GIORGIA VA IN BAGNO

Giorgia Meloni merita di essere apprezzata, prima che, eventualmente, per le sue idee politiche o per la sua azione in quanto Presidente del Consiglio dei Ministri, esclusivamente in quanto essere umano. È una donna dall’equilibrio infrangibile e dal carattere adamantino.
La prima occasione per levarsi il cappello è stata tanto buffa quanto sintomatica. Durante la conferenza stampa del Presidente del Consiglio, dopo circa tre ore di domande e risposte sul filo del rasoio (in base al principio per cui Tutto ciò che dirai potrà essere usato contro di te in tribunale), senza tenere conto della solennità dell’occasione e del numero di persone che aveva di fronte, la signora Meloni, col candore di una bambina, ha chiesto una breve pausa: «Perché ho bisogno di andare in bagno». Quando ho letto la notizia (non ho assistito alla conferenza) son rimasto estasiato. Tanto estasiato quanto sarei stato disperato se fossi stato di sinistra. Infatti una persona del genere l’Italia rischia di tenersela per vent’anni. Mi spiego.
Sembra ovvio che ognuno abbia un rapporto facile e disteso con sé stesso, e non è vero. Soltanto le persone che si accettano interamente, dopo avere riconosciuto i propri limiti, hanno quel genere di rapporto. Gli uomini per la maggior parte invece si sforzano continuamente di nascondere ciò che di loro reputano negativo: l’aspetto fisico, per esempio, esagerando con i rimedi: trucco, tacchi alti, abiti e colori che snelliscono, ecc.; i limiti culturali, spesso facendo finta di avere capito ciò che non hanno capito, o di sapere ciò che non sanno; cercano di nascondere le origini umili della loro famiglia, l’età non più verde, e perfino ddifetti che non hanno ma credono di avere.
Ci vuole una salute mentale di ferro per accettare i propri limiti. Anche perché molte volte li abbiamo appresi da qualcuno che ci li rinfacciava brutalmente, facendoci soffrire e facendo scattare il meccanismo di autodifesa. Addirittura le persone importanti, tentando di far credere al prossimo che sono per così dire di una razza superiore, evitano accuratamente gli accenni alla loro fisiologia: non parlano della loro salute, non dichiarano mai di avere fame o di avere sonno e, anche se è ovvio che ogni giorno anche il Papa deve andare di corpo, è di pessimo gusto accennarvi. Addirittura, nel suo ambiente, chissà quale perifrasi usano per indicare quell’increscioso fenomeno. Poi arriva Meloni e dichiara la cosa più semplice, sincera e onesta del mondo: «Devo andare in bagno». E questo dimostra quanto è inattaccabile. Lei ha più volte detto di non avere scheletri nell’armadio, ma il primo scheletro che non ha è la negazione dei suoi lati negativi. Se sbaglia qualcosa, e se ne accorge, probabilmente la ammetterà senza tanti giri di parole. Perché si accetta nella sua umanità. E questo ne fa una super-donna.
Il 7 febbraio, dopo essere stata a Tokyo (in 72 ore, andata e ritorno compresi) ha concesso il bis. Ha detto che era stanca, ed ha aggiunto (senza che niente e nessuno glielo imponesse, salvo la verità): «Comincio ad essere vecchia per queste cose». Ce la terremo per decenni, una così. Quante donne, si direbbero vecchie a 47 anni? Ecco perché è invulnerabile: la verità le sembra un’amica, non una nemica. Ciò che di positivo pensa di sé stessa non sarà minimamente scalfito da una calunnia o da un insulto; ciò che di negativo pensa di sé probabilmente previene le critiche altrui. E così cade in piedi in ambedue i casi. Un’altra, se in un’occasione simile si fosse sentita dire che forse non aveva più l’età per simili strapazzi forse si sarebbe offesa a morte, fino a covare un inestinguibile rancore; lei probabilmente avrebbe concordato, e l’avrebbe buttata a ridere.
La sua accettazione di sé è tale che non ha corretto nemmeno le cose il cui miglioramento avrebbe potuto favorirla. Per esempio il suo accento romanesco e, a volte, una certa spontaneità popolaresca. Ma sono veramente pinzillacchere, come avrebbe detto Totò, rispetto alle gigantesche qualità di cui s’è detto.
Il tempo mi ha fatto distinguere gli uomini che hanno paura degli altri e quelli che non ne hanno paura. Quelli che credono di dover corrispondere ad un certo modello, e quelli che sono costantemente sé stessi. Quelli che credono di poter darla a bere, e quelli che neanche ci provano. Quelli che non temono molto di essere smentiti, perché dicono prevalentemente la verità.
Sembra l’uomo di Colombo, ma deve essere un uovo indigeribile, se tanti non riescono a metabolizzarlo.

GIORGIA VA IN BAGNOultima modifica: 2024-02-08T12:21:37+01:00da gianni.pardo
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Un pensiero su “GIORGIA VA IN BAGNO

  1. Caro Gianni, ottimo articolo su Giorgia Meloni. E grazie di non aver menzionato i suoi diretti avversari, Schlein e Conte, personaggi per i quali neanche gli aiutanti del Papa riuscirebbero a trovare perifrasi adeguate.

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