CONTE E IL MAR ROSSO

Giuseppe Conte è un personaggio impagabile. Saputo che l’Italia sta per partecipare ad una forza che renderà sicura la navigazione nel Mar Rosso, ha detto: «Non mi sembra che farsi coinvolgere in un ulteriore conflitto sia il nostro obiettivo. Ma siccome bisogna essere ossequiosi a Washington manderemo una fregata e forse delle armi». Ha parlato di turboatlantismo ed ha anche detto: «Noi eravamo avamposto del dialogo nell’alleanza atlantica che – ha precisato – io non metto in discussione».

Ricordiamo i fatti. Tutti sappiamo che i ribelli Houthi dello Yemen, sovvenzionati, armati e istruiti dall’Iran, spadroneggiano nel territorio vicino allo stretto di Bab al-Mandab (Yemen), da cui sparano missili a tutta forza contro le navi occidentali, a loro dire per combattere contro Israele. Ovviamente sono sciocchezze, ovviamente hanno fatto danni e certo hanno creato un aumento del costo dei trasporti. Chi attacca la libera navigazione in tutti i mari del mondo opera non contro un Paese o un altro (costituirebbe comunque un casus belli, come la chiusura degli Stretti di Tiran – siamo in zona – da parte di Nasser contro Israele, nel 1967) ma contro tutti i Paesi. La cosa è talmente evidente che in questo caso, dopo aver pazientato per qualche giorno, si è creata una coalizione di una decina di Paesi (tra cui gli Stati Uniti, la Francia, la Gran Bretagna e l’Italia che ha appena mandato una fregata) che presto farà pagare cara allo Yemen e agli Houthi la loro minaccia. La sproporzione delle forze è inimmaginabile e non staremo a commentarla. Quanto all’Italia, inviare una fregata – una nave più piccola di un cacciatorpediniere – corrisponde più o meno ad un gesto simbolico.

Giuseppe Conte è un tale personaggio che bisogna guardarsi dal qualificarlo. In generale bisogna accuratamente occuparsi di ciò che ha detto, ma senza mai usare aggettivi o definizioni dell’uomo. A scanso di querele. Se poi anche le sue parole fanno pensare al lettore che quell’uomo ha detto o dice sciocchezze, è cosa che non ci riguarda.

Vediamo gli errori contenuti nella prima accusa, secondo cui l’Italia si sarebbe fatta coinvolgere in un ulteriore conflitto. L’Italia non si è fatta coinvolgere in nessun ulteriore conflitto, dal momento che attualmente non è in guerra contro nessuno. In secondo luogo, quella del Mar Rosso è piuttosto un’operazione di polizia o, se vogliamo, una disinfestazione. Una guerra sui mari o per i mari – come quella di Pompeo contro i pirati, se Conte ne ha sentito parlare – è cosa di ben altro ambito e di ben altra portata. Inoltre, il verbo coinvolgere implica che la questione riguardi altri, e non noi. E non è così. Anche le nostre navi, o le navi dirette in Italia, e provenienti dall’Oriente o dirette in Oriente – passano dal Mar Rosso e dal Canale di Suez. E se queste navi fossero obbligate a circumnavigare l’Africa, l’aumento del costo del trasporto si rifletterebbe sul costo delle merci una volta arrivate sul mercato. Insomma, che Conte lo sappia o no, sono coinvolte le tasche degli italiani. La questione ci riguarda personalmente e nessuno ci coinvolge. Ché anzi, se mandiamo soltanto una fregata, è per dire che ci stiamo, ma è evidente che il grosso del lavoro lo faranno gli altri. Il nostro obiettivo – se Conte non lo sa – è mantenere la libertà dei nostri commerci. A lui sembra un obiettivo insignificante, all’Italia no, ma ovviamente – come in altri casi – tutta la saggezza geopolitica del mondo si è rannicchiata nel cervello del signor Giuseppe Conte.

«Una fregata e forse delle armi», dice poi. Come qualcuno che dicesse: «Gli manderò un falco e un gipeto, e forse degli uccelli». Facendo sorgere la domanda: e allora falco e gipeto che cosa sono, insetti?

Ma qual è la ragione per la quale ci saremmo fatti coinvolgere nel conflitto? La necessità di essere ossequiosi a Washington. Nella mia ignoranza, io avrei detto verso Washington, perché a Washington è un ovvio complemento di stato in luogo. E, se Conte permette, se proprio dovessi inchinarmi agli americani, preferirei farlo da qui. Per quello che vale. Comunque, vedere la storia in quest’ottica, è come vederla dal buco della serratura, o leggendo i rotocalchi in cui tutto è affare di corna. Io non so se Conte sia stato ossequioso, nei confronti di Washington quando è stato (ahimè) Presidente del Consiglio dei Ministri, e nemmeno mi stupirebbe. Ma, per quanto ne so, gli statisti italiani hanno da sempre considerato gli Stati Uniti il nostro principale alleato. Anche senza necessità di inchinarsi, ma rimanendo – secondo l’occasione – in piedi o seduti.

Ma Conte, nel breve comunicato riportato dall’Ansa, avendo accusato l’Italia di turboatlantismo (che espressione icastica, signora mia!) ha anche detto, intendendo che non siamo disposti a combattere, che: «Noi eravamo avamposto del dialogo nell’alleanza atlantica che io non metto in discussione». Lui non mette in discussione il dialogo, nell’alleanza atlantica, ma non è disposto a collaborare militarmente. È una posizione legittima. Soltanto che contraddice il concetto di alleanza. Perché si traduce in questi termini: «Noi siamo alleati ed io ti farò tutti gli inchini che vuoi; sarò anche disposto a dialogare con te sul tempo, sui risultati di calcio e sugli amori dei divi. Ma, se vengono degli assassini a casa tua per farti fuori, non ti aspettare che io venga a difenderti. Essendo ovvio che neanche tu muoverai un dito per difendere me in un caso analogo». Che sembra essere un nuovo concetto di alleanza, avv.Conte, di cui prendiamo buona nota per i nostri futuri studi di storia, di linguistica e di geopolitica.

CONTE E IL MAR ROSSOultima modifica: 2023-12-25T19:13:54+01:00da gianni.pardo
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Un pensiero su “CONTE E IL MAR ROSSO

  1. Solo una piccola precisazione grammaticale. Leggo: “… perché a Washington è un ovvio complemento di stato in luogo.”
    Non è così ovvio: la preposizione “a” regge anche complementi di moto a luogo (vado a Washington), di termine (dedicato a Washington) e di tempo (parto a mezzanotte).
    Il che però nulla aggiunge alla stima che si può avere nei confronti del ‘soggetto’ considerato.

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