IL PROBLEMA DEGLI IPERSONICI

Il mondo aspetta la replica di Israele, per vedere quanto sarà efficace e quanto sarà costosa per l’Iran, e nel frattempo l’Iran ha fatto tre mosse per evitarla. Per prima cosa ha detto che, con il lancio dei 330 e passa missili e droni, per Tehran la faccenda era chiusa. Ma a Gerusalemme avranno accolto la dichiarazione con sarcasmo: i classici conti senza l’oste. Poi ha detto che, in caso di replica israeliana, avrebbe risposto con un’arma mai usata. Minaccia tremenda di cui di solito i governi sorridono perché, se il nemico ne disponesse, la esibirebbe e non parlerebbe nel vago. E poi i governi hanno i loro servizi segreti, per sapere che cosa il nemico ha e che cosa non ha. Infine Tehran è uscita dalle nebbie, ed ha dichiarato di poter lanciare dei supermissili ipersonici russi, che viaggiano alla strabiliante velocità di circa venti volte quella del suono. Che cosa pensarne?
Innanzi tutto non è detto che sia vero che gli iraniani dispongano dei missili ipersonici, perché probabilmente i russi, anche ad avergliene fornito qualcuno, non vorrebbero che siano usati, per non essere coinvolti in questa guerra che l’Iran, e soltanto l’Iran, ha voluto. Inoltre Mosca non vorrebbero che gli Stati Uniti, vedendo i loro tradizionali alleati in pericolo, intervenissero in forze, complicando di molto le cose nello scacchiere.
Poi non bisogna dimenticare che questi famosi supermissili sono già stati usati contro l’Ucraina, e non per questo l’Ucraina si è arresa. Ma non basta. Mentre i russi contro l’Ucraina possono far partire questi missili dalla frontiera e, per così dire in un attimo essere sul bersaglio, per percorrere i duemila e passa chilometri fra Iran e Israele ci vuole sempre un po’ di tempo. E i tempi di reazione israeliani sono estremamente rapidi. Solo così infatti Iron Dome è riuscito ad abbattere i missili che Gaza lanciava verso il sud di Israele. Insomma parliamo di secondi, non di minuti.
Ma bisogna anche considerare il valore politico dell’arma, se veramente Tehran l’usasse. Infatti essa significherebbe una seria volontà di sterminio e Gerusalemme potrebbe semplicemente rispondere con l’atomica. Magari avvertendo prima: «Se ci provate, vi colpiremo con l’arma atomica». E non bisogna dimenticare che mentre Israele ha una capacità difensiva straordinaria (e l’ha anche dimostrato), a quanto si sa l’Iran non è attrezzato in maniera analoga. Inoltre Israele ha il dominio dell’aria e può recapitare i missili o le bombe, puntualmente, dove vuole, senza che l’Iran possa fermarla.
Tuttavia il punto centrale che né l’Iran né nessuno dovrebbe dimenticare è che mentre l’Iran combatte per un’ipotetica egemonia sul mondo musulmano, Gerusalemme combatte per la propria sopravvivenza. E, in queste condizioni, anche un coniglio diventa pericoloso. Dunque non c’è azione o arma o misura che sia da escludere, nell’uso che potrebbe farne Israele. Se sentisse in pericolo la propria esistenza userebbe l’atomica, i gas, le armi chimiche e batteriologiche, qualunque cosa. Al limite, se non potesse sopravvivere agli attacchi, Israele non è come un qualunque Paese sconfitto che dopo qualche tempo ritrova la normalità: essa sarebbe fisicamente spazzata via dal pianeta Terra, togliendo l’ultimo rifugio agli ebrei maltrattati nel mondo. Per queste ragioni si può essere ragionevolmente certi che tutti gli Stati del mondo, Cina, Russia e India compresi, imporrebbero a Tehran di darsi una calmata. Anche perché i venti sono prevalentemente occidentali e il fall out, nel caso scoppiassero parecchie bombe atomiche normali (o, peggio, all’idrogeno) la cosa avrebbe conseguenze drammatiche per tutti i Paesi ad est dell’Iran.
Dato questo scenario apocalittico, si può tendere a sperare che, anche se veramente dispongono di missili ipersonici, gli iraniani non li useranno; se poi li usassero e gli israeliani fossero capaci di abbatterli e dunque evitare i danni, tanto meglio; se infine essi riuscissero a colpire realmente Israele, e magari una grande città come Tel Aviv o Gerusalemme, sarebbero il caso di prenotare un posto in paradiso, finché non sono esauriti.

IL PROBLEMA DEGLI IPERSONICIultima modifica: 2024-04-19T08:42:15+02:00da gianni.pardo
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