LA CAUZIONE PER I MIGRANTI

di Dino Panigra

Il governo ha pensato di istituire molti Centri di Permanenza per i Rimpatri in cui i migranti che abbiano presentato domanda di asilo politico attenderanno (per un massimo di diciotto mesi) che le autorità decidano la loro sorte. Poiché molti, però, una volta ricoverati nei pochi centri già esistenti, ne fuggono, il governo ha pensato di istituire, per chi vuole allontanarsene, una cauzione di cinquemila euro a garanzia di rimanere reperibili e a disposizione delle autorità. Così chi merita l’asilo l’otterrà, e gli sarà restituita la cauzione: chi non merita l’asilo sarà espulso (ma sempre con la sua cauzione in tasca); chi diverrà uccel di bosco almeno avrà pagato qualcosa per la sua slealtà verso l’Italia.
Il ragionamento non è peregrino. Infatti è vero che molti migranti presentano la domanda ma sanno benissimo di non avere i requisiti per l’asilo politico, e dunque per un po’ approfittano della nostra ospitalità, poi fuggono, per evitare l’espulsione, creando problemi, oltre che a sé stessi, al nostro ordine pubblico.
Apriti cielo. Riccardo Magi, di +Europa, ha parlato di “provvedimento disumano”, di “scafismo di Stato”, di “violazione della nostra Costituzione”. E cose simili, se non peggiori, ha detto gran parte della sinistra.
Il commento è semplice: l’episodio è significativo di una mentalità, quella di chi guarda il dito e non la Luna. Se un tizio sta per morire e un medico assolutamente affidabile gli dice: “Per te non c’è nessuna speranza. A meno che non mangi questa sanguisuga viva”, e inutile mettersi a blaterare: “Ma come si può proporre una cosa del genere, io mai potrei mangiarla, ma è orrendo, ma è abominevole!”. L’irredimibile sciocco dimentica che l’affare riguarda il morente, non lui; e poi vorremmo proprio vedere come deciderebbe se fosse lui, a rischio di morire. L’apologo non riguarda un problema di buona cucina.
Ecco un altro esempio. Una detenuta può tenere con sé il figlio purché in tenerissima età. Il permesso è accordato per umanità, per non tenere il bambino lontano dalla madre. Ma, dicono i buoni: “Dio mio, tenere dei bambini in carcere? Vanno fatti uscire immediatamente!”. E se uno gli chiede: “Siete certi che staranno meglio fuori? Non sarebbe meglio lasciare la scelta alla madre?” hanno la risposta pronta: “Allora facciamo uscire la madre e il bambino”. Dimenticando che ci sono borseggiatrici professioniste costantemente incinte, per profittare della legge che le esenta dal carcere. Ma non si può ragionare con gli idealisti.
C’è infine un esempio più drammatico. Se si parla di ghigliottina, tutti sono pronti a gridare: “Che orrore!” Dimenticando che la decapitazione (con la scure o uno spadone) è uno dei più antichi metodi di messa a morte. Il sistema è efficace e indolore sempre che il boia sia abile, che il colpo sia dato bene, che la testa si stacchi al primo colpo. Nella realtà, infatti, una buona decapitazione richiede maestria, e non tutti l’hanno: con possibili risultati veramente orrendi.
A questo problema pensò di mettere rimedio un medico compassionevole, Joseph-Ignace Guillotin, inventando una macchina di decapitazione che la esegue a regola d’arte: uccide sempre il condannato istantaneamente. È vero, la macchina ha funzionato fin troppo bene, durante il Terrore: ma era sbagliato l’eccesso di condanne a morte, non il modo di esecuzione. Niente da fare: il sentimentalismo ha vinto sulla razionalità. Benché la ghigliottina sia stata adottata ed usata anche dal Vaticano, alla fine è stata proscritta. Meglio l’impiccagione. Cioè un modo di esecuzione che, eseguito in modo imperfetto, uccide l’uomo per strangolamento. O strappandogli la testa dal collo. Solo in epoca recente (in particolare con Albert Pierrepoint) l’impiccagione è divenuta scientifica. Ma non tutti i boia si chiamano Pierrepoint.
Così torniamo da dove eravamo partiti. Tutto sta nella scelta del male minore. Chi entra illegalmente nel nostro Paese commette un reato e l’Italia può espellerlo. Se invece reclama l’asilo politico, l’Italia gli infligge una bonaria detenzione (diversamente non potrebbero scappare) ma solo come misura di sicurezza in attesa della decisione. Purtroppo molti fuggono, divengono invisibili, vivono di espedienti, commettono reati, e allora ecco la detenzione seria, con l’alternativa della cauzione, come abbiamo visto in mille telefilm americani.
“Che ignominia, esclama Maggi, come fa quel poveraccio a pagare la cauzione?” Quel signore che vive nel suo Eden personale sembra non sapere che quel poveraccio ha già pagato probabilmente il doppio allo scafista che l’ha portato in Italia. E poi non sa che cosa rispondere se uno gli chiede: “Allora è meglio la carcerazione in ogni caso, anche se l’immigrante, a garanzia della sua buona fede, è disposto a pagare una cauzione?” Ma i buonisti la pensano come il Papa: accogliere tutti, senza condizioni, anche se fossero milioni.
Chissà quanti ne può accogliere, a casa sua, Riccardo Magi.

LA CAUZIONE PER I MIGRANTIultima modifica: 2023-09-26T11:05:33+02:00da gianni.pardo
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8 pensieri su “LA CAUZIONE PER I MIGRANTI

  1. Mi sono “divertito” a cercare con Google i termini “Lampedusa” e “migranti” in arabo, hindi, bengalese. Nulla sulla “realtà” e molto, molto poco in generale. In arabo, persino un lungo filmato che direi “turistico”: una cittadina tranquilla, con un centro raccolta ben ordinato, con attorno un mare splendido e calmo. Vuoi mettere la differenza con queste catapecchie dove vivo qui, senza acqua corrente e la sporcizia. Ma ci vado subito. Mamma mia dammi cento lire che in Italia voglio andar (https://www.angolotesti.it/G/testi_canzoni_gigliola_cinquetti_13974/testo_canzone_mamma_mia_dammi_cento_lire_457884.html)

  2. “Chi entra illegalmente nel nostro Paese commette un reato e l’Italia può espellerlo”: questo è un punto interessante perché spesso si sente dire dalle anime belle che i migranti “vengono detenuti senza aver fatto nulla” o che “vengono detenuti senza avere commesso reati”.
    In pratica, per questi signori il reato non è ciò che è previsto come tale dal Codice Penale della Repubblica italiana, ma ciò che è previsto dal loro personalissimo metro di giudizio.

  3. La cosa…divertente è che – in tema di informazione comprensibile agli aspiranti migranti – le ambasciate italiane all’estero, nei Paesi africani ed asiatici (ne ho controllati una dozzina) forniscono informazioni SOLO IN ITALIANO riguardo a permessi, autorizzazioni ecc., persino con riferimento a Schengen, ma senza minimamente dire “che cosa contiene” e che cosa implica l’omissione. Mio padre per 11 anni, fino a 40 anni fa, stava al Consolato di Bombay (ora Mumbay) ed aveva due traduttrici, sia in inglese che in hindi, per un “giornaletto informativo” locale. Possibile che in quei Paesi non siano disponibili traduttori in lingue locali, anche a partire dall’inglese o dal francese? Ben vengano i finanziamenti – privati – a qualche ONG, purché mettano in piedi un sito web (semplice, che non richieda sw sofisticati) con informazioni, brevi “documentari” su quali sono i rischi e la realtà vera? Non occorrono grandi giornalisti o grandi registi, ma almeno si spezza il muro di silenzio che circonda il pollaio in cui ‘ste galline di politici cialtroni svolazzano e si beccano fra loro. Ma occorre intelligenza e progettualità…
    Certo, se persino il sito del Ministero degli Esteri sembra la succursale di Open to meraviglia non c’è speranza: continuiamo con la drammatizzazione scenica alla Francesca Bertini.

  4. Attualmente i Centri di Permanenza possono ospitare circa 2000 migranti. Il governo prevede di raddoppiarli, ma a regime questi Centri potranno ospitare al massimo 5000 migranti. E tutti gli altri dove li sistemiamo? Una parte potrebbero bivaccare sotto casa Formigli, Gruber, Concita, Panella, Parenzo, Telese, Aprile e Maggio… Ma non risolveremmo il problema. Se non ricordo male una sentenza della CEDU stabiliva l’obbligo di dare assistenza, ma non riconosceva ai migranti il diritto di sbarco. Bisognerebbe trovare il modo di non farli sbarcare. Ma come ?

  5. Provo a inserire, a parte, i comandi. Se funziona, significa che il commento era troppo lungo per il sistema.ù
    D’altra parte, una certa quota di immigrazione è necessaria, come sembra essere chiaro a tutti; e senza cianciare di invasione, cospirazione, sostituzione etnica e altre cialtronate. La “via tedesca” – ferma restando la necessità della “comunicazione” di cui sopra – potrebbe giovare? Vedi – con divergenti conclusioni – quanto in
    https://vociglobali.it/2023/03/17/migrazioni-cosi-la-germania-agevola-la-fuga-dei-cervelli-dallafrica/
    https://www.ilfoglio.it/home/2019/05/19/news/cosi-la-germania-trasforma-gli-immigrati-in-alleati-della-crescita-254587/
    https://lavoce.info/archives/56230/sui-migranti-la-germania-ci-da-una-lezione/
    https://ilmanifesto.it/germania-servono-lavoratori-qualificati-li-chiede-confindustria
    https://www.panorama.it/news/dal-mondo/accoglienza-migranti-germania-dati-lavoro-sussidi
    https://www.corriere.it/economia/lavoro/22_dicembre_01/piano-germania-extracomunitari-mercato-lavoro-0ae82a6e-7150-11ed-ac64-455b100c2edd.shtml
    Insomma, questo articolo di Panigra è veramente illeggibile: roba da Bar Sport.

  6. Il suo commento (parlo a Roberto S.) è stato rifiutato dal sistema, non so perché. Forse per l’eccesso di rimandi. Io pubblico la parte precedenti i rimandi.
    La questione è un pochino più complessa, a mio parere.
    Non credo che si affrontino certi viaggi come quando, abitando a Roma, si va a Civitavecchia per prendere il traghetto per la Sardegna. E poi… “a saperlo, che schifo! Cabina con gli scarafaggi, wc difettoso, senza condizionatore, cucina pessima, personale sgarbato, 4 ore di ritardo… e al residence? lenzuola sporche, spiaggia con cani e zecche, puzza dappertutto… mai più!”
    Il fatto è che questi, africani del Sahel, “non lo sanno”, hanno pagato cifre esorbitanti (vendendo tutto il loro e della famiglia) a intermediari che hanno promesso mari e monti, per arrivare a imbarcarsi dopo viaggi senza Frecciarossa, e spesso servendo da pastura ai granchi blu. E non lasciando tranquilli impieghi al Comune in smart working.
    E “non lo sanno” non perché sono scesi dagli alberi (anzi, proprio in quelle zone il GSM, anche se con apparecchi di più di 10 anni fa, è molto importante nelle comunicazioni tra lontani), ma perché nessuno glielo fa sapere, e chi ci è passato terminando in situazioni “disagiate” (!!) non lo fa sapere a familiari ed amici per la “vergogna” di non avere realizzato “il sogno” ma anzi dilapidando soldi.
    Buona l’idea di far conoscere “a che cosa si va incontro” attraverso la nostra rete di ambasciate in quei Paesi, in lingua locale: ho tentato una ricerca nei vari Paesi, sia riguardo all’Italia che all’UE, ma ho trovato solo l’esaltazione di quanto è bella e prospera l’Italia e l’UE. Forse ci vergogniamo della realtà? Forse se ne potrebbe incaricare una “struttura parallela” del Governo?
    D’altra parte, una certa quota di immigrazione è necessaria, come sembra essere chiaro a tutti; e senza cianciare di invasione, cospirazione, sostituzione etnica e altre cialtronate. La “via tedesca” – ferma restando la necessità della “comunicazione” di cui sopra – potrebbe giovare?

  7. Articolo semplicemente illeggibile, per la somma di assoluta misconoscenza della situazione e delle sue cause. Robetta.
    Inviato commento ben più articolato, ma non pubblicato

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