PACE IN PALESTINA

Israele vincerà la guerra che ha mosso a Gaza? Più esattamente: la guerra contro Gaza può essere vinta oppure è impossibile vincerla? Infatti, come ha acutamente osservato qualcuno, è impossibile eliminare tutti i capi di Hamas, sia perché i più importanti sono all’estero, sia perché, anche ad uccidere loro, presto ne sorgerebbero altri. Inoltre perché, è inutile negarlo, Hamas ha il sostegno di buona parte della popolazione di Gaza. Infine – lo abbiamo visto in questi giorni – il movimento antisemita internazionale è al massimo da quando è stata perpetrata la Shoah. Dunque Gaza riceverà ancora sostegno e incoraggiamento da destra e da manca. Insomma, quando Israele si ritirerà, e dopo che sarà stata effettuata una sommaria ricostruzione, tutto riprenderà come prima. Problema insolubile?
Forse no. A stretto rigore di logica, e con molto coraggio, una soluzione esiste. Ovviamente bisognerà affrontare l’impopolarità, ma Israele ne è oggetto già oggi e dunque poco importa se peggiorerà. A torto o a ragione (dal punto di vista dottrinario) moltissimi musulmani sono convinti che ci sono regioni del mondo che Dio ha riservato all’Islàm (Dar al-Islam), tanto che è sacrilegio ci siano in tali regioni Stati di infedeli. È il caso di Israele: e questa convinzione non è priva di conseguenze. Spiega ad esempio perché, dal 1947 ad oggi, non si sia arrivati alla soluzione dei due Stati: infatti per i palestinesi non è questione di quali concessioni Israele possa offrire (come del resto ha già tentato di fare) ma dell’intollerabilità della sua esistenza. Gli arabi e i fanatici musulmani non vogliono che Israele sia buona e generosa, vogliono che se ne vada. Che non esista. Se necessario ammazzando tutti gli ebrei, come sogna Hamas: la quale ha anche mostrato in concreto in che modo bisognerebbe condurre l’operazione. Chi parla di palestinesi oppressi e di due Stati non ha capito niente. Se sono oppressi lo sono dalla loro incapacità di creare ricchezza, e se non hanno un loro Stato è perché lo rifiutano finché c’è Israele. Ma non c’è da stupirsene, quando si ha da fare con gli antisemiti.
Ora, se questa è la protasi, ecco subito l’apodosi. Se c’è intollerabilità e incompatibilità di due Stati sullo stesso territorio, ne consegue che la pace si avrà quando uno dei due Stati sarà eliminato. Purtroppo per gli arabi, la soluzione dell’eliminazione di Israele, lungamente sognata, si è rivelata impraticabile. Rimane l’altra soluzione, l’eliminazione di Gaza. E non volendo attuarla col sistema indicato da Hamas (anche se moralmente Gaza la meriterebbe, trattandosi di reazione uguale e contraria) per fortuna ne esiste un’altra.
Si tratterebbe di sigillare Gaza, in modo che essa non riceva né acqua, né elettricità, né carburante, né cibo né medicinali. Chiudendo tutti i valichi, incluso (dall’interno della Striscia) quello di Rafah. E somministrando agli abitanti lo stretto indispensabile per mantenerli in vita – per così dire a pane e acqua – ma prolungando a tempo indeterminato l’attuale assedio. Ovviamente la vita diverrebbe presto intollerabile, anche in assenza di bombardamenti israeliani, ed anche in assenza di una minima invasione. Tanto che Israele potrebbe emettere il seguente proclama: “Dal momento che la vita a Gaza è difficile, Israele si dichiara disposta a portare a sue spese i profughi verso qualunque Paese musulmano di loro scelta, purché tale Paese sia disposto ad accoglierli. Da questo momento, se soffrono è perché non se ne vogliono andare o perché i fratelli musulmani non li accolgono”. Poi Israele dovrebbe rendere molto chiaro al mondo che, se i profughi non sono accolti dai Paesi musulmani, la colpa delle loro sofferenze è di questi Paesi, non di chi vuole la pace e può ottenerla soltanto eliminando la causa della guerra.
Ovviamente tutti mi daranno torto; ovviamente senza dimostrare in che cosa ho sbagliato: ma a questo – quando si ha da fare con gli antisemiti – si è abituati. Loro finiranno comunque col concludere che è normale voler uccidere tutti gli ebrei, mentre non si può torcere un capello neppure a un terrorista se è antisemita. Una logica che sarebbe piaciuta a Himmler.
In realtà non si può distinguere tra Hamas e popolazione palestinese: non solo i palestinesi vorrebbero eliminare fisicamente tutti gli ebrei, ma in politica internazionale esiste la responsabilità di gruppo. Diversamente non si spiegherebbero i bombardamenti degli Alleati durante la Seconda Guerra Mondiale.
Può darsi che la tesi qui esposta sia inattuabile, non so per quali motivi: ma una cosa è certa, non può essere esclusa perché immorale o inumana. La nostra legge penale esclude la punibilità quando la difesa è proporzionata all’offesa ma, se ciò da un lato vuol dire che non può eccedere rispetto alla gravità dell’offesa, essa può simmetricamente salire di gravità fino alla gravità dell’offesa. E costringere all’emigrazione è molto meno grave che mutilare, stuprare, decapitare o torturare. Dunque Israele ha margine per fare questo ed altro.

PACE IN PALESTINAultima modifica: 2023-10-27T11:31:56+02:00da gianni.pardo
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2 pensieri su “PACE IN PALESTINA

  1. Sarebbe bello quello che lei suggerisce ma ci sono interessi lì che non riguardano solo Israele e gli Arabi (cd palestinesi).
    Turchia, membro Nato e Qatar, ricchissimo piccolo paese, non solo ospitano ma difendono i capi di Hamas. Iran, che negli ultimi anni ha sviluppato tecnologie militari avanzate, finanzia, addestra, arma i terroristi.
    Purtroppo Israele ha sbagliato, si è lasciata sorprendere: sulla stampa israeliana ci sono testimonianze di allarmi dei soldati incaricati della sicurezza che non sono stati presi in considerazione.
    Molti sono morti, alcuni, pochi sono pronti a testimoniare.
    Politici deboli, nazione divisa, gli errori si pagano, ore in balia dei macellai prima che intervenisse IDF.
    Dopo la guerra Israele dovrà indagare e capire, non basta chiedere scusa.

    Sarà l’America a legare le mani ad Israele: l’egemone ha una sola regola, difendere il suo dominio e, da quelle parti (basi militari in Turchia e Qatar), gli interessi americani non coincidono necessariamente con quelli di Israele (la menano ancora con lo slogan dei due stati … le colline di Samaria a 15 km dal Ben Gurion, andiamo bene).

  2. L’antisemitismo esiste, certamente. Ma io non lo vedo come la prima causa del largo sostegno di cui i palestinesi godono nel mondo occidentale. Ci vedo soprattutto l’ignoranza della storia, dei fatti e delle culture dei popoli protagonisti, il solito confuso sentito dire che genera bestialità e la naturale simpatia che in occidente – a sinistra e nel mondo cristiano in particolare – suscitano i popoli opppressi, vera o meno vera che sia l’oppressione.

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