CINA

Il futuro della Cina, come il futuro di qualunque altro Paese, è misterioso. E tuttavia – sempre tirando ad indovinare – si può pensare che quel grande Paese si sia avviato verso un futuro che somiglierà ben poco al passato.
La Cina classica – stavo quasi per dire eterna, talmente è antica – è stata caratterizzata da una visione del mondo molto diversa da quella occidentale. La filosofia greca, cioè la radice stessa del pensiero occidentale, comincia confondendo metafisica e scienza. In altri termini, cercando la spiegazione del mondo. In Cina invece sin dal primo momento non si hanno né eccessive curiosità per spiegare il mondo – e infatti la scienza fa ben pochi progressi, per millenni – né eccessive curiosità per le grandi domande: c’è un Dio? Qual è il destino degli uomini? Gli uomini hanno un’anima? E via dicendo. Il grande problema della Cina non è né scientifico né economico, è etico: l’ideale non è la verità, la vittoria, la salvazione, ma – molto più semplicemente – la saggezza. Il saggio deve essere moderato, tollerante, sorridente, sensibile alla bellezza della natura e dell’arte. Deve capire che il meglio che possa dare la realtà è la conversazione con un amico, la contemplazione del cielo, di un uccello che canta su un ramo. Scrivere, in bella calligrafia (un’arte, per loro) una poesia delicata, in compagnia di una buona tazza di tè. Il grande ideale della Cina è l’arte del vivere. Con questa ricetta si può certo vivere felici, ma si rischia di essere dominati da chi la polvere da sparo (inventata dai cinesi) non la usa per i fuochi d’artificio ma per gli archibugi e i cannoni. Ed infatti, ad un certo momento della sua storia, la Cina si è resa conto che , a forza di rimanere uguale a sé stessa, aveva perso l’autobus. Per questa ragione – un po’ come aveva prima fatto Mustafà Kemal (Atatürk) – Mao Tse Tung ha creduto di rivoluzionarla e aggiornarla aderendo al comunismo. Quest’uomo che voleva rendere i cinesi prosperi e felici li ha però resi schiavi e miserabili mentre lui, da buon cinese, componeva poesie. Miserabili è dire poco: malgrado la loro pazienza e tradizionale operosità, Mao è riuscito a farli morire di fame. Tanto che il regime dal punto di vista economico è crollato, anche se è rimasto in vita dal punto di vista politico. La Cina è oggi una dittatura con un’economia in larga misura liberale. Del resto i due concetti non sono antagonisti:anche in Europa né Mussolini né Hitler hanno rovinato i loro Paesi, dal punto di vista economico. Ci sono riusciti lo stesso egregiamente, ma in altro modo.
E così abbiamo avuto la Cina economicamente liberista, partita a razzo a riconquistare tutta la prosperità economica di cui era capace, fino a divenire una grandissima potenza mondiale. Né meno spettacolare è stato il suo progresso scientifico: da Paese che copiava l’Occidente a Paese che esportava prodotti suoi, molto progrediti, in Occidente. Come si concilia tutto questo con la Cina classica?
A mio parere tutto si spiega col passaggio dalla saggezza – per così dire il miglior metodo per governare la propria anima – al pragmatismo tecnologico, per così dire il miglior metodo per soddisfare i propri bisogni economici. Cosa utile, soprattutto dopo avere assaggiato quanto doloroso fosse non soddisfarli per niente.
I cinesi si sono resi conto che il loro modello di vita era elegante e colto, ma inefficiente ed inadatto al mondo contemporaneo. Col loro classico buon senso terra terra – versione pragmatica e piccolo borghese della saggezza – disinteressandosi di politica, hanno accettato la libertà economica come sistema produttivo, si sono rimboccati le maniche e sono divenuti una tale potenza che il mondo si rende conto che il futuro sarà, se non determinato, certo influenzato dalla presenza della Cina. Per odiarla o per amarla, per farle la guerra o per allearsi con essa, la Cina è diventata imprescindibile, nell’orizzonte mondiale. E forse lo sarà ancora di più in futuro.
Oggi essa pretende la diarchia con gli Stati Uniti e, secondo me, sbaglia. L’egemonia non è cosa che si chiede o si estorce. Non si compensano secoli di fiacchezza esagerando in aggressività. Se l’egemonia la meriterà, l’avrà. E se non la meriterà non la otterrà con le armi. L’esperimento dell’Unione Sovietica in questo senso è illuminante.
A mio parere, la Cina in futuro non rappresenterà un pericolo perché la sua tradizionale capacità di riflessione le farà sempre capire che la guerra è un grande male. Un’iniziativa che troppo spesso non dà i frutti promessi, ed anzi quei frutti si raccolgono più spesso sapendo amministrare la pace e i rapporti internazionali.
Un esempio in scala minima è il seguente: in una grande città, se c’è un gruppo di musulmani, si possono avere problemi. In Italia c’è un’intera città, Prato, che è praticamente in mano ai cinesi, e mai essa ha costituito un problema. Perché i cinesi, senza conoscere Voltaire, seguono il suo consiglio: bisogna coltivare il nostro orticello. E non avere grilli per la testa.

CINAultima modifica: 2023-11-10T17:34:57+01:00da gianni.pardo
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2 pensieri su “CINA

  1. In compenso, Voltaire conosceva e (in gran parte per i motivi qui delineati) apprezzava la millenaria cultura cinese.
    Non dimentichiamo poi che Deng Xiao Ping fu forse il primo leader di un regime monopartitico (di destra e/o di sinistra) a rendersi conto che una crescita demografica illimitata NON è sostenibile né tantomeno auspicabile e che conseguentemente varò la famosa legge del figlio unico: indubbiamente un po’ rude ma che ha cmq ridotto sensibilmente la quota complessiva di miseria e di sofferenza della popolazione cinese (anche se ora si sta facendo una preoccupante marcia indietro al riguardo).
    A maggior ragione è dunque auspicabile un dialogo il più possibile “illuminato” tra il Paese del Dragone e il Mondo occidentale.

  2. Credo che Mao, pur essendo stato uno dei maggiori criminali della storia (forse il peggiore in assoluto), abbia contribuito non poco alla trasformazione della Cina. A Mao è stato riconosciuto il merito di aver trasformato la Cina da semicolonia a potenza mondiale leader, con un’alfabetizzazione avanzata, diritti delle donne, assistenza sanitaria di base, istruzione primaria e una migliore aspettativa di vita. Per coloro che sopravvissero al suo disastroso Grande Balzo in Avanti, beninteso.

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