ANFIBOLOGIA STATUNITENSE

La Camera statunitense ha finalmente approvato gli aiuti all’Ucraina per 61 miliardi. Il Senato aveva già approvato questi aiuti, a lungo bloccati dall’autunno 2023 fino ad oggi, tanto che molti disperavano (disperavamo) che sarebbero mai stati erogati. Ora questa approvazione si è avuta – seppure con sforzi e strappi – e il provvedimento passa di nuovo al Senato, che probabilmente dovrebbe dare il via libero definitivo martedì 23. Se ne può essere contenti, soprattutto per l’Ucraina, ma il significato politico di questi fatti è incerto o, come direbbero i colti, anfibologico. Ecco una frase anfibologica: Ho visto mangiare un gatto. Il gatto mangia o è mangiato?
Per quanto riguarda gli Stati Uniti questo segnale significa che l’America è pronta a riprendere il suo posto nel mondo, o è soltanto un colpo di coda dell’amministrazione Biden, che sarà spazzato via insieme al suo portabandiera, se a novembre vincesse Trump? Infatti l’opposizione alla concessione degli aiuti veniva proprio dai repubblicani estremisti di Trump. È più significativa l’opposizione vincente fino ad oggi, o è più significativa la vittoria di Biden, se pensiamo che egli l’ha celebrata inserendola nel destino dell’America? Infatti ha detto: «Oggi i membri di entrambi i partiti alla Camera hanno votato per promuovere i nostri interessi di sicurezza nazionale e inviare un messaggio chiaro sulla potenza della leadership americana sulla scena mondiale. In questo punto di svolta critico si sono uniti per rispondere alla chiamata della storia». Dunque non una decisione contingente, ma la riaffermazione di una precisa linea politica per l’oggi e per il futuro. Sempre che Biden vinca le elezioni o sempre che Trump, vincendo, ribalti la sua demagogia attuale, e mostri qualche interesse per la «leadership americana sulla scena mondiale». Cosa di cui si è in diritto di dubitare.
Per il momento tuttavia quegli aiuti, se sono ambigui per l’Ucraina e l’Europa Occidentale, lo sono anche per la Russia. Infatti per Mosca è come se si fosse chiusa una finestra di opportunità che difficilmente si riaprirà a breve. Non dimentichiamo che, negli scorsi mesi, Volodymyr Zelensky ci ha infinite volte gridato che l’Ucraina era senza munizioni, che i soldati al fronte facevano miracoli di coraggio o addirittura di eroismo per contenere i russi, e che il Paese, sostanzialmente privo di difesa aerea, era vittima delle distruzioni provocate dal nemico: fino a compromettere le possibilità di resistenza. E tuttavia, lo vedevamo benissimo, malgrado questa congiuntura favorevole dal punto di vista bellico, la Russia non ha conquistato importanti porzioni di territorio, né l’Ucraina ha dato segni di volersi arrendere. E, se così è andata nel momento peggiore, come andrà quando quegli aiuti si tradurranno in armi, munizioni e persino aerei?
Ma, sempre in tema di ambiguità, anche i russi sono in diritto di chiedersi: si confermerà, questa volontà di intervento degli americani? Volatile si sono mostrati in passato, e volatile potrebbero mostrarsi in futuro. Tutti siamo appesi all’incertezza del domani, e la Russia più di tutti. Infatti dal suo lato non ci sono incertezze. A meno di un colpo di Stato o dell’eliminazione fisica di Vladimir Putin, la Russia non potrà che continuare a fare la Russia, con le sue sole forze, e contando come sempre sul divieto fatto al popolo di lamentarsi per le morti e le restrizioni che subisce. Viceversa, per quanto riguarda l’Occidente può avvenire di tutto. L’Europa potrebbe svegliarsi dal suo sonno quasi secolare e contribuire seriamente alla difesa ucraina, quand’anche gli americani si sganciassero completamente da questo scacchiere. L’America potrebbe impegnarsi sempre più a fondo per risolvere la questione. Tanto l’America quanto l’Europa potrebbero dichiararsi stufe di questa situazione lasciando l’Ucraina al suo destino: e non sono pochi coloro che in Occidente applaudirebbero questa soluzione.
Qualcuno potrebbe chiedersi: possibile che così grandi avvenimenti della storia dipendano dagli umori di tanta gente disinformata, da tanti governanti ciechi o deboli, in sintesi da una sorta di casualità, di getto di dadi? Purtroppo la risposta è sì. In questo campo resta indimenticabile la lezione della Prima Guerra Mondiale. Uno dei massacri più grandi della storia non ha avuto una causa seria, ma la combinazione di disinformazione, orgoglio, valutazione troppo ottimistica di sé, speranze infondate e cento altre motivazioni di cui non andare fieri. E tuttavia ciò provocò la morte di decine e decine di milioni di giovani.
Homo sapiens? Ma non ditelo neanche per scherzo.

ANFIBOLOGIA STATUNITENSEultima modifica: 2024-04-21T09:23:03+02:00da gianni.pardo
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4 pensieri su “ANFIBOLOGIA STATUNITENSE

  1. Gentile Signora Ferrari,
    si può essere d’accordo o no, sul suo commento, ma è notevole il livello delle considerazioni. La ringrazio.
    Un solo appunto: il rapporto dell’uomo con la morte è particolarmente interessante, perché da un lato è l’unico animale che “sa” di dover morire, dall’altro, troppo spesso sembra credere che a lui non succederà. Per non parlare delle religioni che gli promettono che non morrà…

  2. “Homo sapiens? Ma non ditelo neanche per scherzo.”
    Credo che nella spiegazione di certi comportamenti dell’animale mammifero bipede chiamato “umano” giochino diversi fattori. Da un lato l’acquisizione del proprio “valore individuale”, primario rispetto all’appartenenza al clan come “particella”. Questo ha generato l’orrore per la morte (“come, ANCHE IO dovrò morire, io che VALGO”?; da vedere in che senso e per chi) e la certezza, per chi si sente BUONO (cioè di aver vissuto secondo valori “alti”) di andare comunque a finire tra tanti altri “buoni”, e perfino, un giorno, di risorgere.
    Ma dall’altro, avendo bisogno degli altri per realizzare la propria vita (“essere sociale”) riconosce l’immersione nel clan e ne difende il ruolo nel mondo ed i “valori comuni” (non necessariamente “alti”, specie se glieli sono stati inculcati come unici legittimi), indirettamente difendendo se stesso. E proprio da quest’ultimo aspetto ritorna la figura del branco, dello sciame, della guerra sotto una bandiera e un capo. Ma se in guerra un animale umano muore, ritorna il primo aspetto e se ne cerca il corpo e lo si piange, per il suo “valore individuale” a prescindere.
    Naturalmente è trascurato che l’unico “branco” dovrebbe essere quello degli umani. Ma opposto a questo non esiste un altro branco: ancora non sono arrivati gli “alieni” da un’altra galassia. E quindi riusciamo a rendere “alieni” gli altri branchi.
    P.S.: concordo con quanto detto non ricordo da chi: il buon dio, nella creazione, poteva fermarsi allo scimpanzè, e godersi il creato sdraiato su un’amaca a fumarsi il sigaro.

  3. Credo poco alla generosità altrui. In questo campo, spesso, i benefattori vogliono essere pagati in contanti. Soprattutto se sono sono poveri come la Corea del Nord o business-minded come la Cina.

  4. “La Russia non potrà che continuare a fare la Russia, con le sue sole forze…”

    Sfortunatamente anche con il supporto (diretto o indiretto) di Cina, Iran, Nord Corea, ecc. ecc.

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