LA POTENZA MILITARE RUSSA

Secondo l’indice di un istituto che (nella mia ignoranza) non avevo mai sentito nominare, il GFP (Global Fire Power), le potenze militari mondiali, in ordine d’importanza, sono: Stati Uniti, Russia, Cina, India, Regno Unito, Corea del Sud, Pakistan, Giappone, Francia e Italia. Sì, l’Italia è la decima su – credo di ricordare – circa 140 Paesi. Ovviamente, ciò che crea la potenza militare è in primo luogo la volontà di avere un possente esercito. Ma la volontà non basta: ci vogliono i soldi, perché gli armamenti costano. Persino le paghe dei militari costano, soprattutto in un tempo in cui i militari sono spesso non di leva ma volontari. E allora come si spiega che la Russia, Paese tutt’altro che ricco, risulti la seconda potenza del mondo? Non è più vero che “l’argent fait la guerre”, è il denaro che fa la guerra?
La prima cosa da dire è che certe classifiche sono state definitivamente “colpite e affondate” da una battuta di Mark Twain: “Esistono piccole bugie, grandi bugie, statistiche”. Battute a parte, il vero potere militare di uno Stato non si deduce dai dati di cui si è in possesso, ma dal confronto dei vari Stati sul campo di battaglia. All’inizio della Seconda Guerra Mondiale, la Russia aveva sulla carta una grande aviazione, ma gli aeroplani tedeschi ne hanno fatto strage in pochi giorni, perché quegli aeroplani erano obsoleti e per la maggior parte – come tecnologia – fermi alla Prima Guerra Mondiale.
Per tornare molto più indietro nella storia: a Maratona ragionevolmente i greci avevano soltanto una possibilità su cento di vincere. Tuttavia hanno vinto. Hanno vinto perché l’esercito persiano aveva una tecnologia e una tattica inadatta a batterli. Ma tutto questo lo dimostrò la battaglia: fino al giorno prima gli stessi greci si credevano perduti. Prova ne sia che poi hanno celebrato quella vittoria ad nauseam, come noi abbiamo fatto, per la Seconda Guerra Mondiale, riguardo alla nostra vittoria sui tedeschi. Con l’unica differenza che i greci avevano effettivamente combattuto e vinto.
Dunque leggo questa classifica con rispetto ma con un certo scetticismo. Per esempio, molta parte della qualità degli armamenti dipende dalla loro tecnologia. E questa a sua volta dipende dal livello delle conoscenze scientifiche di un Paese e da ciò che è disposto a spendere. Se la sonda spaziale russa Luna-25 si schianta invece di atterrare sul suolo lunare, impresa che un paio di giorni dopo riesce perfettamente all’India, che cosa se ne può dedurre?
Altro esempio: nei primi giorni della guerra d’Ucraina la Russia ha inviato al fronte centinaia di carri armati obsoleti, di cui i nuovi missili anticarro americani Javeline hanno fatto strage. Fino al giorno primo quei carri risultavano nelle statistiche e confermavano la potenza militare russa, ma quanto valevano, in realtà? E quanto è costato il loro impiego, in termini di vite umane? Del resto l’Ucraina, pur essendo soltanto in quindicesima posizione, e pur mancando di aviazione, tiene testa all’esercito russo.
Non voglio dedurne che la classifica di GFP si sbagliata. Già credo facilmente al terzo posto della potenza cinese, perché l’economia di quel Paese – ed oggi anche la sua scienza e la sua tecnologia – sono ai vertici mondiali. Come credo al quinto posto della Gran Bretagna, perché da sempre Londra vuole contare nel mondo: ed è cosa che si può fare essendo armati e risoluti. Credo perfino al decimo posto dell’Italia non perché noi abbiamo buone tradizioni militari, ma perché, se è vero che l’“argent fait la guerre”, noi, essendo più ricchi della Russia, non saremo meglio armati di essa, ma non può essere neppure che lo siamo molto peggio.
Dunque la valutazione militare della Russia è cosa è parecchio più difficile di quanto sembri. Un dato importante – che ho letto più volte – è che la Russia dedica agli armamenti il 30% del suo prodotto interno lordo (noi non arriviamo al 2%); e si comprende che questo enorme sforzo economico si traduca in un esercito temibile. Ma – a parte il fatto che questo fardello peserà moltissimo sul livello di vita dei russi – ci si può chiedere quale sia l’effetto della povertà indotta sul livello di qualità degli armamenti. Infatti nella produzione dei moderni marchingegni confluiscono non solo le tecnologie specifiche militari, ma anche le mille tecnologie prodotte dall’industria civile. La Nasa ha progettato i viaggi spaziali, ma per farlo ha fatto appello a tutte le imprese specialistiche americane. Se quella “Agency” ha bisogno di una maniglia che non si aprirà mai per caso, e mai si bloccherà quando la si vuole aprire, non si metterà a studiare maniglie: si rivolgerà alla migliore fabbrica di maniglie per l’edilizia. E quando si tratta di cybernetica, si rivolgerà alle maggiori imprese del settore: e queste saranno tanto più up-to-date, quanto più possono spendere gli acquirenti e quanto più vendono, fino ad ammortizzare gli investimenti. Ecco perché il fallimento del Luna-25 potrebbe essere significativo. Il fatto che l’infortunio sia dipeso da un guasto stupido (il tempo di accensione dei razzi) e non da una tecnologia sofisticatissima, conferma proprio ciò che si diceva: nessuno, dovendo partire da zero, si dedica seriamente al tempo di funzionamento di un congegno banale, ma poi quel congegno funzionerà bene o male secondo il livello di accuratezza dell’industria nazionale per fini civili. E solo un gigante dell’industria potrà dedicare ingenti capitali allo studio di un banale interruttore.
Comunque, do per buono il secondo posto della Russia, nell’index di GFP, ma compiango i russi che devono pagarsi questo lusso. Senza dire che, facendosi illusioni su di esso, Putin sta rovinando seriamente il suo Paese.

LA POTENZA MILITARE RUSSAultima modifica: 2023-08-25T15:45:45+02:00da gianni.pardo
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