LA RIVALUTAZIONE DELLA POLITICA

La considerazione della politica è molto bassa. Per molta gente manca poco che politico corrisponda a mangiapane a ufo, a incompetente e a corrotto. Ed è veramente un’esagerazione. Esistono anche politici impegnatissimi nella loro attività, onesti e competenti. Comunque per il politico si può dire quel che si può dire del prete: l’individuo in cui la religione e la politica si incarnano può non essere all’altezza del compito cui è chiamato, nondimeno quel compito è fra i più alti della società.
Partiamo dalla competenza. Molta gente non saprebbe nemmeno montare un mobile Ikea, benché venduto con le istruzioni; molti non sanno usare un cacciavite o capire quale apparecchio ha fatto saltare l’automatico del quadro elettrico. Tutti costoro, dal punto di vista tecnologico, nei vari mestieri potrebbero essere assunti come apprendisti. E sono il livello di partenza della competenza. Salendo il primo gradino, si arriva al muratore, che è già un mestiere da specializzato. E non parliamo del capomastro, del bravo idraulico, del bravo meccanico d’automobile, che sono veramente dei professionisti con anni di pratica alle spalle. E tuttavia, se ci fate caso, essi sono considerati meno del giovane ingegnere specializzato in edilizia, in componentistica o in ingegneria meccanica: perché costoro, mancando magari di conoscere qualche trucco per riparare un congegno, conoscono però i principi generali della materia. Spesso sarebbero in grado di comprendere le cause di certi problemi, andando oltre la pratica corrente, che è l’unica cui si sia dedicato il capo-operaio.
Come si vede, la competenza è una piramide. E dove si colloca il politico? Quel che la gente non pensa è che il politico si colloca perfino più in alto del vertice di quella piramide. Lui non sarà in grado di costruire un muro o posare un pavimento di ceramica (alta specializzazione); non sarà in grado di progettare un nuovo edificio, ma sarà chiamato a stabilire se quell’edificio deve essere costruito. Fino a spese di importi stratosferici come costruire (o no) un’autostrada. Il tutto tenendo presente che, se insieme con i suoi colleghi decide di costruire un nuovo ospedale dove era maggiormente necessario costruire un carcere, danneggia il Paese.
L’importanza dei politici deriva non tanto dalle loro personali capacità, quanto dall’importanza – e dalle conseguenze – di ciò che fanno. In questo campo, oltre all’esempio del sacerdote, si può segnalare l’importanza del grande chief executive officer (Ceo), quello che una volta la gente chiamava “grande manager” e che spesso viene pagato somme astronomiche. Tanto che in Italia – se non ricordo male – per le imprese dello Stato si è stabilito un tetto di 240.000€ l’anno. E non è detto che sia stata una buona idea, perché quel Ceo potrebbe meritare di più e dunque non accettare l’incarico, per “soli” ventimila euro al mese. Come mai questi stipendi da sogno? Semplice: questi signori, con le scelte giuste, possono salvare l’azienda o farle guadagnare milioni di euro in più, a fronte dei quali ciò che le imprese danno a loro ogni mese è un’inezia. Naturalmente, se non fanno miracoli, vanno mandati subito a casa, ma il punto è che le decisioni divengono importantissime quando si muovono somme e interessi colossali.
I politici sono chiamati non a dirigere un’impresa, ma addirittura lo Stato. Che poi lo facciano male o malissimo (come, per l’Italia, dimostra il nostro mostruoso debito pubblico) è un altro paio di maniche. Se, seguendo le previsioni, nel 2024 l’Italia pagherà cento miliardi l’anno di soli interessi sul debito pubblico, immaginate quale stipendio meriterebbe l’impossibile politico che fosse capace di risolvere il problema del nostro debito pubblico. E quale immensa colpa (da condividere con un elettorato incosciente) hanno i politici del passato e del presente.
La politica è la testa del Paese. E un Paese che ha poca testa alla fine ha da pentirsene. Ma la colpa non sarà della politica in sé, sarà della cattiva politica.
Bisognerebbe avere migliori politici e migliori i cittadini: i primi per sapere che cosa fare, e farlo, i secondi per capire quali provvedimenti sono giusti e quali sbagliati. Ma gli italiani sono stati contenti del bonus del 110%: e allora non c’è speranza.

LA RIVALUTAZIONE DELLA POLITICAultima modifica: 2023-09-28T08:31:11+02:00da gianni.pardo
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Un pensiero su “LA RIVALUTAZIONE DELLA POLITICA

  1. Quindi lei ritiene che ci siano quelli in gamba in grado di risolvere i problemi del paese,
    solo che gli italiani non li sanno votare???
    Mah, sarà…
    Per me non esistono, li devono ancora inventare

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