PER UNA VOLTA, PADELLARO

Non leggo mai gli articoli di Marco Travaglio (l’aceto ce l’ho già, e lo tengo in dispensa, del fiele non so che farmi), ma Padellaro non si chiama Travaglio e il titolo mi ha attirato. Non me ne sono pentito.

G.

03/09/23, 15:18 Rassegna Articoli

Il Fatto Quotidiano ANTONIO PADELLARO 03/09/2023 pg. 1

L ‘opposizione che insorge + 1t1

a pag. 12 “INSORGERE : intraprendere un moto violento e deciso di protesta, o di ribellione contro un oppressore. Esempio: Milano insorge contro gli Austriaci “. DAL DIZIONARIO TRECCANI LEGGERE SUI GIORNALI che “l’opposizione in sorge contro Giambruno “lascia, come dire, un tantino perplessi poiché il compagno di Giorgia Meloni che straparla in tv non sembra il generale Radetzky e, tutt ‘al più, meriterebbe u na menzione nelle pagine interne. Se non fosse che da una rapida consultazione su Google I ‘opposizione non ha fatto altro che “i n s o r ge re” tutta l’estate, come la cicala di de La Fontaine. Contro Santanchè, Colosimo, De Angelis, Nordio, Lollobrigida, Salvini, Fitto, Urso, Valditara e ciò che resta del governo Meloni. Personaggi dalla comunicazione sovente maldestra ma sempre e comunque non meritevoli per I oppositore insorgente di occupare quelle poi trone. E dunque dimissioni, dimissioni, dimissioni anche se alla fine I‘unico scalpo otte nuto sarà quello del portavoce della Regione Lazio ma per I ‘indignazione suscitata presso la comunità ebraica a causa di certe sue cantate antisemite di gioventù. L ‘opposizione “in s o r ge “quando Fazio e Annunziata se ne vanno dalla Rai o se tolgono il programma a Saviano. Ma pure se la Meloni si fa chiamare “il pre mier e non “la premier”. O se porta con se la figlia nei viaggi ufficiali. O se non prende posizione contro il libro del generale Vannacci (sollevato dall ‘incarico dal ministro Crosetto, meloniano di ferro). Una tiritera decisamente stucchevole frutto di una titolazione sempre più pigra (tipo la milionesima ira di Mattarella “, che il Pelide Achille se la sogna). Che gli insorgenti rilanciano, in genere, con un frettoloso tweet colmo di riprovazione, da una spiaggia o nei pressi di un laghetto alpino. Il fatto è che, a parte i vari Lolli e Giambruni, alle opposizioni di motivi per attaccare ma sul serio il governo non ne mancherebbero a osservare la stretta attualità. Dalle famiglie costrette dalleinfinite liste d ‘attesanegli ospe dali a ricorrere alle cure dei privati indebitandosi.Allareteferrovi aria inlargapartepriva di moderne tecnologie di sicurezza. O, per restare in tema, potrebbe chiedere cosa abbia da fare di così urgente il ministro delle Infrastrutture Salvini che gli impedisca di andare a deporre un fiore alla stazione di Brandizzo. Sarà forse che per I ‘opposizione insorgere sia meno faticoso che risorgere?

Antonio Padellaro il Fatto Quotidiano 00184 Roma, via di Sant ‘Erasmo n°2lettere@ilfattoquotidiano. it

PER UNA VOLTA, PADELLAROultima modifica: 2023-09-03T15:25:47+02:00da gianni.pardo
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3 pensieri su “PER UNA VOLTA, PADELLARO

  1. Personalmente considero Il Fatto Quotidiano qualcosa di estraneo al giornalismo, tuttavia Padellaro non mi dispiace. Era uno degli ospiti fissi della Gruber quando ancora riuscivo a guardare programmi del genere e devo dire che lui non mi suscitava ribrezzo o irritazione. Mi sembrava una persona intellettualmente abbastanza onesta.

  2. Forse i giornalisti (o, almeno, alcuni di loro) esistono e meritano persino il loro titolo. Quelli che mancano sono i soldi per pagarli.
    Per quanto mi riguarda, ad “ItaliaOggi” sono stato sommerso da lodi e complimenti, ma neanche un euro. Neanche un panettone per Natale. Ma devo capirli: gli italiani un tempo compravano pochi giornali, oggi quasi non ne comprano più. E perfino le edicole chiudono.
    Tutti vorrebbero (vorremmo) leggere ottimi articoli, ma gratis. Sicché scade la qualità e un articolo ben scritto, in buon italiano, che dice cose veramente interessanti, è diventato l’eccezione. E spesso è un vecchio, uno che ha studiato prima del famoso “Sessantotto”.
    Viviamo nell’epoca in cui la gente si affatica a scrivere “Mi piace” e se la cava con un’icona.

  3. Beh, l’uso di “insorgere” fa da specchio ad “asfaltare” che usa Libero nel verso opposto. Ormai, quando leggo queste parole nei titoli delle notizie, passo oltre: vorrebbero essere degli acchiappaclic ma risultano essere solo grida isteriche. Che però – a pensarci bene – colgono lo “spirito” delle dichiarazioni rese dagli insorgenti e dagli asfaltanti e icasticamente riassunte dal giornalista. Ma esistono ancora i giornalisti? Mi pare che le redazioni siano strapiene di spiantati che scrivono pressoché gratis per far dire orgogliosamente a mammà “sapete, mio figlio scrive su un giornale, fa il giornalista!”.
    Ma non esistono neanche più i “politici”…

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