PUNTI SPARSI SU CUI RIFLETTERE

Il futuro della guerra in Ucraina è incerto. A mio parere, gli elementi di fatto su cui è possibile riflettere sono i seguenti.
1 La controffensiva ucraina ristagna o avanza poco, ma non era mai stato detto che essa sarebbe stata folgorante. E comunque i russi sono sulla difensiva.
2 La controffensiva potrebbe avere un esito positivo o negativo non secondo che l’Ucraina si impegni o no, ma secondo che l’Occidente continui nel suo sostegno oppure si disimpegni.
3 La controffensiva potrebbe avere un sbocco imprevisto e notevole se, rotta in un punto la linea di difesa russa, ciò permettesse all’esercito ucraino di infilarsi in quella breccia e poi dilagare verso il Mar d’Azov.
4 Importante sarebbe sapere se i russi riuscirebbero a proteggere il ponte di Kerch, prezioso per il collegamento Crimea-Russia.
5 Che motivi avrebbe l’Occidente per disimpegnarsi dalla guerra in Ucraina? Il costo economico. La stanchezza dei popoli di fronte ad una situazione che non si risolve. La pressione dei gruppi pacifisti e dei disinformati. La follia.
6 Che motivi avrebbe l’Occidente per perseverare nel suo impegno di sostegno all’Ucraina? Preservare l’ordine internazionale. Impedire alla Russia di coltivare sogni imperiali. Ridimensionarne l’autostima e le ambizioni. Tranquillizzare tutti i Paesi vicini che si chiedono quanto valga l’impegno occidentale a difenderli.
7 C’è anche un motivo economico: se l’Occidente si ritirasse oggi dalla guerra, subirebbe la perdita netta di quanto già speso. O non ci si imbarca in certe imprese, o si sostengono fino alla vittoria.
8 Un nuovo Presidente degli Stati Uniti non cambierà significativamente la politica statunitense: a) La politica estera impone continuità negli impegni assunti; b) LI politica estera dipende da fattori oggettivi, che costituiscono una costante dei grandi Stati; c) I poteri dei Presidenti non sono quelli di un dittatore.
9 Non c’è ragione di avere molte preoccupazioni, nel caso sia eletto Trump: quell’uomo è abbastanza cinico per essere pragmatico. Forse richiederebbe un maggiore impegno europeo, ma non lascerebbe che l’Ucraina sia sopraffatta.
10 Se la Russia vincesse su tutta la linea, il quadro del mondo cambierebbe. Sarebbero a rischio tutte le Repubbliche ex sovietiche, e le ex Repubbliche Democratiche. Un ritorno al Muro di Berlino che potrebbe portare lo scoppio della Terza Guerra Mondiale.
11 Se la Russia pareggiasse (annettendosi una parte del Donbass, e tenendo un piede in Crimea) avrebbe perso ampiamente sullo scenario mondiale. L’ampliamento della Nato con Finlandia, Svezia ed Ucraina, sono già un colpo durissimo, un’irreparabile diminutio. La Russia non vince se non vince del tutto, e vincere del tutto assolutamente non può. A meno che l’Occidente non si suicidi.
12 Se la Russia perdesse, sarebbe ridotta al livello di uno Stato povero e periferico. Prima giocava in Serie A (troppa grazia), poi sarebbe in Serie Promozione, perfino più in basso di quanto meriti. Non tornerebbe nemmeno economicamente allo status di prima perché si è dimostrata un partner economico inaffidabile (ha usato il gas come arma) ed ha perduto molti clienti.
13 Vantaggi e difficoltà russe. Fra i vantaggi c’è sicuramente la disponibilità a fare a meno del burro per avere i cannoni: la Russia dedica il 30% del suo prodotto interno lordo agli armamenti; all’inizio della guerra aveva gli arsenali pieni; ha una rispettabile industria bellica; il suo popolo è abituato ad obbedire senza protestare, quali che siano le vessazioni che subisce; la dirigenza è senza scrupoli ed ha un notevole disprezzo per la vita dei propri soldati. Ciò che ne fa un avversario temibile. Inoltre, pur se ha cominciato questa guerra per scopi di conquista, oggi combatte per la sopravvivenza come grande potenza.
14 Gli svantaggi della Russia sono: a) la povertà (è più ricca l’Italia); b) una tecnologia inferiore a quella occidentale, se non in alcuni settori di punta, ma anche in questi campi con punti deboli; c) l’insufficiente motivazione delle truppe per combattere (e morire); d) prima si è dichiarata troppo sicura di sé, oggi è impelagata in una guerra difensiva; e) vedersi attaccare (con i droni ucraini) sul proprio territorio, cosa che Mosca non aveva messo in conto, e che non può nascondere ai cittadini; f) le sanzioni economiche occidentali, che mordono eccome; g) avere perso definitivamente preziosi clienti (la Germania, in primo luogo); h) il crollo della finanza: oggi un rublo vale meno di un centesimo di euro; i) l’impossibilità di una nuova, massiccia mobilitazione di combattenti, che sarebbe molto, molto impopolare; j) un ultimo svantaggio della Russia è che Putin sembra un giocatore di poker che conosca soltanto il rilancio.
15 Che speranza c’è che, comunque vada la guerra, la Russia arrivi alla democrazia? Francamente nessuna. Da secoli quel popolo è comandato da un singolo uomo e trova la cosa naturale. Lo approva entusiasticamente se vince, comunque si comporti sul fronte interno, anche da criminale. A volte arrivando a far torturare fino alla morte il proprio figlio (Pietro il Grande). La Russia sembra destinata alla dittatura.
16 L’esito della guerra influenzerà parecchio la politica internazionale del futuro, e soprattutto determinerà il peso dell’Occidente democratico nel mondo. Se fosse sconfitto, significherebbe che l’avventura che cominciò con le Guerre Persiane si è conclusa, venticinque secoli dopo, con la vittoria dell’Oriente.

PUNTI SPARSI SU CUI RIFLETTEREultima modifica: 2023-08-29T08:37:56+02:00da gianni.pardo
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Un pensiero su “PUNTI SPARSI SU CUI RIFLETTERE

  1. Nelle operazioni militari ci sono almeno tre fattori che devono essere considerati congiuntamente: l’efficacia, l’efficienza e la tempistica. Un’operazione militare è considerata efficace quando raggiunge lo scopo per cui è stata messa in atto, cioè quando raggiunge l’obiettivo. Il fattore efficienza valuta lo scopo dell’azione e i mezzi impiegati per raggiungerlo, cioè il rapporto costo/beneficio. La tempistica è il tempo ritenuto necessario alla realizzazione dell’obiettivo prefissato, considerati i mezzi di cui si dispone e quelli in dotazione al nemico.
    Per una serie di ragioni, politiche e militari, tra cui l’addestramento all’uso di nuovi veicoli militari ( solo di IFV gli ucraini hanno ricevuto tre modelli diversi : Bradley, Marder e Stryker ) la tempistica è stata ridotta e questo ha inciso, all’inizio della controffensiva, sia sull’efficacia che sull’efficienza. Ma questa prima fase sembra in via di miglioramento.
    E’ opinione diffusa tra gli analisti militari che il ponte di Kersch, oltre ad essere vulnerabile, da solo non è in grado di assicurare le esigenze della logistica russa.
    Per assicurare i rifornimenti civili e militari il corridoio terrestre che collega la Crimea alla Russia è indispensabile. Due terzi della logistica russa usa la ferrovia, solo un terzo viaggia su gomma o via mare. Se gli ucraini riescono a conquistare e mantenere Tokmak, dove passa la ferrovia per la Crimea, per i russi si mette male. Il ponte di Kersch, con una salva di missili storm shadow, può essere messo fuori uso in qualsiasi momento. E con una Crimea praticamente isolata i russi sarebbero costretti a trattare.

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