IL PDR HA DIRITTO ALLE SUE OPINIONI. E NOI ALLE NOSTRE CRITICHE

Sulla carica della polizia contro un corteo non autorizzato di studenti filopalestinesi, e sulle parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, si sono sviluppati due tipi di reazioni contrapposte. Per l’azione della polizia, l’accusa di repressione da un lato e l’accusa di delegittimazione dall’altro; per le parole di Mattarella o la difesa incondizionata – in qualche caso in termini di lesa maestà – o la critica più o meno esplicita. Basta leggere i giornali.
Sull’intervento della polizia basterà dire che lessa non sarebbe costretta ad usare le maniere forti se ai manifestanti bastasse la dichiarazione: «È vietato procedere oltre». Oppure: «Siete pregati di sgomberare da qui». Nessun poliziotto sogna lo scontro, anche perché può darle ma può anche prenderle. Dunque, in questo caso, a priori ha ragione la polizia. Se poi, malgrado questo a priori, in concreto si dovessero ravvisare delle irregolarità, è giusto che si proceda dal punto di vista disciplinare o penale contro i singoli colpevoli, senza nemmeno mettere in discussione le forze dell’ordine. Per esse, come per tutti i cittadini, vale il principio che la responsabilità è personale, non collettiva.
In particolare, ha detto Salvini (il più risoluto): “Le parole del Presidente si leggono e non si commentano”; “Poliziotti e carabinieri sono quotidianamente vittime di violenza fisica e verbale. Anche in quella piazza”. “Chi mette le mani addosso a un poliziotto o a un carabiniere è un delinquente”. “Chiunque può sbagliare, ma non posso accettare la messa all’indice della polizia italiana come un corpo di biechi torturatori”. “Se si va in piazza con tutti i permessi, senza insultare, sputare, spintonare, non si ha alcun tipo di problema”. Niente di esplosivo.
Quanto all’opposizione, si deve osservare che per essa ogni occasione è buona per dichiarazioni allarmistiche e in qualche caso fantastiche. Fin qui, business as usual.
Più interessanti sono invece le reazioni a proposito del Presidente della Repubblica. La prima cosa da dire è che le funzioni del Presidente sono tassativamente elencate dall’art.87 della Costituzione, ed è facile vedere che fra esse non è incluso nessun intervento politico, a parte, in casi eccezionali, inviare messaggi alle camere. Come controprova si può osservare: qualcuno avrebbe potuto rimproverare qualcosa, al PdR, se non fosse intervenuto in questa materia?
Naturalmente questo non gli impedisce, quale privato cittadino, di esprimere il suo parere su qualunque fatto, politico o non politico, che si verifichi nella nazione. Sarebbe strano che, mentre questo diritto è ampiamente concesso all’ultimo imbecille che desidera consegnare i suoi pensamenti ai social, poi fosse negato al primo cittadino della nazione. Tuttavia in questo caso egli – appunto – non agisce come Presidente della Repubblica ma come cittadino. E come cittadino può essere approvato o disapprovato come qualunque altro soggetto. Invece, in preda ad una sorta di adorante frenesia monarchica, ecco come hanno reagito parecchi membri dell’opposizione. Sandro Ruotolo: “Non era mai successo che esponenti della maggioranza di governo prendessero così platealmente le distanze dal Presidente della Repubblica”. Risposta: forse. Ma è forse vietato dissentire dal sig.Mattarella?
Luana Zanella (di Avs alla Camera) dice di Salvini “Ha passato il segno: giù le mani dal presidente Mattarella, si scusi per le sue parole sconsiderate”. E dire che Salvini ha soltanto detto che si rifiutava di commentare le parole del PdR. Forse ha peccato col pensiero?
Benedetto Della Vedova definisce “impeccabile” il messaggio di Mattarella dimenticando che appunto non di messaggio, si tratta, ma di libera espressione di un’opinione, che come tale è lecito non condividere.
Per infine citare Angelo Bonelli: “Siamo di fronte a una strategia politica della destra che non risparmia neanche il presidente della Repubblica Mattarella”. E se non l’hanno risparmiato, significa che l’hanno ucciso. Per fortuna non risulta.
In sostanza Much ado about nothing, come suona il titolo di un’opera di Shakespeare.

IL PDR HA DIRITTO ALLE SUE OPINIONI. E NOI ALLE NOSTRE CRITICHEultima modifica: 2024-02-27T12:10:58+01:00da gianni.pardo
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3 pensieri su “IL PDR HA DIRITTO ALLE SUE OPINIONI. E NOI ALLE NOSTRE CRITICHE

  1. Il problema è che nel mondo capovolto di oggi i concetti di normalità ed anormalità sono invertiti: da che mondo è mondo, esiste una cosa chiamata ordine pubblico e le manifestazioni devono essere a) autorizzate b) svolgersi in un percorso autorizzato. Non ci vuole molto per non farsi manganellare: non a caso non si muove mezzo manganello nel 99% delle manifestazioni e quelle poche volte che succede è sempre con gli stessi soggetti (coincidenze).
    Se non rispetti queste regole da solo, è nomale che le forze dell’ordine te le fanno rispettare con la forza: è sempre stato così fino a ieri. Ora non più: il PdR ci dice che so’rragazzi. Lasciamoli giocare. Come il genitore deve educare i figli senza nemmeno mezzo scappellotto, lo stesso devono fare i poliziotti.
    Peccato solo che, qualora i ragazzi avessero raggiunto il consolato americano, non sembra molto probabile che le intenzioni fossero quelle di chiedere informazioni o rinnovare qualche documento scaduto. E tutti avrebbero accusato i responsabili dell’ordine pubblico di averli lasciati passare.
    Se c’è un mestiere da non fare oggi è il poliziotto.

  2. Quando mattarella parla lo fa da presidente perché chi lo ascolta tale lo vede. I poliziotti o sono stati emeriti imbecill oppure hanno obbedito a ordini sinistrorsi. Eravamo a pochi giorni prima delle elezioni in Sardegna vinte per poco. Questo poco.

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