NETANYHAU E LA SUA AZIONE CONCRETA

Benjamin Netanyhau, detto Bibi, è un personaggio che a non molti è simpatico, né in Israele né all’estero. In certi casi addirittura è fatto oggetto di una tale animosità, confinante con l’odio, che il terzo disinteressato si chiede se quest’uomo non sia migliore di come lo considerano i suoi nemici, o peggiore di come lo considerano i suoi amici. Una cosa è certa: il Fato lo ha messo in una situazione impossibile e – di questo bisogna dargli merito – questa situazione lui l’ha perfettamente diagnosticata.

Ecco un breve elenco delle necessità che lo premono da ogni parte, ognuna con la pretesa di essere assolutamente ineludibile. La prima è stata quella di rispondere al massacro del 7 ottobre 2024, in modo da vendicare le vittime e rendere impossibile che l’orrore si ripeta. La seconda è stata l’esigenza di ricuperare le persone sequestrate da Hamas in quell’attacco. La terza è stata quella di stabilire chiaramente che cosa si intenda, per Israele, vincere o perdere la guerra di Gaza. La quarta quella di concludere la guerra e tornare alla pace, perché è ciò che desiderano tutti, nel mondo e nella stessa Israele.

Per Netanyhau, il modo più serio di realizzare il primo punto era (ed è stato ) quello di radere al suolo Gaza, uccidere tutti i miliziani di Hamas che non dovessero arrendersi, distruggere tutte le loro strutture (soprattutto tunnel), in una parola espellere totalmente Hamas da Gaza. Se tutto questo doveva comportare (come ha comportato) enormi sofferenze per la popolazione civile, tanto peggio. Non solo essa aveva gioito per le strade per il massacro del 7 ottobre, ma la condizione per vincere questa guerra anomala era (ed è) che non si guardi in faccia a nessuno, né nemico né amico; che non si ascoltino gli alleati; che non si dia retta a quell’organizzazione indecente che chiamano Onu.

Che questo atteggiamento possa essere apparso crudele, a chi è disabituato al contatto con la guerra e con la storia, dimostra quanto i commentatori siano lontani dalla realtà. Infatti lo stesso identico comportamento Netanyahu ha tenuto e tiene con gli ostaggi. Se avesse accettato il punto di vista di Hamas, e il punto di vista delle famiglie che ogni giorno protestano in piazza (insultando Netanyahu), egli o non avrebbe dovuto cominciare la guerra (cosa su cui tutta Israele e il governo sono stati d’accordo) o, appena iniziatala, si sarebbe dovuto arrendere, diversamente Hamas poteva uccidere i sequestrati. In questo Netanyahu ha avuto la chiarezza di idee del Senato romano: o perdiamo questa guerra, e ci inchiniamo ai voleri di Hamas, o diamo gli ostaggi per persi, e non teniamo conto nemmeno della loro vita. Si è scelta questa seconda via (obbligata) e Netanyhau sopporta ogni giorno le proteste, gli insulti e gli inviti alle dimissioni di una parte della popolazione inviperita, come se lui non volesse recuperare quei disgraziati o come se le condizioni che pone Hamas fossero ottime e lui, per cattiveria, non volesse accettarle.

Infatti bisogna avere chiaro che cosa si intende per vittoria in questa guerra anomala. Per Israele la vittoria non consiste nell’annessione di Gaza. Fra l’altro, faceva parte dei Territori Occupati fino al 2005, quando Israele le concesse unilateralmente l’indipendenza. Dunque nessuna volontà di dominio. Se Gaza si è poi servita dell’indipendenza per dichiarare guerra a Israele (7/10/2023), questo comporta che da oggi, quale che sia lo status internazionale di Gaza, è interesse di Israele che essa non sia in condizione di attaccare di nuovo. Dunque qualunque formula di governo (salvo Hamas) e qualunque tipo di sovranità (salvo quella militare), ed essendo inteso che Israele si riserva sempre il diritto di rientrare se reputerà necessario rimettere le cose a posto. Israele, in sintesi, vuole che Gaza la lasci in pace. Quale che possa essere il prezzo per Gaza, a questo scopo.

Qui si inserisce il problema di Rafah. Se lo scopo della guerra è quello di sradicare Hamas e qualunque altra organizzazione terroristica da Gaza, non avrebbe senso lasciarle un piccolo territorio, un santuario, da cui continuare a proclamare di essere viva e da cui continuare a sperare che un giorno possa partire la reconquista. Per questo si può semplicemente dire che o Israele bonifica Rafah, o Hamas griderà di avere vinto la guerra. Come, in queste condizioni, si possa invitare Israele a non attaccare Rafah, è un mistero gaudioso, nel senso che si è al ridicolo. È ridicolo che una cosa del genere gli venga chiesta anche dall’interno del suo Paese e del suo governo.

L’argomento della pace è poi il più stupido di tutti. Nessuno è per la malattia e la guerra, e tutti sono per la salute e la pace. Ma la pace si può ottenere o con la resa o con la vittoria. Come mai i terzi fanno pressioni su Israele e non su Hamas perché ammetta di avere perso e se ne vada? Addirittura, gli Stati Uniti fanno pressioni perché Israele non attacchi Rafah. Molti vorrebbero lasciare a Hamas un pezzettino di territorio a Gaza per salvare la faccia e, formalmente, far perdere la guerra ad Israele. Come si spiega un simile livello di stoltezza? Semplice: con l’antisemitismo. Cioè con un atteggiamento ingiustificato e irrazionale, pregiudizialmente ostile agli ebrei.

La lezione di questo episodio storico è che la Shoah dei primi Anni Quaranta del secolo scorso non si è più ripetuta non perché sia morto l’antisemitismo, ma perché è nata Israele, un Paese che dispone di un possente esercito. Il che significa che in gran parte del mondo, incluso quello che chiamiamo pomposamente Occidente libero, c’è parecchia gente che moralmente non è al di sopra di Adolf Hitler.

NETANYHAU E LA SUA AZIONE CONCRETAultima modifica: 2024-05-06T10:43:17+02:00da gianni.pardo
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2 pensieri su “NETANYHAU E LA SUA AZIONE CONCRETA

  1. Grazie per la lucida e condivisibile analisi.
    C’è un canale Telegram (Israele senza filtri) che la pensa allo stesso modo, dando aggiornamenti 24/7. Michael Sfaradi e Dario Sanchez sono i curatori del canale, in italiano: mettono in rete anche conferenze su Zoom, come quella con Magdi Allam, pubblicata su YouTube, illuminante
    https://www.youtube.com/watch?v=gwV5dVtLyts

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