QUANTO VALGONO LE PROMESSE DEI TALIBAN?

La risposta è ovviamente zero, ma per una ragione diversa da quella che si potrebbe pensare. Valgono zero non perché, come li definisce qualcuno, essi siano dei “tagliagole”, ma semplicemente perché nessuna promessa di moderazione vale più di zero.
Naturalmente non sempre è così. Se un padre troppo severo promette al giudice di comportarsi con moderazione, e poi non lo fa, quel giudice può togliergli la tutela dei figli. Dunque l’incauto ha serie ragioni per mantenere la parola. Ma se in guerra un vincitore promette al vinto la moderazione, la sua promessa non vale nulla proprio perché egli non corre nessun rischio e, nel caso, non si vedrà infliggere nessuna sanzione.
In questo campo Tucidide è ancora il grande maestro. La Grecia, con i suoi innumerevoli piccoli Stati, e le innumerevoli piccole guerre, fornisce ogni genere di esempi. A volte il vincitore era magnanimo, a volte passava a fil di spada gli assediati colpevoli di essersi difesi troppo, a volte manteneva le promesse e a volte non le manteneva, e tutto questo i greci lo sapevano così bene che Tucidide ci riporta i loro dubbi e le loro perplessità, in infinite discussioni. Indimenticabile in questo senso l’ignobile comportamento tenuto dagli ateniesi nei confronti degli abitanti di Melo. La politica internazionale è un gioco senza regole, e lo era in particolare allora, quando di Convenzioni di Ginevra non si poteva ancora parlare e la moderazione, quando c’era, era dettata dall’interesse.
Tucidide ci presenta l’umanità come imprevedibile e il caso dei Taliban è persino peggiore della media. Infatti non soltanto la loro Stella Polare non è l’interesse, ma non lo è neppure la Ragione. Li guida la Fede i cui valori sono trascendenti e prescindono dall’interesse. Ricordiamo il vecchio aneddoto: tradendo la promessa, lo scorpione punse e uccise la rana che lo traghettava. Perché, dato che ora annegava anche lui? “Perché è la mia natura”.
Forse per ognuno “la sua natura” è il perseguimento del proprio interesse ma questo non vale per l’“homo religiosus”. Che interesse potevano avere i martiri, ad opporsi al culto formale dell’imperatore, fino a subire la pena capitale? Come potevano mettere sullo stesso piano spargere un po’ d’incenso su un braciere dinanzi ad una statua ed essere uccisi, forse anche in modo orribile?
I Taliban sono pressoché al cento per cento analfabeti e diversamente dai primi cristiani non sono stati allevati con la filosofia dell’agnello ma con quella del leone o, peggio, della iena. Per loro gli infedeli si devono convertire o diversamente già per questo meritano la morte. Come tutti i musulmani sono stati rintronati da un’infinita ripetizione del Corano, del quale capiscono i precetti a modo loro e – come avviene per la Chiesa cattolica col vangelo – danno più importanza alla tradizione che allo stesso testo sacro. Nel Corano non si parla del velo delle donne e loro lo impongono a frustate. Ma andate a dirgli che nel Corano quella regola non c’è. Andate a fargli notare che l’Islàm è una religione largamente diffusa, ma quasi ogni Paese la segue a modo proprio, con maggiore o minore severità e ragionevolezza.
Ragionare con una persona religiosa è impresa vana. Io non sono riuscito a dimostrare ad una signora fervente cattolica – e laureata – che “andare a trovare” la Madonna di Fatima era una stupidaggine. O la Madonna esiste e ci si può rivolgere a lei da ogni luogo, con la stessa efficacia, oppure tutto è una leggenda, tanto a Fatima quanto in qualunque città italiana. È andata lo stesso a Fatima, perché lì “la Madonna è apparsa”. Come se un’apparizione (ad ammettere che la cosa sia credibile) lasciasse delle tracce. Ma già, questo è l’assurdo sistema delle reliquie. Siccome su questa sedia si sedeva un santo, ora chissà che la sedia non mi faccia il miracolo.
Se siamo così noi europei, dopo che abbiamo inventato la scienza e dopo che abbiamo avuto l’Illuminismo, come possiamo giudicare dall’alto i Taliban analfabeti? E come possiamo indurli a cambiare comportamento? So per esperienza che non riuscirei a dimostrare ad un credente che Gesù aveva fratelli e sorelle (lo scrivono tutti e quattro i Vangeli) e che Maria dovrebbe dunque essere stata vergine e madre a ripetizione. Come potrei dimostrare ai Taliban che le donne sono esseri umani come noi uomini, in nulla inferiori a noi se non nella muscolatura?
La conclusione però non è quella che si potrebbe attendere. Se, avendo a che fare con qualcuno, anche se è un avversario, so che è una persona d’onore, potrò ragionevolmente correre il rischio di fidarmi della sua parola. Potrà andarmi male, ma dovrebbe andarmi bene. Se invece so già che è un furfante, non glielo chiedo neppure di darmi la sua parola: agisco direttamente come se l’avesse violata, checché mi dica e quali che siano le rassicurazioni che mi offre. Uno spergiuro non può godere degli stessi vantaggi del galantuomo. Soprattutto se lo spergiuro si è visto insegnare dal suo libro sacro che il credente deve dire la verità ai correligionari, mentre agli infedeli è lecito mentire.
Concludo con una piccola nota. A mio modesto parere, Obama, Trump e Biden avevano ragione a volere che gli Stati Uniti si ritirassero dai Paesi lontani, e soprattutto dall’Afghanistan. Ma c’era una possibilità intermedia; non ritirarsi dall’intero Afghanistan, come ha fatto Biden, senza nemmeno dare ai civili la possibilità di salvarsi, ma lasciare le campagne, che li sostengono, ai Taliban e presidiare Kabul e qualche altra grande città. Così avrei detto ai Taliban: governate con moderazione, diversamente siamo qui per annullare i vostri provvedimenti e farvela pagare. Gli occupanti avrebbero potuto allentare la morsa a poco a poco, dando il tempo o ai Taliban di civilizzarsi un po’, o alla popolazione il tempo di emigrare. Cioè di decidere se vivere sotto il dominio di questi “studenti islamici”, o emigrare verso il vasto mondo dove se ti tagli la barba nessuno ti frusta.
Le guerre “asimmetriche” avvantaggiano gli irregolari nei campi e nei boschi ma, salvo che la popolazione sia coralmente in favore dei ribelli, avvantaggiano i regolari nelle città dove sono concentrati. Kabul non è filo-Taliban.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com
20 agosto 2021

QUANTO VALGONO LE PROMESSE DEI TALIBAN?ultima modifica: 2021-08-21T11:11:33+02:00da gianni.pardo
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6 pensieri su “QUANTO VALGONO LE PROMESSE DEI TALIBAN?

  1. (e’ lungo, basta che lo ignorate.)

    Fabrizio, ma se lo ricorda il primo periodo del covid? “La mascherina non serve a nulla” (OMS), “il covid non si trasmette fra esseri umani” (cina), “il covid in italia non esiste” (burioni, mentre esplodeva il contagio che in gran parte e’ asintomatico ma tuttora non si puo’ dire), “abbraccia un cinese” (zingaretti, sala, brugnaro e sindaci vari in difesa del PIL, mentre la gente tendeva prudentemente e spontaneamente ad evitare gli affollamenti per paura del contagio), “portate pazienza che il lockdown durera’ solo due settimane e poi tutti liberi come prima” (governo conte)…

    Queste sono le affermazioni piu’ eclatanti non solo sbagliate ma che hanno la responsabilita’ di aver fatto esplodere l’epidemia, senza considerare la piu’ recente ridda di confusioni dei virologi ufficiali per la quale non serve una memoria tanto lunga.

    L'”aggrappo agli aerei” e’ un fenomeno compreso nel panico alimentato dalla disinformazione, lo stavo per scrivere contestualmente ma poi ho pensato che era ovvio, sottinteso e superfluo. Adesso lo scrivo per esteso, e cosi’ il messaggio diventa lungo. Probabilmente per lo stesso motivo ci sono anche persone calpestate dalla folla, e morti per spari nel tentativo dei soldati di contenerla per non essere travolti e loro stessi calpestati.

    Forse ci confondiamo coi talebani della propaganda di oggi e/o della realta’ dell’epoca, o con l’isis che decapita con la scimitarra in diretta facebook ma e’ acerrima nemica dei talebani.

    Cosa costa sperare nel meno peggio, ricordando comunque che il meglio per noi non e’ lo stesso che per i taliban, e che “nel convento altrui non si porta la propria regola”?

    Per adesso uno dei leader dei talebani e’ Baradar, che: – “Scrive un libretto per i combattenti: non rubare, non stuprare, non fare vittime civili, la guerra si vince con il consenso della gente. – E’ scarcerato quando il presidente Donald Trump decide lo stop alla missione in Afghanistan. In due anni, Baradar fa quello per cui è stato liberato. Convince tutti i gruppi talebani che la pace conviene. Ci riesce anche mostrando loro di potersi autofinanziare. È sua l’idea dei semi di papavero da oppio geneticamente modificati che raddoppiano il raccolto.”

    da https://www.corriere.it/esteri/21_agosto_22/afghanistan-baradar-arriva-kabul-fondo-talebani-tratto-trump-ora-dovra-governare-df1d8dd6-0358-11ec-a781-2e5fd3899a69.shtml , un bell’articolo

    Quanto sopra non suona un po’ strano e contraddittorio con l’idea dei talebani che, omen-nomen, abbiamo? Specie la proposta dell’oppio OGM, oltre limiti del burlesco per chi conosce la estrema diffidenza, da ambientalismo occidentale, che hanno i taliban per la tecnologia, e la loro precedente spietata lotta alla coltivazione dell’oppio, che durante il regime del mullah omar era stata eradicata, anche se l’informazione occidentale si guarda bene dal pubblicizzarlo perche’ sarebbe parlarne bene e si sa che in guerra, che sia contro i taliban o contro il covid, non si deve istillare alcun dubbio e piu’ che mai dicendo la verita’.

    Ah, e non dimentichiamo che Donald Trump, come sa qualunque frequentatore di questo blog, e’ il presidente repubblicano che e’ tornato alla prassi storica dei repubblicani: meno interventismo possibile nel resto del mondo, isolazionismo. Le guerre, negli usa, di solito, le iniziano i democratici e le terminano i repubblicani (salvo l’eccezione di reagan e di bush, che erano uno di origine moralistico-democratica e l’altro sotto l’influenza neocon, gruppuscolo di origine sinistra-democratica, una specie di “rossobruni” europei – a parte che reagan e bush padre, se le hanno iniziate, le hanno anche terminate).

    Il livello qui e’ piu’ alto (ma non certo nei commenti, che sono nella normale e piuttosto ottusa media dei blog, bigotta relativamente alla professione di fede ivi praticatavi) proprio perche’ vige, o vigeva, la tendenza al pensiero libero e autonomo, con la prescrizione di non offendere o deridere chi, esprimendolo, ha idee in contrasto (se non con acuta e rispettosa ironia).

    Anche se lo stesso Gianni, purtroppo, sembra si stia un po’ allontanando dalla strenua difesa del pensiero liberale che ha sempre o quasi tenuto (nessuno e’ perfetto, e anche a questo serve la liberalita’ nel pensiero).

    Stavo pensando, ad esempio, a cosa penserebbe un inflessibile liberale come Antonio Martino delle recenti scivolate.

    Il fatto e’ che e’ facile essere liberali quando si dorme fra quattro cuscini e si mangia a volonta’ con un congruo conto in banca e un bonifico ogni 27 del mese, mentre e’ molto piu’ difficile rimanerlo quando si e’ sotto stress per una ragione o per l’altra (e il covid, con la reazione inconsulta ad esso di popolo e governanti, e’ una di queste). Ma e’ in quelle condizioni che si vede il valore di un uomo, e di un popolo.

    https://www.ilfoglio.it/politica/2018/08/15/news/abolire-la-leva-fu-una-battaglia-liberale-dice-martino-ex-ministro-della-difesa-210007/?fbclid=IwAR0BAyGI4tQdPuXVAePW1zcR4470iU4uWMNIxBP5QA5NeTZDtfOwRj-ZESM

    Chiudo con una delle massime sferzanti di Mark Twain, che mi sembra appropriata:

    Le massime di Pudd’nhead Wilson

    Queste massime di saggezza sono intese a instradare la gioventù verso alte vette morali.
    L’Autore non le ha tratte dalla pratica, bensì dall’osservazione.
    Essere virtuosi è nobile; mostrare agli altri come essere virtuosi è ancora più nobile, e non costa nulla.

  2. “Gli unici problemi seri sembrano causati dal panico, alimentato dalla stessa disinformazione”: lei crede che la fuga di massa dall’aeroporto di Kabul dipenda dalla asserita disinformazione dei media occidentali?
    Io ingenuamente credo che quella gente scappa perché conosce i talebani, a differenza di chi digita caratteri sulle tastiere occidentali, trastullandosi con fantasie e tesi suggestive del tipo ” vediamo se dicendo qualcosa di originale ci azzecco”.
    Chi si aggrappa letteralmente agli aerei in partenza da Kabul non può permettersi questi giochi.

    Sul Covid no comment: le follie che ho letto nei commenti dell’articolo precedente bastano e avanzano. Sembra di essere su un qualsiasi social, mentre io pensavo che qui il livello fosse più alto.

  3. Smentite dalle notizie reali: non mi pare che pur in quel contesto che e’ di violenza e di guerra, stia accadendo chissa’ cosa, anzi, tant’e’ che i media sottolineano continuamente che adesso non succede niente se non una fuga isterica, solo perche’ e’ solo questione di tempo affinche’ la naturale ferocia animalesca talebana riemerga.
    Va bene, aspettiamo.
    Il problema e’ che i media non amano smentirsi, se la realta’ segue un corso diverso da quello da loro pronosticato, non gliene frega niente: dopo un po’ cambiano discorso e passano a ingigantire la balla successiva, magari dall’altra parte del mondo e su tutt’altro argomento, e chi s’e’ visto s’e’ visto. Loro hanno sempre ragione. Ormai l’informazione e’ tutta cosi’, anche quella ufficiale (ammesso che sia mai stata altro: coniato il termine fake-news per i nemici, scopriamo che e’ abbastanza utile anche per descrivere gli amici).

    Eclatante la ridda di contraddizioni sul covid, a tutti i livelli, che nessuno mai smentisce. Ogni balla soverchia e fa dimenticare la precedente, ma senza che mai avvenga una vera correzione e si porga delle scuse. Eppure se c’e’ una contraddizione, o e’ vera una cosa o e’ vera l’altra, no?

  4. 1 – l’unanimita’ informativa sulle efferatezze taliban e’ troppo unanime e troppo pefettamente calzata sui nostri pregiudizi per essere interamente credibile, specialmente visto che pressocche’ tutte le notizie concrete che ci arrivano, la smentiscono. Gli unici problemi seri sembrano originati dal panico, alimentato dalla stessa disinformazione.

    2 – vista la sua tendenza ad apprezzare il machiavellismo politico, sebbene in questo caso ce ne sia ben poco data la trasparenza della situazione, la inviterei ad ipotizzare che gli americani (e’ noto che Trump ha negoziato la pace direttamente coi capi taliban) abbiano contrattato l’exit in cambio di essere lasciati in pace, lasciando in compenso ai taliban un esercito da loro addestrato e armato con cui difendersi dai loro ben piu’ invadenti e preoccupati vicini, rispetto agli americani. E magari disturbarli, dato che tutti hanno minoranze islamiche piu’ o meno oppresse a quel confine. Che i vicini cina uigura, russia, repubbliche ex-sovietiche, islamici di altre professioni nemiche tipo isis, siano per i taliban ben piu’ pericolosi degli americani, i taliban lo sanno benissimo, e infatti fra quei vicini, al di la’ delle manfrine della diplomazia ufficiale, c’e’ un certo panico per la situazione che si e’ venuta a creare. Gli americani stanno evacuando praticamente sotto la protezione armata dei taliban, non le sembra un po’ strano in un’epoca dove sicuramente in quegli ambienti girano missili spalleggiabili terra-aria ben migliori degli stinger con i quali i taliban hanno fatto sloggiare i sovietici trent’anni fa? (fornitigli dagli americani, e ne erano avanzati 500 che non si sa che fine abbiano fatto) E non le sembra altrettanto strano che gli americani gli abbiano lasciato in dote un esercito discretamente armato e addestrato che si e’ praticamente fuso con quello talebano alla luce del sole senza colpo sparare?

  5. Perfetto.
    Tuttavia, avrà letto anche Lei che il Globe Theatre in occasione della rappresentazione di Romeo e Giulietta ha avvertito gli spettatori di possibili turbamenti per “suicidio, violenze e uso di droga”, fornendo anche numeri di telefono di psicologi, consulenti e della ONG dei Buoni Samaritani.
    Ecco, mi domando, quali sconvolgenti e perenni conseguenze avranno sui nostri concittadini le notizie e le immagini – proposte dai media senza i preventivi avvisi cautelativi – di quanto sta avvenendo in Afghanistan? Non è questo un attentato, una violazione della nostra innata fragilità, certamente per disprezzo di essa da parte di oscuri e malefici “poteri forti” che possiamo facilmente identificare? E ciò al fine di renderci succubi delle paure e quindi rifugiarci tremanti sotto le ali dello Stato?
    Perché non diffondere invece immagini di ubertose colline afgane (magari svizzere) in cui uomini vestiti in modo pittoresco governano mandrie di pecorelle servendosi di bizzarri bastoni a forma di fucile? E le donne sono avvolte in pesanti panni quali preziose perle rare e diamanti di rara bellezza che non si vuole vengano impolverate o danneggiate dai crudeli raggi UV.
    Di questo sono preoccupato, della fragilità violata.
    Degli afgani non mi interessa un accidente di niente. Sono lontani, parlano strano e anche se malauguratamente ne arrivasse qualcuno qui, ci penserà Salvini a controllarli, facendoci fare sonni tranquilli.

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