IL NATALE NON È UNA FESTA CRISTIANA

Il nostro [di ItaliaOggi] Carlo Valentini giustamente biasima la proposta dell’Istituto Universitario Europeo (checché sia) di ribattezzare la festa del Natale per togliere il riferimento cristiano: “Rispettando così – è scritto nel verbale – il Piano per l’uguaglianza etnica e razziale”. Effettivamente si tratta di una baggianata, ma più grande di quanto si potrebbe pensare.
Quello che i goliardi europei non hanno notato è che la parola Natale non è nata come sostantivo (il Natale, festeggiare il Natale) ma come aggettivo, come fosse “della nascita”. E infatti se uno dicesse “Della nascita” chiunque lo guarderebbe sbalordito. I i romani – che quella festa hanno inventato – parlavano di Dies Natalis, Giorno della Nascita. E già vediamo che nella parola Natale non c’è nessun riferimento cristiano. Essa è nata nella Roma pagana, e prima ancora in Asia, molti secoli prima di Cristo. E a Roma corrispondeva alla festa della Dies Natalis Soli Invicti, giorno natale del Sole invitto. Addirittura in alcuni culti – si veda la coincidenza – la celebrazione si riferiva al Sole rinato, sotto forma di bambino partorito da una vergine.
Ma vediamo perché si è ipotizzata la morte del Sole e la sua rinascita. Tutto è nato da una semplice osservazione: nel corso dell’anno ci sono dì lunghi e dì brevi, anche se il giorno dura sempre ventiquattr’ore. Dunque c’è un momento in cui il Sole rimane sempre meno in cielo, e si alza sempre meno sull’orizzonte, fino a far temere che possa non sorgere più, facendoci tutti morire nel freddo estremo e nella notte. E invece – oh la bella sorpresa! – ecco che un giorno quella triste decadenza, quella lenta morte si arresta, e il Sole, che era sembrato vinto, ecco risorge a nuova vita e ogni giorno sta più a lungo in cielo, ci illumina sempre di più, ci riscalda sempre di più. Gli antichi non avevano idea della ragione del fenomeno, ma fu naturale trasformare il solstizio d’inverno nella festa del Sole. Ecco come si spiega l’entusiasmo che ancora oggi viviamo per il Giorno Natale del Sole che non è stato vinto dalla notte. Dunque la parola Natale tutti possono lasciarla tranquilla al suo posto.
Rimane da spiegare il passaggio dal Sole al Bambino Gesù. Ed anche questo non è difficile. Il Cristianesimo non si è impiantato in una società priva di religione, ché anzi alcune credenze e alcune pratiche erano così profondamente radicate che il Cristianesimo ha deciso saggiamente di “sacralizzarle cristianamente” ed inserirle nella sua dottrina. Il passaggio dal Natale del Sole al Natale di Gesù l’abbiamo visto, cosa particolarmente facile perché nessuno mai ha conosciuto la data reale della nascita di Gesù. Più difficile è risultato sradicare il politeismo, tanto sentito come “naturale”, che la Chiesa Cattolica (a differenza del Protestantesimo, un millennio e mezzo dopo) è scesa ad un compromesso: c’è un solo Dio ma ci sono divinità minori, che è lecito adorare, ma ricordando sempre che Dio rimane uno (anche se trino, misteri su misteri) e queste divinità minori, i santi, non hanno nessun potere autonomo. Possono intercedere presso Dio come un nobile può intercedere presso il re o l’imperatore, perché è in diretto contatto, e in confidenza, con lui. Lo stesso per la Vergine Maria: il culto è ammesso, non perché ella sia una dea, ma perché – essendo la madre di una delle Persone della Santissima Trinità – volete che Dio non la tratti con rispetto? Che si possa permettere di dire no a sua madre?
Né diversamente sono andate le cose per la Pasqua, celebrata dagli ebrei, con ben diverso significato, per secoli prima di Cristo. Essa è una festa collegata alle Piaghe d’Egitto, a Mosè e al ritorno nella Terra Promessa. Niente di cristiano, come si vede. Ma il Cristianesimo ha, per così dire, colonizzato le credenze che ha trovato, dando loro un significato che non avevano e non potevano avere, riferendosi a fatti di molto precedenti.
Ma se tutto ciò riguarda l’antichità, non si può certo dire che la Chiesa abbia perso l’abitudine di “cristianizzare” le feste pagane. Il Ferragosto che, come dice il nome, risale ad Augusto, è divenuto la festa dell’Assunzione in Cielo di Maria. Il Primo Maggio, Festa dei Lavoratori (con bandiere rosse comuniste) è divenuto la “Festa di San Giuseppe Lavoratore”. E questo – credo – in pieno Ventesimo Secolo.
Insomma bisognerebbe dire agli studenti dell’Istituto Universitario Europeo che, casomai, non ci sarebbe da rivedere solo il Natale ma prima ancora, e più a fondo, le loro teste e la loro cultura.

IL NATALE NON È UNA FESTA CRISTIANAultima modifica: 2023-10-28T12:09:22+02:00da gianni.pardo
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