SCHLEIN SI SBAGLIA

Elly Schlein sostiene – forse rispondendo indirettamente a Matteo Renzi e accogliendo il suo invito – che una convergenza di tutta la sinistra è possibile. E questo è certamente ragionevole, se si tratta di abolire una legge. Ma dove Schlein sbaglia è nel credere che opporsi ad una singola legge corrisponda a fare politica. Perché la politica è la tecnica – o se si vuole l’arte – di governare la polis, cioè lo Stato: e dunque si tratta di qualcosa di molto più grande e di molto più importante. Purtroppo è anche un’attività che raccoglie ben poca gratitudine, dato che in questo campo ogni possibile decisione farà degli scontenti. Dinanzi ad un problema la maggioranza può o non far nulla o fare una delle cento cose possibili. Nel primo caso saranno scontenti tutti coloro che credevano si dovesse far qualcosa, nel secondo saranno scontenti i 99 che la pensavano diversamente. E a questa situazione non c’è rimedio. Se già in famiglia si discute su dove andare in vacanza e qualcuno protesta, figurarsi in una democrazia in cui alcuni sono contro qualunque cosa per partito preso ed altri per semplice misoneismo. Questo è l’atteggiamento più miope e conservatore che si possa immaginare.

L’attività del governo non si limita ad una sola legge. In gioco c’è molto di più e il governo, se è serio, ha un piano generale. E la cosa può essere pericolosa. La maggioranza, soprattutto se è ideologica, può imboccare la strada giusta e può imboccare quella sbagliata. Si vedano i governi influenzati dai Cinque Stelle. In questi casi i guasti possono richiedere anni per essere riparati.

Se dunque l’opposizione vuole fare il bene del Paese – come è suo dovere – deve avere un programma migliore di quello del governo. Soltanto dopo potrà riunire intorno ad esso una coalizione. Purtroppo il dubbio che ciò sia possibile, per quanto riguarda la sinistra, è più che giustificato. Una delle poche cose che unificano quei partiti è la propensione (sbagliata) per la giustizia sociale intesa come un modo di mettere sullo stesso piano tutti, meritevoli e immeritevoli, veri lavoratori e sfruttatori dello Stato. La sinistra sogna che il fannullone abbia un reddito uguale all’imprenditore che non ha orario di lavoro ed ogni giorno rischia il suo. E non c’è modo di frenarla, su questa china, perché la sua mentalità economica fa tutt’uno con la morale.

Addirittura, la morale prevale tanto sull’economia quanto sulla politica. Lo si vede perfino nella Costituzione – largamente influenzata dalla sinistra – quando afferma assurdamente che il lavoratore deve ricevere una mercede non commisurata all’utilità che produce, ma a quanto è necessario perché la sua famiglia possa vivere dignitosamente. E invece il datore di lavoro, se deve rimetterci, o licenzia quel lavoratore o chiude l’impresa.

Tutti i partiti di sinistra sono ideologici e dunque sono gelosi perfino dei particolari della loro idea di salvazione. Questo comporta il rischio di voltafaccia, di tradimenti e di scissioni. Perché spesso quei partiti non tengono conto nemmeno di ciò che è utile per loro. E questo atteggiamento che trascura la realtà è religioso. Non è una battuta. Quando ciò che importa è in primo luogo un imperativo superiore, si tende a comportamenti irragionevoli. Perché i martiri cristiani preferivano morire che sacrificare all’imperatore? Perché avevano una regola che valeva più della loro stessa vita. Nello stesso modo i politici ideologici di sinistra, per favorire il proletariato, sono capaci di fare debiti senza limiti, fino a mettere in pericolo la stabilità economica dello Stato. E dicono allegramente: «Qualcuno un giorno pagherà». Che è la versione colta di «Pensa Dio». Ma mentre «Pensa Dio» può dirlo la Chiesa, perché ha stabilito il dogma della Divina Provvidenza, i marxisti immaginari più o meno sgargianti (come Ilaria Salis) o più o meno sbiaditi (come tanti nel Pd) non possono invocare nulla se non la propria incoscienza. Anzi, lo schifoso egoismo nei confronti di chi verrà dopo. Magari i nostri figli.

Un problema simile non affligge molto la destra, non perché essa sia tanto più intelligente, ma perché si può permettere di essere pragmatica. In materia di economia non ha una sua teoria ma solo un vago liberismo che non deve turbare molto lo statu quo. Si pensi ai tassisti e ai lidi balneari. Un governo come quello attuale tollera le sparate vagamente putiniane di Salvini e lo accontenta se chiede l’autonomia regionale differenziata anche se – chissà – la disapprova. Mentre Salvini vota come vuole il governo in materia di politica estera. Come si vede, nel centrodestra tutti sono disposti a tradire le loro convinzioni in nome della sopravvivenza del governo mentre a sinistra tutti preferiscono rompere che piegarsi. Infatti la zuffa interna è senza esclusione di colpi. Nessuno l’ha dimenticato: il governo più a sinistra che abbia avuto l’Italia, l’ultimo governo Prodi, non è durato nemmeno due anni. Che cosa è cambiato, da allora? Renzi è disposto a votare per l’abolizione del jobs act? Fratoianni e Conte sono disposti ad armare l’Ucraina?

Tutto questo spiega perché la sinistra non vince da molti anni le elezioni. E forse sarà ancora così a lungo, finché la sinistra non accetterà la fine delle utopie.

SCHLEIN SI SBAGLIAultima modifica: 2024-07-26T09:13:10+02:00da gianni.pardo
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Un pensiero su “SCHLEIN SI SBAGLIA

  1. In California i democratici sono arrivati addirittura ad abolire la matematica nelle scuole medie perché in quella materia neri e ispanici non vanno bene, salvo poi doverla reintrodurre a seguito delle proteste dei genitori, cinesi soprattutto a detta di Rampini.
    La perdita del contatto con la realtà delle sinistre degli ultimi anni sta diventano la vera emergenza democratica nel mondo occidentale.
    Ma probabilmente è tutto inutile: siamo nel passaggio epocale da Homo sapiens a Homo demens, processo molto più grande di tutti noi.

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