GUERRA OFFENSIVA, GUERRA DIFENSIVA

L’art.11 della Costituzione è una solenne baggianata. Eccolo: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”. Settantasette anni dopo la sua approvazione, l’Italia, invece di riconoscere che l’articolo è inapplicabile, si contorce per arrivare ad agire secondo buon senso. E ovviamente i risultati sono imperfetti.
Il principio è ottimo: purtroppo nessuno Stato ha mai confessato d’aver dato inizio ad una guerra d’aggressione. Roma conquistò un immenso Impero per difendersi, per avere un altro Stato cuscinetto che allontanasse la minaccia successiva. E niente di diverso ha fatto la Russia, soprattutto perché priva di confini naturali. Perfino Hitler – un vero aggressore, se mai ce n’è stato uno – si aggrappò al concetto di Lebensraum, spazio vitale: insomma attaccò la Cecoslovacchia e la Polonia per sopravvivere. Per questa parte la formulazione dell’art.11 è dunque inutile. Chiunque volesse aggredire poi direbbe che la sua non è una guerra d’aggressione. È un’operazione militare speciale. I nostri militari compiono “missioni di pace”. Sono armati, certo, ma poco. Sparano, ma a malincuore.
La rinuncia alla guerra “come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali” non è meno discutibile. Cercare di evitare i conflitti mediante negoziati è cosa giustissima. Si potrebbe essere sicuri di evitare la guerra soltanto se si potesse essere certi che la trattativa avrà successo, sempre e comunque. Ma così non è. Per giunta, chi affermasse che non ricorrerà in nessun caso alle armi, sarebbe soccombente in ogni negoziato: proprio perché la controparte saprebbe in anticipo che, in caso di rottura, l’altro cederebbe.
Il resto dell’articolo 11 ipotizza una polizia internazionale in grado di assicurare la pace. Ma questa polizia internazionale non esiste. L’Onu non ha un esercito. Se gli Stati Uniti non avessero voluto essere il braccio armato dell’Onu, e in realtà se non avessero voluto contenere l’espansionismo comunista, chi avrebbe impedito alla Corea del Nord di annettersi la Corea del Sud?
L’Onu, d’altra parte, è tutt’altro che un modello di giustizia e imparzialità. Da decenni quella nobile organizzazione rivede le bucce del comportamento di Israele per dare soddisfazione alla “maggioranza automatica” (notoriamente composta da nazioni antidemocratiche) e chiude gli occhi sulle aggressioni mortali subite da quel piccolo Paese. Che per fortuna sua non ha ripudiato la guerra. Se la guerra è una cosa troppo seria per lasciarla fare ai generali (Clemenceau) figurarsi se se ne può delegare la decisione a chi ha creduto di esorcizzarla con le parole.
Inoltre, parlando seriamente, la distinzione fra difesa e offesa è più labile che non si pensi. Esempio. Vivo in una dittatura e il dittatore incarica il suo migliore cecchino di uccidermi sparandomi da mezzo chilometro. Io non posso sottrarmi alla minaccia (perché per mestiere opero all’aperto) e non posso denunciare il fatto alla polizia, che è d’accordo col dittatore. Se uccido io quel cecchino, l’unico tecnicamente in grado di portare a termine l’incarico, ho agito per difendermi o per aggredire? Certo è che, se aspetto che lui agisca per primo, al massimo poi qualcuno potrà vendicarmi. Ma io sarei morto. Non so voi, ma io ucciderei il cecchino.
Nel 1967 (dopo il casus belli della chiusura degli Stretti di Tiran) l’aviazione israeliana attaccò quella egiziana distruggendola totalmente al suolo. E poi vinse la guerra. Israele aveva la giustificazione giuridica del casus belli ma, se non l’avesse avuta, e fosse stata certa delle intenzioni aggressive di Nasser, avrebbe fatto bene a distruggere lo stesso l’aviazione egiziana. Sempre guerra sarebbe stata.
Quando si tratta di guerra non bisognerebbe discuterne comodamente seduti in poltrona, ma in una trincea, coperti di pulci e pidocchi, e dove presto forse arriverà un colpo di mortaio che ci ucciderà tutti. Vale anche per il Mar Rosso e per tutti i riguardi usati per gli Houthi. Come se non si arrestassero i criminali alle cinque del mattino per non disturbare la famiglia. A costo di bussare alle 8,30 e sentirsi rispondere dalla moglie: «Il noto assassino? È uscito. Ripassate più tardi». Gli Houthi affondano le navi occidentali, tagliano i cavi di internet con l’Oriente, e noi consideriamo troppo aggressivo andare a sterminarli a casa loro. Sarà, ma in tutti i secoli passati ci avrebbero guardati come pazzi.

GUERRA OFFENSIVA, GUERRA DIFENSIVAultima modifica: 2024-03-08T13:45:55+01:00da gianni.pardo
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2 pensieri su “GUERRA OFFENSIVA, GUERRA DIFENSIVA

  1. Non bisogna avere paura di Putin. Direi non avere paura dei terroristi nato e dei loro collaborazionisti ,,,

  2. Infatti, tempo fa sentii dire da un noto politico che anche l’opposizione era stata daccordo per l’invio di armi in Ukraina perchè erano armi difensive, ancora non capisco la differenza tra armi offensive e armi difensive.
    Ma possibile che questo nostro paese non abbia il coraggio di dire siamo da questa parte o siamo da l’altra, cerchiamo di essere come gli altri senza prendere una posizione netta.

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