AI NO-VAX NON RESTA CHE ACCETTARE LA DEMOCRAZIA

In questo mese di agosto ho scoperto alcune cose di cui non avevo nemmeno il sospetto. Innanzi tutto di avere dei lettori di cui non avevo mai sentito parlare. Poi che questi nuovi lettori, e alcuni dei vecchi, sono arrabbiatamente no-vax; al punto da prendere cappello se qualcuno osa non esserlo; se qualcuno – senza nemmeno prendere posizione – si pone problemi sul potere dello Stato di intervenire in questo campo; se qualcuno mette in discussione i diritti dei no-vax – non il diritto di non vaccinarsi, quello va da sé – ma il diritto, vero o presunto poco importa, – di mettere in pericolo, non vaccinandosi, la salute altrui.
Questo argomento ha fatto andare parecchia gente in escandescenze. Si è arrivati agli insulti – fra i quali, immancabile, quello di “fascista” – e in totale in parecchie occasioni sono arrivato al disgusto. Per l’eccellente ragione che sono anche disposto a combattere, ma per qualcosa che ne valga la pena. E la guerra dei vaccini mi pare futile. Inoltre la discussione seria è scherma, non rissa. E proprio per questo ho anche cambiato argomento. Ma non è bastato. Se c’era un possibile addentellato col problema dei vaccini, qualcuno ci si buttava a pesce, come per impedirmi di sfuggire alla giusta punizione. Quasi a dirmi che non era servito a nulla indossare una tuta mimetica.
Avevo deciso di non parlarne più, nemmeno “di striscio”, pur di non sentirli, ma oggi m’è venuta un’idea ed ho cambiato opinione. Perché mai io non devo parlare di questa idea, e comunque di tutto ciò di cui mi va di parlare, nei termini in cui mi va di parlarne? Ho sempre permesso ai commentatori di dire la loro, anche se in completo contrasto con me, ed ho perfino perdonato i commenti troppo lunghi, dicendomi che, dopo tutto, a me bastava non leggerli. Non ho mai “bannato” nessuno e non lo farò nemmeno questa volta. Ma mi caverò il capriccio di cancellare tutti i commenti a questo articolo. Tanto, mi si può insultare anche privatamente, giannipardo1@gmail.com. Perciò, per favore, non scrivete commenti. Anche perché poi potreste pensare che sto in particolare cancellando il vostro, mentre al contrario è una decisione generale.
Innanzi tutto sottolineo che io non ho mai preso una netta posizione. Certo non sta a me dire allo Stato ciò che deve fare. Infatti ho soltanto illustrato – credevo obiettivamente, ma ovviamente mi sbagliavo – il suo punto di vista e quello dei suoi contestatori. I miei amici invece hanno manifestato un tale sacro furore, un così alto livello polemico da rasentare la violenza verbale e perfino da promettere la violenza fisica. Queste persone hanno rivendicato con tale forza il loro diritto di non vaccinarsi (come se qualcuno l’avesse mai messo in dubbio) da dichiarare di essere disposti a battersi letteralmente contro lo Stato. Come se in Italia si potesse seriamente fare una cosa del genere.
E tuttavia non sto esagerando. Qualcuno ha parlato di guerra civile, e mi ha accusato addirittura di fomentarla, soltanto perché ho scritto che lo Stato ha il potere di emanare delle leggi e di applicarle. Una gentile signora mi ha addirittura minacciato di aspettarmi sotto casa per farmela pagare. Ed io ne sono stato quasi contento, perché finalmente posso dire che le donne, pur di incontrarmi, mi aspettano sotto casa. Ma in realtà ho avuto ed ho una fifa blu. Sono giorni che non esco. E per fortuna la mia porta d’ingresso è pesantemente blindata.
Poi mi è invece venuta in mente un’obiezione cui non avevo pensato, ed ecco perché riprendo l’argomento. Io ho sostenuto – facendomi stramaledire – che la maggioranza prevale sulla minoranza e che questa regola è la legge del più forte che si trasforma in democrazia. Naturalmente, ho pure aggiunto, il sistema, se va bene ai più, non va altrettanto bene ai meno, che possono sentirsi oppressi. E infatti si è parlato, come limite della democrazia, del fatto che possa trasformarsi in “dittatura della maggioranza”. Ma qui si urta contro una possibile ambivalenza. I meno, scontenti della decisione della maggioranza, possono parlare di “dittatura della maggioranza”. Ma i più, scontenti della resistenza dei meno, possono parlare di “ribellione contro le leggi”, e dunque di sedizione. E allora, dittatura o sedizione? Dipende dal punto di vista.
L’assolutismo trova un limite nella rivoluzione e nel tirannicidio. Tanto che l’autocrate farà sempre bene a non esagerare. La lista dei dittatori che non sono morti nel loro letto è più lunga di quelli che hanno ricevuto la normale Estrema Unzione. Ma come il popolo ha il diritto naturale di ribellarsi, il potere ha il diritto naturale di difendersi. E di punire chi si è ribellato, se ci riesce. Dunque ci stiamo riducendo a parlare di uno scontro di forze.
Se i meno, per qualche motivo – migliore organizzazione, migliore armamento, maggiore risolutezza – sono in grado di prevalere sui più, si accomodino, nessuno può fermare la storia. Ma se, come nel caso dell’Italia, i meno sono molto meno dei più, e lo Stato non reagisce con durezza soltanto perché non li teme, con quale coraggio prendono atteggiamenti gladiatori e minacciano la guerra civile? Quella guerra la perderebbero subito. Se hanno paura di un ago ipodermico, figurarsi quanto saranno preparati ad affrontare la spada.
Insomma la mia impressione è che i no-vax hanno tutto il diritto di non accettare il vaccino, ma per il resto qualunque provvedimento lo Stato prenda legittimamente per proteggere la popolazione, loro dovranno accettarlo. Non perché sia giusto così, ma perché è così. A parere del governo, il diritto di rifiutare il vaccino non gli dà anche il diritto di andare al cinema, a teatro, o dove che sia, senza mascherina e starnutendo in faccia al prossimo. Anzi, non gli dà nemmeno il diritto di andare al lavoro, a scuola o alla mensa aziendale, perché anche quelli sono posti in cui – secondo la convinzione del governo – essi possono contagiare il prossimo.
Qualcuno dirà che, in questo modo, lo Stato non impone il vaccino con una legge, ma lo impone di fatto rendendo la vita impossibile a chi non si vaccina. E in questo potrebbe avere ragione. Ma come nessuno può negare il diritto dei no-vax a non vaccinarsi (secondo la Costituzione) nessuno può negare allo Stato il diritto/dovere di proteggere, nel modo che ritiene più giusto, la salute dei suoi cittadini (secondo la Costituzione).
Che poi il Covid-19 non esista, che i provvedimenti dello Stato siano demenziali, che si sia adottato il modo sbagliato di lottare contro la pandemia, può anche essere. Ma in concreto la maggioranza degli italiani la pensa in un modo, la minoranza la pensa in un altro, e la maggioranza dispone degli strumenti per imporsi. Questo conclude il dibattito.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com
22 agosto 2021

AI NO-VAX NON RESTA CHE ACCETTARE LA DEMOCRAZIAultima modifica: 2021-08-22T08:58:42+02:00da gianni.pardo
Reposta per primo quest’articolo