SPIEGARE IL COMPORTAMENTO DI ISRAELE

In questi giorni Israele sembra irriconoscibile. Mai vista tanta decisione, tanta coerenza, tanta – per così dire – spietatezza. Del resto il governo aveva avvertito: «Vedrete ciò che non avete mai visto». E tuttavia non solo questo atteggiamento ha una spiegazione, ma se ne possono anche indicare i colpevoli: gli Occidentali. Tradizionalmente con gli arabi – e i palestinesi in particolare – Israele ha avuto un comportamento comprensivo e a tratti generoso. Ha sempre cercato la pace, tanto che è passata in proverbio l’espressione: pace in cambio di territori. Ma non è mai stata vera, perché i palestinesi in quei territori includono quello su cui gli israeliani posano i piedi.
La suddivisione della Palestina in due Stati (1947) era palesemente assurda, perché lo Stato di Israele era fin troppo minuscolo ma soprattutto – se non ricordo male – perché spaccato su due territori separati. E tuttavia gli israeliani lo accettarono. Furono i palestinesi e gli altri Paesi arabi che non l’accettarono. Anzi dichiararono guerra agli ebrei nella speranza di ributtarli a mare. E fu la guerra del 1948.
Il tentativo fu ripetuto almeno altre due volte (1967 e 1973) con identico risultato. Ma ciò cui l’Occidente non ha mai badato, malgrado i mille tentativi di realizzare il progetto di Due Popoli Due Stati, è che gli arabi dichiarano sempre la loro volontà di eliminare Israele, uccidendo tutti gli ebrei e scacciando dalla Palestina i superstiti. Se mai – purtroppo – ce ne dovessero essere. Sostanzialmente l’Occidente, e colpevolmente molti israeliani, hanno reputato che la volontà di uccidere tutti gli ebrei fosse solo l’intenzione di alcuni fanatici; che insomma la Umma, cioè la generale comunità islamica, non parlasse sul serio. E questo atteggiamento di benevolo scetticismo è perfino sopravvissuto allo Statuto di Hamas (comunque lo si definisca) secondo cui questa organizzazione ha come missione l’eliminazione dello Stato di Israele.
Questa posizione – che abbiamo chiamato di benevolo scetticismo – è esattamente la stessa che ebbe l’Europa quando lesse il famoso libro di Hitler, Mein Kampf (La Mia Battaglia). Hitler aveva espresso chiaramente le sue intenzioni, e infatti fece poi quello che aveva annunciato prima: ma nessuno lo aveva preso sul serio. Un errore che è costato la vita a sei o sette milioni di innocenti. Il bene è a volte inverosimile, il male difficilmente lo è. E come la Shoah ha aperto gli occhi al mondo – ma soltanto quando il danno ormai era stato fatto – il massacro del 7 ottobre ha aperto gli occhi a Gerusalemme. Al resto del mondo no, ma almeno ad Israele sì.
Ecco che cosa c’è di nuovo: finalmente oggi gli israeliani credono veramente che gli arabi vogliono ammazzarli, se possibile nel modo più crudele. Dunque a Gaza si combatte per sapere chi sopravvivrà, e Israele farà di tutto perché sia Israele. I cittadini di Gaza subiscono una lezione indimenticabile. Stavolta Israele non mette al primo posto la sicurezza dei civili (usati da Hamas come scudi umani) ma la propria. Hamas ha creato punti di resistenza contro i carri armati lungo le strade di Gaza? Israele spiana file intere di immobili, e crea nuove strade, adatte ai suoi cingolati. Ecco perché nelle immagini vediamo così spesso carri armati e fanti che non camminano sul selciato ma sulla sabbia. Hamas crea punti di resistenza nei palazzi di civile abitazione? E Israele, previo avviso, distrugge quei palazzi. Lo stesso fa per i condomini su cui sono montate rampe di lancio di missili contro Israele. A decine, a centinaia, a migliaia. E gli immobili di Gaza sono stati distrutti al 60%. Ma non finisce qui: dal momento che Hamas adora porre le sue centrali di comando, i suoi depositi di armi ecc. sotto gli edifici intoccabili – come le moschee, le scuole, gli ospedali, e simili – Israele in primo luogo distrugge questi immobili. Hamas detiene gli innocenti sequestrati al buio sottoterra? Gerusalemme tiene i terroristi arrestati immediatamente dopo il 7 ottobre al buio, in carceri sotterranee. La facciamo breve: salvo uccidere volontariamente dei civili, Israele non si è vietato nulla di ciò che – per quanto costoso per Gaza – sia utile alla sua vittoria e all’eliminazione di Hamas.
Ecco ciò che i Paesi islamici e gli Occidentali non capiscono. Israele, assistendo alle scene di giubilo a Gaza dopo il massacro del 7 ottobre, ha finalmente capito che non stanno lottando contro un nemico che vorrebbe vincerli (non ce l’hanno mai fatta, dal 1948), ma contro un nemico che vorrebbe ucciderli, se possibile dopo averli violentati e mutilati. A questo punto, la guerra come dev’essere, spietata e simmetrica; con l’unica eccezione dei massacri volontari, perché Israele vuole rimanere migliore dei arabi suoi nemici.
Tutto questo ci fa capire perché Gerusalemme non ascolta nessuno, nemmeno le pressioni degli Stati Uniti. Perché è stato costretto ad una voglia di vendetta irresistibile e devastante. Oggi non soltanto è disposta a far soffrire chi la voleva uccidere, ma vuol far sapere al mondo che cosa è disposta a fare se si rende conto che ne va della sua esistenza. Noi non stiamo assistendo alla guerra fra un piccolo Paese e un gruppo terroristico chiamato Hamas (sostenuto dalla popolazione di Gaza), noi stiamo assistendo ad un capitolo di fantastoria: gli ebrei del campo di sterminio – quegli stessi che stavano per essere avviati alle camere a gas – si son finalmente visti in possesso di fucili, carri armati e aeroplani per combattere contro le SS e per fermare il Mulino di Auschwitz. Stanno combattendo contro l’antisemitismo sterminatore che tanto spesso, nel corso della storia, ha avuto mano libera contro gli ebrei inermi. Oggi chi alza la canna di una pistola contro di loro è avvertito che potrebbe essere investito da una cannonata. Ben meritata.

SPIEGARE IL COMPORTAMENTO DI ISRAELEultima modifica: 2023-12-17T17:43:14+01:00da gianni.pardo
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3 pensieri su “SPIEGARE IL COMPORTAMENTO DI ISRAELE

  1. Uno dei maggiori problemi per l’esercito israeliano, in questo momento, e’ di poter distinguere tra miliziani di Hamas e civili palestinesi. Il fatto che i miliziani vigliaccamente non usino una divisa rende questo compito oltremodo difficile. Certo non si puo’ concepire che un soldato israeliano fermi un palestinese a caso e gli chieda: “Scusi, lei e’ di Hamas?”. Dunque che fare? Una possibilita’ sarebbe per l’ IDF quella di non attaccare per primi, e limitarsi a rispondere al fuoco. Con conseguenti altissime perdite. L’unica soluzione sicura sarebbe di sterminare interamente la popolazione di Gaza, ma questa ovviamente non e’ una possibilita’ concreta. Non e’ un momento facile per Israele.

  2. Ugo Volli sulla rivista online “Shalom”
    Insomma ci sono contraddizioni fra Israele e Biden, ma anche fra Biden e Biden; e Hamas lavora per approfondirle chiedendo non una tregua provvisoria, ma una fine definitiva della guerra che sanzionerebbe la sua vittoria. E se tale pretesa assurda provocherà più morti e distruzioni fra gli abitanti di Gaza e anche fra i suoi stessi miliziani, non importa: l’ideologia di Hamas richiede di “amare più la morte che la vita”, anzi, di desiderare soprattutto “il martirio”. È un dato da tener presente, perché era stato rimosso dai vertici militari e politici di Israele: con gente del genere (con loro, con Hezbollah, con gli Houti, con l’Iran), la deterrenza non funziona. Solo la distruzione totale delle loro forze li può fermare.

  3. Sono apparsi oggi pomeriggio i video (anche realizzati da Hamas) che mostrano la costruzione di tunnel larghi abbastanza da permettere il trasporto di mezzi con terroristi fino al valico di Erez, da cui sono sbucati non visti per conquistare la base dei militari IDF:
    Hanno avuto mesi, anni per prepare l’ultimo colpo della loro vita, per dare a Israele il pretesto di eliminarli in modo definitivo.
    Israele è stata sorpresa dall’attacco di Hamas, ne ha pagato un prezzo atroce, ma i terroristi si sentivano al sicuro nelle loro basi sopra e sotto terra, confidavano nella protezione dell’ONU e di tanti altri, a Oriente e a Occidente.
    Erano sicuri che Israele si sarebbe fermata, come al solito.
    Ma questa volta pare che non si fermino, in zona di guerra non ci sono civili, quelli che sono rimasti sono complici, sono stati avvertiti.
    Temo per loro che stavolta si siano sbagliati, per l’ultima volta: saranno aiutati a realizzare il loro sogno, morire da martiri

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