entusiasmo l’idea della superiorità ontologica del popolo tedesco. I turchi hanno preferito Erdogan ad Atatürk. Sono cose che sul momento suscitano esultanza, ma poi la storia le pesa diversamente e Dio sa quando l’Italia riuscirà a scrollarsi di dosso la nomea di voltagabbana.

UN ESERCITO DI POPOLOultima modifica: 2024-05-02T09:26:42+02:00da gianni.pardo
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5 pensieri su “UN ESERCITO DI POPOLO

  1. Gentile signor Pardo,
    nessuna cattedra, da sempre discutevo e discuterò con miei studenti, anche con lettori.
    Ho espresso un opinione ma ho sbagliato solo perché ho implicitamente detto che il suo ragionamento fosse anacronistico? Ma lo è…
    Poi, la sua difficoltà consiste anche nel fatto che lei non riesce a leggere bene ciò che ha scritto.
    Quindi, non ho fatto nessuna lezione, ormai è tardi per le lezioni mentre
    molti sono certi di tutto, solo volevo dire che l’Europa corre alle barbarie se
    manda i disertori al fronte. Sono un ex disertore e non mi vergogno. E lei,
    se vuole scrivere bene, si informi meglio sul tema diserzione anziché costruire “racconto” che non sta in piedi ed è molto parziale.

  2. Egregio signor Stanisic qui di vergognosa c’è l’incomprensione di un’argomentazione logica. Io non ho detto che bisogna fare guerre ecc. Infatti la guerra russa, del tutto aggressiva e ingiustificata, è un obbrobrio. I russi sono guerrafondai, non l’Ucraina, non io.
    Io ho detto che oggi esiste un esercito di popolo. Lei lo nega?
    Io ho detto che se c’è una guerra devono farla tutti, non i poveri, gli sfortunati o quelli che non possono sfuggire alla leva militare. Lei lo nega?
    Discuta sul tema, invece di emettere giudizi dall’alto di una cattedra, che del resto non vedo.

  3. Nella sua “analisi” signor Gianni Pardo si è fermato ai tempi lontani, come se da allora non fosse accaduto nessun progresso nella coscienza civile sull’argomento obiettori di coscienza, disertori… E’ perfettamente d’accordo che l’Occidente deve fare quella guerra fino all’ultimo ucraino. Considero l’articolo uno di numerosi basati sull’orientamento politico, sociale e “culturale” del tutto guerrafondaio. Perciò anche vergognoso.
    Bozidar Stanisic

  4. Volete che l’Ucraina si arrenda e che voi torniate in patria per essere schiavi dei russi?
    Però se uno risponde affermativamente, in teoria ha diritto di non combattere

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