LA CONQUISTA DELLO SPAZIO

Il titolo è enfatico: «Dopo 52 anni gli Stati Uniti tornano sulla Luna». In realtà si tratta soltanto di un lander (ogiva capace di atterrare sul suolo lunare) e si parla degli Stati Uniti – non degli americani – perché, appunto, non ce n’erano a bordo. Ad essere accurati, in fondo non si può nemmeno dire che siano stati gli Stati Uniti a tornare sulla Luna: infatti il razzo è stato lanciato da una società privata. In realtà la notizia non ha entusiasmato nessuno, perché questa tecnica è a punto da mezzo secolo.
Con questo non si intende sminuire il valore tecnologico (e commerciale) dell’impresa: si vuole soltanto sottolineare che in passato tutta questa vicenda della Conquista dello Spazio è stata gonfiata da troppa retorica, da troppa politica, e perfino da troppa propaganda militare. La prima colpa l’ebbe l’Unione Sovietica che strombazzò il primo Sputnik come il sorpasso della Russia sull’America. Per non parlare del successo di avere inviato il primo uomo in orbita, lo sfortunato Iurij Gagarin. I comunisti e i sinistri del mondo intero esultarono senza ritegno.
Che cos’era successo? Era successo che la Russia si era interessata prima degli Stati Uniti a quel genere di prodezze. Così, quando poi questi ultimi si credettero in dovere di accettare la sfida, partirono con l’handicap del tempo perduto. Ma vinsero lo stesso. Tanto che quando, nel 1969, Armstrong e Aldrin atterrarono sulla Luna, la prodezza ebbe soprattutto il valore di una riconferma del primato scientifico e militare americano. Poi, su questo, si innestò l’esplosione di retorica provocata dall’entusiasmo dell’intero mondo. Si parlò di nuova era (l’era spaziale, appunto), di conquista dello spazio, di future mete mirabolanti.
Le persone di buon senso non si facevano di queste illusioni. Armstrong e Aldrin erano due eroi dal coraggio fenomenale, ma l’impresa non avrebbe condotto a nulla. Il suo significato era semplicemente militare, e in questo senso con l’atterraggio sulla Luna la Nasa aveva completato la sua missione. Oltre non si poteva andare. Si poteva migliorare lo spettacolo, a scorno dell’Unione Sovietica, facendo andare addirittura gli astronauti in automobile, sulla Luna, ma di fatto quell’avventura aveva detto tutto ciò che poteva dire. Parlare di conquista dello spazio fu, come è ancora oggi, una solenne scemenza. Le stelle sono tutte lontane parecchi anni luce e un anno/luce corrisponde alla distanza che la luce percorre in un anno. Tradotto in chilometri? Prendete la calcolatrice: 300.000 km al secondo per 60 (un minuto) x 60 (un’ora) x 24 (un giorno) x 365 (un anno). E con questo metro saprete che la Luna è distante un secondo/luce o poco più.
E allora, conquistiamo lo spazio? E pensare che allora i giornalisti non sapevano a quale lirico greco ispirarsi, per celebrare questo nuovo passo dell’umanità. Parlavano di uomini che davano l’assalto alle stelle e altre amenità retoriche. Uno spettatore non ingenuo non poteva che sorridere. «Ma, potrebbe dire qualcuno, almeno sulla Luna siamo arrivati». Ed è vero. Solo che la Luna è totalmente inutile, dal punto di vista economico. Non solo non contiene né aria né acqua, ma è, secondo i momenti, o troppo calda (la faccia illuminata dal Sole) o troppo fredda. Se anche i ciottoli che la ricoprono fossero d’oro, per quanto costa andarci, raccoglierli e tornare, probabilmente costa meno l’oro delle miniere africane. Insomma andare sulla Luna è uno di quei record inutili di cui parla il Guinness: chi ha mangiato più salsicce nel minor tempo, chi è rimasto più a lungo senza respirare, chi ha palleggiato più a lungo con lo stesso piede.
L’uomo non ha conquistato e non conquisterà mai lo spazio. Nessuno può conquistarlo. Lo stesso pianeta Marte, di cui tanto si parla, non soltanto è una meta lontana, difficile ed estremamente costosa (anche in termini di salute mentale degli eventuali astronauti, vista la durata del viaggio) ma andare su quel pianeta non servirebbe assolutamente a niente. Se non a dire: «Ci siamo stati». È vero, è la stessa molla che a suo tempo (abbastanza recentemente) ha fatto nascere l’alpinismo. Ma, almeno, con l’alpinismo si riesce a godere di un bel panorama. Su Marte neanche quello. Persino l’Antartide è più ospitale.
Per completare il quadro bisogna dire che è stupido parlare di alieni, di Ufo e cose simili. Le distanze intersiderali sono tali che la possibilità di incontrare altri esseri viventi o di essere visitati da loro è così inverosimile che è meglio non occuparsene. Parlate di fantasia, non di fantascienza, e sarete più onesti. Materia per film, come i film comici o quelli horror.
Noi esseri umani siamo nati dalla Terra e destinati alla Terra. Addirittura sottoterra, come dice la Genesi: Memento, homo, quia pulvis es et in pulverem reverteris, ricordati uomo che [morirai perché] sei polvere e nella polvere ritornerai. Il programma oggi prevede un’ottantina o poco più di anni, poi la giostra si fermerà. Inesorabilmente.

LA CONQUISTA DELLO SPAZIOultima modifica: 2024-03-06T10:26:36+01:00da gianni.pardo
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5 pensieri su “LA CONQUISTA DELLO SPAZIO

  1. salve dr Pardo,
    concordo con Lei salvo che in merito alla Luna.
    secondo me la Luna sta alla Terra come la cantina sta all’ appartamento del quale è pertinente : un posto il più delle volte poco illuminato, spesso polveroso, non molto comodo…ma che a saperlo sfruttare può essere molto utile….. .

  2. Tutto vero, caro professor Pardo, ma esiste un aspetto importante, per cui probabilmente il gioco è valso la candela: sulla luna si è potuto ottenere il primo punto fermo di osservazione esterno al nostro pianeta. Forse è utile dal punto di vista scientifico come dal punto di vista visivo è meglio avere due occhi che uno. Per il resto sono pienamente d’accordo con lei.

  3. La popolazione mondiale aumenta di circa 200 mila individui al giorno. Provate a mettere duecentomila persone al giorno su un’astronave per spedirli su Marte.

  4. Non dimentichiamo però che alcuni scienziati ritengono la “colonizzazione” di corpi celesti extraterrestri (Marte in primis) un obiettivo imprescindibile, sebbene ovviamente tutt’altro che facile e rapido, per trovare una (parziale) soluzione alla costante crescita demografica della specie umana! Senza dimenticare inoltre le benefiche ricadute tecnologico-applicative dell’esplorazione spaziale e (più in generale) il settore oggi in rapida espansione della ‘Space economy’… Saluti

  5. Eppure una studiosa secondo me seria come Margherita Hack considerava la colonizzazione di Marte necessaria perché l’umanità non finisca arrosto. Bisognerà però prima rendere abitabile Marte.
    Ma penso che ciò avverrà fra millenni o un milione o un miliardo di anni (ammesso che esista ancora una umanità in quel lontano futuro e ammesso che la cosa sia davvero fattibile).

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