IL PASTO DEL LEONE

Un giorno il leone uccise una gazzella e la portò sotto un albero, per mangiarla comodamente all’ombra. Sull’albero c’erano molti uccelli che si misero a discutere di quanto avveniva al piano terra. “Secondo me il leone non aveva il diritto di ucciderla perché l’ha sorpresa mentre non se l’aspettava. Non è stato leale”, disse un barbagianni. “E tu ti aspetti lealtà da un felino?” chiese un avvoltoio. Ma aveva fame”, lo difese un gufo. “Ah, e ti pare una buona ragione per ammazzare il prossimo?”, insisté l’avvoltoio. “Il suo prossimo sono gli altri leoni”, intervenne un merlo. “E allora perché non li chiama, gli altri leoni, che certamente hanno fame anche loro?”, intervenne puntuta una cornacchia. “Secondo me dovrebbe fare questo”, diceva un marabù. “Secondo me quest’altro”, diceva una cicogna, con aria schifata. Finché il leone si stufò ed emise un tale ruggito che tutti gli uccelli fuggirono via.

Lo stesso avviene con la guerra. Questa è il momento in cui due Stati cercano di risolvere un problema con la forza, ed anche versando fiumi di sangue, se necessario. Di quello che dicono i terzi, mentre sono occupati a schivare i proietti dei cannoni, non potrebbe importargli di meno. E tuttavia, mentre i belligeranti si scannano, i terzi si comportano come gli uccelli di cui sopra. Ecco una serie di titoli di articoletti dell’Ansa, copiati oggi 8 novembre, alle ore 17,45. Hamas disposto a scambiare 12 ostaggi per tre giorni di tregua. Ue: No a presenza di Israele per sicurezza di Gaza. Ue: Inviare grano dall’Ucraina ai civili in Medio Oriente. Hamas: “Abbiamo agito così (7 ottobre) per rilanciare la questione palestinese”. Iran: Israele non raggiungerà i suoi obiettivi a Gaza. Blinken: Israele non deve rioccupare Gaza. Il Papa: La guerra è sempre una sconfitta (soprattutto per chi la perde). Iran: sSe Israele continua a colpire Gaza la guerra si allargherà.

Insomma Israele combatte, può vincere e può perdere, e i terzi pronti a dire quello che dovrebbe fare, se vince, mentre nessuno di loro dice in che modo la soccorrerebbero se perdesse. Come se qualcuno, vedendo un amico giocare a poker gli dicesse, scanzonato: “Poi, se vinci, facciamo a metà, vero?”

Col diritto morale che le danno i suoi morti – quelli del 7 ottobre e i soldati caduti e col diritto bellico che le dà una guerra vinta, Israele di Gaza potrebbe fare qualunque cosa, anche raderla al suolo e uccidere tutti i suoi abitanti. Così come è avvenuto infinite volte in passato. Poiché siamo nel XXI Secolo non lo farà, ma certo non condividerà la vittoria con nessuno. Chi avesse voluto avere una quota degli eventuali vantaggi, correndo i corrispondenti rischi e pagando i corrispondenti costi, avrebbe dovuto prima avere anche una quota di armati impegnati nella guerra. Ma poiché in questa guerra ci sono soltanto Israele e Hamas, sono soltanto loro che ne beneficeranno o ne pagheranno il fio. Astenersi perditempo.

IL PASTO DEL LEONEultima modifica: 2023-11-08T18:38:52+01:00da gianni.pardo
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2 pensieri su “IL PASTO DEL LEONE

  1. Segnalo un giornalista saggista britannico che è inviato a Gaza e descrive bene, a mio parere, quello che succede; confuta le stupidaggini di tanti corrispondenti (anime belle) del main stream basandosi sui fatti.
    fa notare che c’è differenza fra i nazisti e i terroristi di Gaza: i nazisti nascondevano i loro crimini, quelli di Hamas li mostrano con gioia, con orgoglio.
    Ricorda anche che i britannici consideravano corresponsabili i tedeschi dell’ascesa al potere di Hitler e ne fecero pagare le conseguenze alla Germania (7.5 milioni di morti, civili e militari, città rase al suolo).
    La folla festante di Gaza al passaggio degli ostaggi dove si trova ora?
    Chi ha eletto Hamas a Gaza? a che cosa serve fare tanti bambini con l’unica prospettiva di allevare (a spese dell’Occidente) i futuri odiatori/uccisori di ebrei?

    https://twitter.com/DouglasKMurray
    https://douglasmurray.net/

  2. “Ma poiché in questa guerra ci sono soltanto Israele e Hamas, sono soltanto loro che ne beneficeranno o ne pagheranno il fio.” E invece questi eventi stanno avendo un impatto, ad esempio, sulle società multiculturali, come quella canadese, in cui esiste una componente ebraica, e una musulmana in costante crescita. Inoltre la storia degli ebrei, popolo vittima delle nostre ingiustificabili avversione e crudeltà nei loro confronti, rischia di uscire un po’ revisionata in seguito agli attuali tremendi eventi; i quali ci dimostrano che gli ebrei non sono tanto dissimili da tutti noi, non ebrei. E spero, dicendo cio’, di non essere accusato di antisemitismo e revisionismo: accuse che fanno ancora paura in Occidente; ma una paura che Netanyahu rischia di disattivare, direi pericolosamente.

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