CATTIVA POLITICA E INCOMPETENZA

L’Italia ha avuto per decenni una politica che ha profondamente deluso i cittadini. Una politica bloccata dalla spaccatura tra Occidente e Unione Sovietica che sembrava una maledizione insuperabile. Poi l’Unione Sovietica è implosa, e l’Italia ha provato diverse soluzioni, ma anche queste l’hanno delusa. Finché l’elettorato, esasperato, ha pensato di buttare tutto all’aria, votando per il M5S, un partito-non-partito. Anzi nemico di tutti gli altri partiti. E questo è stato un comportamento infantile. Solo i bambini capricciosi possono credere che, buttando tutto all’aria, poi i pezzi, ricadendo sul terreno, si ricomporranno da soli e tutto funzionerà meglio di prima. Questo fa sorgere un quesito: quel problema era insolubile o si è soltanto adottata la soluzione sbagliata? E i politici erano disonesti o incompetenti? La questione va risolta a monte.
Quando un problema si rivela insolubile, i casi sono due: o è essenzialmente insolubile (per esempio quello della disuguaglianza fra gli uomini) oppure è risolvibile (per esempio quello dell’immondizia a Roma) ma tutti i responsabili non sono stati in grado di risolverlo . La conseguenza, nel popolo, è stata una rabbia diffusa.
Beppe Grillo ha elevato questa rabbia scomposta a teoria. Se tutti i governi governano male, ha affermato, è segno che i politici sono tutti corrotti e tutti incompetenti. Dunque, se prendiamo dal popolo persone magari incompetenti ma almeno oneste, si avranno migliori governanti. Il principio è stato riassunto nello slogan secondo cui “uno vale uno”. Un qualunque cittadino vale quanto qualunque altro cittadino, e dunque può benissimo sostituire un ministro. Il suo non-partito è andato al potere, i risultati sono stati disastrosi e sperabilmente gli italiani – dopo un calvario durato quasi cinque anni – sono stati vaccinati contro i colpi di testa: con tutti i loro difetti, i vecchi governanti erano migliori dei nuovi.
Ma questa vicenda ha lasciato impregiudicata la questione se sia peggiore la cattiva politica o l’incompetenza, che possono così essere definite: la cattiva politica è saper fare qualcosa e non volerla fare; l’incompetenza è voler fare qualcosa e non saperla fare.
La cattiva politica in Italia ha rovinato il Paese. Gli errori sono stati enormi: il debito pubblico; il disastro della scuola; l’indebolimento della difesa; gli irrealizzabili scopi idealistici della Sanità pubblica; la magistratura politicizzata e la violazione del principio della separazione dei poteri; l’insufficiente ordine pubblico; il lassismo educativo. In tutti questi casi i politici economicamente non ci hanno guadagnato nulla (questo per Grillo che li considerava tutti corrotti). Come mai i politici hanno commesso questi crimini? Per il debito pubblico, ad esempio, non è che i governanti non si siano resi conto che compromettevano il futuro del Paese. Ma fare debiti conveniva al loro partito, conveniva a loro personalmente ed era non solo largamente applaudito dall’elettorato, ma persino preteso da esso. Se qualcuno avesse osato stringere i freni, sarebbe stato disarcionato alla prima occasione. E in democrazia di questo bisogna tenere conto. Tutti i governanti hanno pensato all’oggi, senza preoccuparsi del domani. Domani governeranno altri. E questa è una deformazione della democrazia. Comunque il Paese è sopravvissuto.
Gli incompetenti invece hanno fatto male al Paese senza guadagnarci neppure loro stessi, ché anzi il loro Movimento è politicamente morto. Per cominciare non hanno risolto nessuno dei vecchi e grandi problemi di cui l’Italia soffre da sempre. Il bonus del 110% ha provocato grandi sprechi e grandi truffe, ha favorito i ricchi a danno dei poveri che pagano le tasse ed ha caricato sul groppone del Paese un debito insopportabile. Né di meglio ha fatto il Reddito di Cittadinanza, il quale ha favorito innumerevoli truffatori, ha incrementato il parassitismo e non ha affatto creato posti di lavoro. Ed anche questo ha caricato sul groppone del Paese un fardello economico da cui forse sarà schiacciato. Dunque peggio l’incompetenza. La cattiva politica almeno ha favorito chi l’ha attuata ed ha danneggiato meno il Paese. E questo fa applicare ai “grillini” il criterio dell’economista Carlo Cipolla per identificare senza possibilità di dubbio il cretino: colui che fa male agli altri e nel frattempo fa male anche a sé stesso.
Ma nel porre la questione si è commesso un errore tecnico. I concetti di incompetenza e cattiva politica non sono analoghi e dunque non possono essere messi sui due piatti di una bilancia: la cattiva politica è un risultato, mentre l’incompetenza è una causa. L’incompetenza produce nella quasi totalità dei casi una pessima politica, mentre la competenza produce spesso, ma non sempre, buoni risultati. Dunque competenza o incompetenza da un lato, buona o cattiva politica dall’altro. E la cattiva politica italiana è il risultato dei desideri e del voto dell’elettorato, prima ancora che della competenza e della buona volontà dei governanti. Non può essere governato bene un Paese che applaude i provvedimenti sbagliati e avversa risolutamente quelli giusti. Per questo Roma rimarrà sporca.

CATTIVA POLITICA E INCOMPETENZAultima modifica: 2023-09-08T12:00:52+02:00da gianni.pardo
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2 pensieri su “CATTIVA POLITICA E INCOMPETENZA

  1. Mi permetto di ampliare le definizioni:
    la cattiva politica è saper fare qualcosa e non volerla fare, “oppure farla anche se è a danno del Paese”; l’incompetenza è voler fare qualcosa e non saperla fare, “ma anche non sapere cosa bisognerebbe fare”.

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