LA STUPIDITA’ È IN DISCESA

La stupidità è in discesa. Non nel senso – augurabile – che ce ne sia sempre meno, ma nel senso che non bisogna faticare per essere stupidi ed anzi, se lo siamo, tutto ci favorisce. Prendiamo ad esempio una forma classica di stupidità: il conformismo. Se il conformismo impone di affermare qualcosa di sciocco, di infondato, di inverosimile, ma di fatto è ciò che pensa la maggioranza, chi la afferma troverà subito consenso. Dunque chi è timido, chi teme di affrontare il dissenso, chi cerca un consenso facile, se appena appena propendeva per quell’idea, se ne farà convinto portavoce. Passando subito all’incasso della popolarità.
La stupidità inoltre crea consenso perché è solida e rassicurante. Se,incontrando qualcuno, vedo che ha in tasca il giornale XY, notoriamente antigovernativo, potrei chiedergli se veramente si fida di tutto quello che legge su quel giornale. Correndo il rischio che mi risponda, piccato: «E lei si fida dei giornali filogovernativi?». Se invece gli dico: «Ha visto come piove?» mi sorriderà e forse mi dirà: «Io questo tempo non lo capisco più. O fa troppo caldo, o fa troppo freddo; o piove troppo o troppo poco». Verrebbe voglia di rispondergli: «Ha ragione, piove: governo ladro!». Ma se si accorge del sarcasmo ci si gioca, se non un amico, un conoscente. E perché mai si dovrebbe farlo? Se si vogliono confermare i buoni rapporti – e che, come avrebbe detto Pangloss, tutto va al meglio nel migliore dei mondi – bisogna dire: «Proprio come dice Lei. Ha proprio ragione. Lo dico sempre anch’io».
La stupidità costituisce l’ubi consistam comune, ciò su cui potremo trovarci tutti d’accordo. Ciò su cui si fonda l’armonica convivenza di una comunità. Quand’ero un ragazzino ero abbastanza perbene e non avrei nemmeno gettato per terra un pezzo di carta. Ma i genitori dei miei amici mi guardavano con sospetto. Sapete perché? Era troppo evidente che pensavo con la mia testa. Dunque ero pericoloso.
Effettivamente c’era qualcosa di vero. Lo sapeva benissimo la Chiesa quando definiva eresia, punibile con la morte, avere opinioni personali. Del resto anche in campo laico il pensiero a volte è dinamite. Ecco un esempio: il diritto penale è fondato sulla responsabilità, cioè su questa affermazione: «Ti sei comportato male mentre potevi comportarti bene ed ora ti punisco». Perfetto. Ma che cosa dimostra che il soggetto aveva quella libertà? Niente e nessuno. Scientificamente la cosa più probabile è il determinismo psichico. Perfino Immanuel Kant ha rinunciato a dimostrare quello che allora si chiamava libero arbitrio. Dunque il diritto penale è fondato su una presunzione indimostrata. Ed esso è in contraddizione con sé stesso quando assolve l’imputato infermo di mente. O siamo liberi o non lo siamo, e invece il diritto penale – il diritto penale di tutto il mondo – sta col piede in due staffe. Non è un ragionamento pericoloso, questo?
Al contrario, il qualunquismo semplifica tutto. Dite, indignati: «Bisognerebbe condannare all’ergastolo chiunque uccida» e riceverete molti applausi. Sentite che una donna è stata uccisa dal suo uomo? Gridate insieme con gli altri: «Mai più», e sentirete mille echi di consensi. Poi, il giorno dopo, vi accorgete che un’altra donna è stata uccisa, ma non importa. La stupidità è infrangibile.

LA STUPIDITA’ È IN DISCESAultima modifica: 2023-12-23T17:12:16+01:00da gianni.pardo
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