GERMANIA

La Germania esagera. È come quei ragazzini che hanno una tale ansia di compiacere il loro superego e i superiori, da spingere le virtù, ed occasionalmente i vizi (pensiamo alla Hitlerjugend), al di là del tollerabile. Prendiamo il rapporto con le armi. Per secoli, sono gli altri Stati d’Europa che hanno fatto più guerre. La Germania, un po’ come l’Italia, da questo punto di vista stava in secondo piano. Poi tutto cambiò con quello spirito militarista prussiano che ebbe la sua consacrazione nella guerra del 1870. La Germania pacifica divenne improvvisamente un fulmine di guerra tanto che, nell’immaginario collettivo europeo, la Germania da sempre è stata militarista. Cosa nient’affatto vera. La vittoria sulla Francia fu una tale sorpresa e un tale trionfo, che la Germania si inorgoglì al di là del giusto, e la Francia si sentì ferita e declassata al di là del giusto. Poi le due guerre mondiali, che la Germania ha perso (con la duplice vendetta della Francia), ma la Seconda dopo aver fatto tremare il globo terracqueo. Da sola.
Il suo orgoglio militare, per il momento in cui Hitler ha dominato l’Europa intera, poteva salire alle stelle, ma le distruzioni e il numero di morti subiti poi dalla Germania non hanno permesso nessuna fierezza. Nel 1945 non era distrutto il territorio e la maggior parte delle città tedesche, era distrutto anche lo spirito dei tedeschi. Un film del tempo, firmato Roberto Rossellini, si intitolò Germania, Anno Zero. I contemporanei quasi si chiedevano: «Riuscirà mai a risollevarsi, la Germania?». Come non bastasse, la vergogna della Shoah ha talmente umiliato quella grande nazione che da quasi ottant’anni non fa che battersi il petto. E, come tutti coloro che hanno un temperamento estremo (come i santi e i condottieri) ha spinto fin troppo oltre le virtù contrarie ai difetti del passato. Alla Germania si è rimproverato il bellicismo, ed ecco che tutta la politica tedesca dal dopoguerra ad oggi è stata tanto pacifista da rischiare di apparire ovina. Le si è rimproverato di avere avuto un esercito capace di mettere in scacco il mondo: e dalla fine della guerra la Germania quasi non ha avuto forze armate. E tutto in proporzione. La Russia sovietica ha rapinato alla Polonia una striscia dei suoi territori, ad est, compensandola poi con territori tedeschi ad ovest. E tuttavia non soltanto la Germania non ha mai parlato di riconquistarli con la forza (e meno male), ma non se ne è mai lamentata. Infine, quando la moda è stata all’ecologismo, la Germania è stata la portabandiera di questa nuova religione. Tanto che su sua ispirazione nella versione originaria del nostro Pnrr, salvo errori, il 70% delle somme doveva essere dedicato alla transizione ecologica o altra ubbia di nome consimile.
Sarebbe bello se gli Stati europei si coricassero un po’ sul lettino dello psicoanalista e si rendessero conto che il contrario dell’aggressività non è l’essere disarmati e imbelli, ma la forza tranquilla. Che il contrario del crimine non è la santità e che per lottare contro l’eccesso di libidine non è necessario castrarsi come fece Origene. Quest’ultima osservazione vale particolarmente per l’ecologia. Se l’Europa rientrasse nelle caverne e vivesse di caccia e raccolta, non per questo migliorerebbe salverebbe l’atmosfera terrestre. Dunque cerchiamo di salvare il pianeta (se veramente è necessario, cosa di cui si può dubitare), ma comunque mai da soli, cioè sacrificandoci solo noi. Perché ci danneggeremmo senza per questo raggiungere il risultato.
L’Italia in particolare dovrebbe fare un bagno di realismo, per quanto riguarda la politica estera e gli armamenti. Oggi abbiamo un governo risoluto e coraggioso (forse perché guidato da una donna) ma non sappiamo quanto durerà. L’intero Paese è ancora convinto che il denaro speso per gli armamenti è denaro buttato; che, se non aggrediamo nessuno nessuno, ci aggredirà (e chi aveva aggredito, l’Ucraina?); che tutte le controversie internazionali si possono risolvere con la diplomazia, come sembra affermare la nostra Costituzione. In totale l’Italia ha volto in virtù la sua storica codardia e sarebbe bello se se ne rendesse conto.
Tornando alla Germania, questa grande nazione si è meritata a lungo il titolo di locomotiva europea, ma è sempre stata restia ad assumersi il carico della leadership. Locomotiva sì, ma riluttante. Gigante economico e nano politico. Invece sarebbe tempo che accendesse i motori delle sue industrie fino ad inondare di armi l’Ucraina e i suoi propri arsenali.
L’Europa del Terzo Millennio non ha più bisogno di una Germania che si batte il petto, ma di una Germania che guida l’Europa alla riconquista della propria dignità.

GERMANIAultima modifica: 2024-03-03T08:11:14+01:00da gianni.pardo
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Un pensiero su “GERMANIA

  1. Analisi fuori della realtà: cercare di capire l’Europa ignorando l’ingombrante presenza del padrone americano è un inutile esercizio retorico.
    Per fermare la locomotiva tedesca è bastato tagliare il tubo del gas

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