IL SOGNO E LA REALTA’

Ogni essere umano giunge sulla Terra come tabula rasa. Non sa nulla e deve imparare tutto. Da adulti troviamo naturale saper usare un telefono o un’automobile, per non parlare del saper leggere e scrivere: in realtà sono cose che abbiamo apprese, a volte con molto stento. E se oggi ne parliamo con un sorriso di superiorità è perché dimentichiamo che poi ci troviamo nella stessa identica situazione se compriamo un elettrodomestico o un telefonino e dobbiamo studiarne il funzionamento.

La difficoltà di orientarsi nella realtà esiste dal punto di vista tecnico e dal punto di vista intellettuale. Il bambino non distingue un soldato da un generale, la realtà dal mondo dei disegni animati, il possibile dall’impossibile, mentre un adulto queste distinzioni dovrebbe essere in grado di farle. Dovrebbe.

A volte accettare i messaggi della realtà è supremamente difficile. Se fuori cade acqua osserviamo placidamente: “Piove”. Se invece non abbiamo combinato nulla, nella vita, non ci viene altrettanto naturale concludere: “Sono un fallito”. Eppure quell’espressione l’useremmo molto disinvoltamente per un terzo. Di una donna brutta riconosciamo facilmente che “è brutta”, mentre lei di se stessa precisa: “sono un tipo”, oppure “non ho tempo per curarmi di me stessa come dovrei”. E se dice “sono brutta” non lo dice come un’ovvia constatazione, ma come l’annuncio di una catastrofe. In realtà, dal momento che quella faccia se la ritrova da sempre, e continuerà ad averla, dovrebbe sorridere: “Sono brutta, ebbene? Non è una novità. Dobbiamo per forza essere tutti belli?”

La realtà non è in linea con ciò che vorremmo. Al cinema ci identifichiamo nel protagonista e troviamo naturale e giusto che trionfi contro tutto e contro tutti; poi, a casa, lo specchio ci dice che non gli somigliamo per niente, né nell’aspetto né nella nostra storia personale. Abbiamo perso più spesso di quanto non abbiamo vinto. Anche quando avremmo dovuto vincere.

La realtà non è in linea con ciò che vorremmo. Ci piacerebbe che tutti gli uomini sentissero il dovere della lealtà e della solidarietà e l’esperienza ci parla di inganni ed egoismi. Ci piacerebbe che tutti rifuggissero dalla violenza, ma la violenza continua a imperversare. Ci piacerebbe che, almeno alla fine, la giustizia trionfasse, ma non sempre è così. Ci piacerebbe soprattutto non avere difetti, che tutti ci apprezzassero, che tutti ci applaudissero, e invece, se la guardiamo con occhio disincantato, la nostra vita può apparirci come un fiasco.

Qualcuno – forse Oscar Wilde – ha detto: “Conosco poche cose più crudeli della verità. Ma non riesco a ricordarmele”. Il senso della realtà è la caratteristica della salute mentale, ma l’igienismo, in questo caso, costa parecchio dolore.

Gianni Pardo, giannipardo@libero.it

30 luglio 2008

IL SOGNO E LA REALTA’ultima modifica: 2008-08-08T09:29:00+02:00da Giannipardo
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