LA FRANCIA PESA PIU’ DELLA RUSSIA

Ciò che Emmanuel Macron ha detto e ridetto in questi giorni ha suscitato molti echi, nessuna condivisione e qualche ironia. Ma può darsi che, per una volta, abbia ragione il Presidente della Repubblica Francese.

Egli sostiene che non bisogna aver paura di ventilare ipotesi irritanti o allarmanti, per il possibile allargamento del conflitto. Perché mai non dovremmo formularle, se la stessa Russia le formula ogni giorno, da due anni? E in secondo luogo ha detto che, se il fronte ucraino dovesse rischiare di crollare e l’Ucraina lo richiedesse, la Francia sarebbe disposta ad inviare i suoi soldati per sostenerla ed evitare l’invasione.

La prima tesi è ovvia. Se un pugilatore uso a mantenere la parola dice al suo avversario, prima di salire sul ring, che non lo colpirà in faccia, da quel momento il suo avversario sguarnirà la difesa del viso per concentrarsi sulla difesa del corpo. Cioè conseguirà un indebito (e stupido) vantaggio. Il buon senso vuole che si minaccino tutte le possibili mosse, anche se, intimamente, si è risoluti a non utilizzare alcune di esse. Ma precipitarsi a rassicurare l’avversario, come ha fatto cento volte l’Occidente dal febbraio 2022, è perfettamente idiota. Come idiota è stato dire, sin dal principio, non invieremo armi offensive, non invieremo armi che possano colpire il suolo russo (come se Dio l’avesse dichiarato inviolabile), non invieremo missili a lungo raggio o carri armati (e poi abbiamo inviato gli uni e gli altri, ma pochi e in ritardo); non daremo aerei, o presto forse li daremo. Come disse un generale francese vedendo la carica di Balaclava (la famosa Carica dei Seicento, che si fecero massacrare orgogliosamente dall’artiglieria russa), C’est bien joli, mais ce n’est pas la guerre, molto bello ma la guerra non si fa così. Come insegna Clausewitz, bisogna cominciarla gettando sul piatto della bilancia tutte le carte di cui si dispone.

Dunque Macron non fa che dire un’ovvietà, patente da due anni: l’Occidente si comporta in modo demente. Dunque sì, la Russia deve temere anche l’intervento della sola Francia, che ha un possente esercito, che è molto più ricca della Russia, e che dispone anche dell’armamento nucleare. Magari Parigi cercherà in ogni modo di evitarlo (una guerra è sempre una guerra), ma cercherà di evitarlo per non subirne danni, non per fare un piacere alla Russia o perché ha paura della Russia. La Russia ha potuto fare paura all’Ucraina, e martirizzarla, perché quel Paese è povero e nemmeno si aspettava di essere aggredito. Ma la Francia ha il più possente esercito di terra d’Europa, e la Russia lo sa benissimo. Le ironie degli italiani, come al solito, nascono dalla loro ignoranza. E dall’invincibile tendenza a mettere la Francia sullo stesso piano dell’Italia. L’Italia ha paura della sua ombra (si veda Salvini che esclude coraggiosamente che mai un italiano possa morire per l’Ucraina), la Francia ha una voglia mal repressa di rivincita dal 1940.

L’inerzia degli altri Paesi è dettata dalla loro vigliaccheria e dalla suggestione della potenza dell’Unione Sovietica. Cioè di un fantasma. Ma la realtà è che se la Russia spadroneggia è perché l’Occidente è psicologicamente sdentato. Spreca miliardi (regolarmente in ritardo) per sostenere l’Ucraina, e non usa l’unico argomento che realmente conta nella politica internazionale: la forza unita alla risolutezza.

LA FRANCIA PESA PIU’ DELLA RUSSIAultima modifica: 2024-05-04T07:42:59+02:00da gianni.pardo
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8 pensieri su “LA FRANCIA PESA PIU’ DELLA RUSSIA

  1. Una correzione al mio post che presenta un’ambiguità. Vi si legge: “Cio’ che mi stupisce è che la maggioranza degli studiosi in materia (…) attribuisce molti torti all’Occidente, alla Nato, e in particolar modo agli USA.” In realtà cio’ non stupisce me, ma dovrebbe stupire coloro che in questo blog attribuiscono ogni torto alla Russia di Putin.

  2. Zbigniew Brzezinski nel 1994: “La questione cruciale in questo caso, che potrebbe raggiungere un culmine drammatico nel corso del 1994, è la futura stabilità e indipendenza dell’Ucraina. Non sarà mai abbastanza sottolineato che senza l’Ucraina la Russia cessa di essere un impero, ma con l’Ucraina subordinata e poi sottomessa, la Russia diventa automaticamente un impero. I politici americani devono affrontare il fatto che l’Ucraina è sull’orlo del disastro: l’economia è in caduta libera, mentre la Crimea è sull’orlo di un’esplosione etnica appoggiata dalla Russia. Entrambe le crisi potrebbero essere sfruttate per promuovere la disgregazione o la reintegrazione dell’Ucraina in un quadro più ampio dominato da Mosca. È urgente ed essenziale che gli Stati Uniti convincano il governo ucraino – attraverso la promessa di una sostanziale assistenza economica – ad adottare riforme economiche a lungo ritardate e assolutamente necessarie. Allo stesso tempo, dovrebbero arrivare le garanzie politiche americane sull’indipendenza e l’integrità territoriale dell’Ucraina.”
    “The Premature Partnership”, Foreign Affairs, v 73, n 2 (marzo/aprile 1994), p 76.
    Con la dissoluzione dell’URSS (dicembre 1991), l’Ucraina riusci’ a divenire uno stato indipendente. Ma cio’ non basto’…
    L’Ucraina avrebbe dovuto dichiarare la propria neutralità (sul modello della Svizzera). Inoltre non avrebbe dovuto discriminare gli ucraini russofoni. È facile capire che l’allargamento della Nato fin sulla soglia della Russia non poteva essere accettato da Putin, il quale diverse volte preavviso’ e ammoni’ le potenze occidentali. Fu ignorato ed anzi snobbato con toni anche sprezzanti. John McCain descrisse la Russia come “una stazione di servizio mascherata da paese”. Obama riprese la sprezzante definizione aggiungendo “con armi atomiche”.
    Ridurre una questione molto complessa a un giudizio moralistico del tipo “Aggredire un paese inerme è quello che fece Hitler” (Draghi) equivale a ragionare secondo il Vangelo (ma non secondo l’Antico Testamento) invece che con la triste logica dei rapporti tra potenze. Una logica che è spinta all’estremo dagli americani, comeprovano le loro ininterrotte azioni militari attraverso il globo, dalla seconda guerra mondiale ad oggi. Gli Stati Uniti mai permetterebbero al Canada o al Messico (o a Cuba) di fare alleanze con la Cina, ospitando armi e soldati cinesi.
    Cio’ che mi stupisce è che la maggioranza degli studiosi in materia – storici, generali, politologi, accademici, ecc. – spiegando il conflitto nei suoi vari aspetti e nelle sue cause storiche, attribuisce molti torti all’Occidente, alla Nato, e in particolar modo agli USA. Da sempre gli americani temono un avvicinamento, un’alleanza, un’intesa tra la Germania e la Russia.

  3. Questa analisi parte da una serie di presupposti comicamente sbagliati, per una serie di ragioni, materiali e morali.

    Quelle materiali sono presto dette.
    La prima di queste è che il PIL in sé non significa nulla. Va sempre parametrato con altri fondamentali. Certo, se prendiamo in effetti il PIL francese, in teoria non ci sarebbe storia rispetto a quello russo. Il problema è che il debito francese è uno dei più alti del mondo e se a questo si aggiunge che l’economia francese è, come tutte quelle europee, quasi completamente dipendente da materie prime che non produce in prima persona – dove il “quasi” è riferito al fatto che almeno i francesi hanno il nucleare – si capisce che se i possessori di quel debito decidessero di sbarazzarsene, la Francia sarebbe tecnicamente fallita, laddove i russi potendo vantare un debito tra i più bassi al mondo (credo che non si vada oltre il 20%) e su una sovrabbondanza di materie prime, di fronte a sanzioni e speculazioni possono reagire semplicemente industrializzando il proprio paese come già stanno facendo.
    Per quanto riguarda le ragioni morali, i russi non hanno decenni di benessere artificiale alle spalle, sono un popolo abituato a soffrire, anche per colpa di un clima non particolarmente incoraggiante e non si farebbero alcuno scrupolo di dare la vita per il proprio paese, laddove gli europei sono stati svirilizzati da decenni di dolce far niente e di odio verso ogni forma di militarismo, drogato dalla finanza americana.

    Se Macron e Biden davvero credono che ci sia gente pronta a rischiare il proprio sedere per una guerra assurda, ridicola e inutile, scopriranno ben presto le magagne dei propri popoli, ormai irreversibilmente divisi. Si accorgeranno che, con le bombe in casa – quando per decenni, in nome di un progressismo psichiatrico, hai disabituato i tuoi cittadini a concetti come l’amor di patria e il senso del dovere – tutti si daranno alla latitanza, come da film già visto col fascismo, che nacque proprio quando i nazionalsocialismi cominciarono a puzzare di morto.
    Perché nel segretissimo scranno del proprio io, dove non arriva il dito puntato dei tanti papi laici, arriva il grande mare degli interessi personali ove si perdono i piccoli fiumi della virtù.

  4. Leggevo da qualche parte che i quasi 80 anni di pace in Europa hanno provocato ” l’anestetizzazione” dei suoi cittadini adagiati nei loro sollazzi. Ciò spiega la pericolosa mentalità pacifista dei tanti che mai e poi mai intenderebbero rinunciare alla vita comoda e spensierata. Temo (e mi auguro di no) che costoro ben presto potrebbero essere svegliati di soprassalto dal torpore. Nessuno vuole le guerre ma può succedere che capitino ugualmente con buonapace dei pacifisti e dei loro sdentati governanti. D’altronde basta leggere “Orsi & Tori” di questa mattina su ItaliaOggi per convincersene. Forse Macron non ha tutti i torti.

  5. Sun Tzu: “Se conosci il nemico e te stesso, la tua vittoria è sicura. Se conosci te stesso ma non il nemico, le tue probabilità di vincere e perdere sono uguali. Se non conosci il nemico e nemmeno te stesso, soccomberai in ogni battaglia.”

    Napoleone e Hitler hanno fallito, Macron vuole la rivincita?
    è sicuro di conoscere il nemico?

  6. Gli occidentali rinunciando all’ambiguità strategica e assicurando la Russia che l’aiuto all’Ucraina sarebbe stato di tipo difensivo hanno concesso alla Russia un vantaggio enorme.
    L’invio di truppe francesi nell’Ucraina occidentale, non al fronte, consentirebbe all’Ucraina di trasferire al fronte quei rinforzi di cui ha estremo bisogno. Credo che le dichiarazioni di Macron, oltre a segnare un ritorno all’ambiguità strategica, abbiano questo fine.

  7. Verso. Però in caso di intervento francese sul campo mi domando quanto Macron potrebbe reggere alle proteste di piazza.
    I pacifisti sono la più formidabile arma del nemico.

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