PICCOLO COMMENTO

La guerra Hamas-Israele (la chiamano così) è cominciata alle sette di stamani, sette ottobre 2023. Entro un paio d’ore si contavano quaranta israeliani morti e un numero imprecisato di ostaggi. E tutti hanno parlato con mal repressa ammirazione dell’operazione di Hamas.  Ma alle sedici, nove ore dopo l’attacco, il Ministero della Salute di Gaza annuncia 198 morti nei raid degli aerei israeliani, e 1600 feriti. E quasi nessuno ne parla. Mi chiedo se questa non sia la peggiore dimostrazione del disprezzo del mondo per i palestinesi. Vedono come una vittoria se muoiono solo cinque volte più arabi che israeliani. E non è ancora finita. Neanche gli arabi fossero ratti da eliminare. Veramente molti commentatori disprezzano i civili di Gaza quasi quanto li disprezzano i capi di Hamas, che li fanno morire.

PICCOLO COMMENTOultima modifica: 2023-10-07T16:46:03+02:00da gianni.pardo
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5 pensieri su “PICCOLO COMMENTO

  1. Sono preoccupato. Non è che adesso, sull’esempio di Hamas, dal Südtirol si metterannno a tirare razzi su, chessò, Trento, Mezzolombardo, Cavalese, per sottrarsi all’infame giogo italico che, obiettivamente, li opprime e li rende schiavi di Roma? I terroristi di Sterzing, notoriamente comandati da Peter Girtler (il “battaglione Stafler”) sono capaci di tutto, con i micidiali Schlutzkrapfen, per non dire del Reh in Schwarzbeer-Soße di altri gruppi, contro il quale non v’è difesa.

  2. C’e’ da dire, peraltro, che l’attuale governo israeliano di estrema destra, dominato da fazioni che si oppongono a un accordo di pace con i palestinesi, ha condotto un’annessione di fatto della Cisgiordania. Ha chiuso un occhio sulla violenza dei coloni contro i civili della Cisgiordania, inclusa la furia di febbraio nella città di Huwara, vero atto di barbarie da parte dei settlers israeliani.

    L’attenzione di Israele sulla Cisgiordania potrebbe anche aver creato un’opportunità operativa per Hamas. Secondo Uzi Ben Yitzhak, un generale israeliano in pensione, il governo israeliano ha schierato la maggior parte delle forze regolari dell’IDF in Cisgiordania per gestire la situazione lì, lasciando solo una forza ridotta al confine di Gaza. Secondo questa valutazione, il tentativo di garantire il controllo permanente israeliano sulla Cisgiordania ha creato le condizioni affinché un attacco a sorpresa di Hamas potesse effettivamente avere successo.
    Certo e’, che Gaza e’ una perenne polveriera pronta a scoppiare. E l’atteggiamento dei coloni israeliani non aiuta molto la situazione.

  3. La parola “palestinese” deriva dai Filistei, un popolo che non era indigeno di Canaan ma che, provenendo dal mare Egeo, per un certo periodo aveva ottenuto il controllo delle pianure costiere di quelle che oggi sono Israele e Gaza. Secondo gli antichi documenti egiziani del periodo, che costituiscono la prima menzione scritta di loro, i Filistei raggiunsero la regione intorno al XII secolo a.C., cosa che i documenti archeologici sembrano confermare. Sansone combatte’ contro i Filistei verso il 1050 a.C. Gli ebrei erano la’ circa due-trecento anni prima. Dunque l’antecedenza su quella terra toccherebbe agli ebrei (sebbene essi l’avessero precedentemente conquistata dai Cananei 😀 ). Ma queste sono storie antiche e di nessuna importanza, altrimenti gli Usa dovrebbero essere restituiti ai pellerossa, e cosi’ via.
    Fermo rimane il fatto che i Palestinesi negli ultimi ottant’anni hanno beneficiato della presenza degli israeliani in quella terra, ricavandone lavoro e stabilita’ economica, e puntualmente ripagandoli con attentati continui. Spero, a questo punto, che Netanhyau “metta a posto le cose”, svuotando completamente Gaza della canaglia.
    Credo che Netanhyau debba essere stato tradito dal suo stesso servizio segreto, che non ha mai funzionato cosi’ male dai tempi della guerra del Kippur, e forse stavolta ancor peggio di allora. Pilotato dalla sinistra? Mah.
    Quanto al “risarcimento dopo l’Olocausto”, gli ebrei hanno recitato, nel periodo pasquale, ogni anno la stessa preghiera fin dal medioevo: “Shana abba’ le Jerushalaim”, l’anno venturo a Gerusalemme. Altro che Olocausto.
    E le differenze nel DNA ci sono, eccome. Se no, qualcuno mi spieghi come mai gli israeliani sono all’avanguardia nella tecnologia mondiale, in quasi tutti i campi. E contando su un budget alquanto ristretto, la maggior parte va all’esercito per ovvie ragioni.
    Mi scuso per la lunghezza del commento.

  4. Barzelletta raccontata dal delegato israeliano all’Onu. Mosè dopo che aveva attraversato il Sinai era stanco e impolverato, e decise di fare un bagno. Si guardò in gero e non c’era nessuno. Allora si spogliò, mise i vestiti sotto una pietra per non farli portar via dal vento, e fece un bel bagno. Ma quando tornò i vestiti non c’erano più. Un arabo glieli aveva rubati. A questo punto insorge un arabo: “Ma se non c’erano arabi, in Palestina, in quel tempo!” “Ah sì?”, constatò asciutto Mosè.

  5. Beh, normale direi. Israele è stato fondato come risarcimento danni/rifugio/patria di origine storica di individui – di vari Paesi – che avevano sofferto traumi indicibili, di cui tutto il mondo si vergognava (salvo ripeterli appena possibile in altre occasioni). Individui impiantatisi lì scalzando gli abitanti del luogo (e sarei curioso di conoscere quanta differenza c’è nel DNA tra gli israeliani e i palestinesi: si attendono riferimenti seri) e santificati dalle sofferenze subite e “per natura” (??) più intelligenti e colti degli autoctoni. Titolari inoltre di un diritto universalmente riconosciuto e codificato (“sciò, palestinesi, rispettate le nostre lacrime e lasciateci lavorare per la nostra resurrezione”), quindi non tenuti a comportamenti “educati” (questa è terra nostra, è robba nostra”). Gli autoctoni per un po’ hanno abbozzato (non godendo di alcuna protezione né terrena né divina), poi hanno cominciato a girargli – giustamente – le scatole e hanno cercato anche loro protezioni. Peccato in direzioni e tra regimi volti solo ai propri interessi, che anzi avevano tutto l’interesse a tenere calde le recriminazioni e l’ostilità palestinese, rivestendola anche di “religiosità (di cui ai palestinesi interessa ben poco, da quel che so). E siamo arrivati a questo, altro magma incandescente sotto l’area vulcanica mediterranea. Complimenti agli israeliani e anche ai palestinesi.

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