L’ASSASSINIO DI PRIGOZHIN

Yevgeny Prigozhin è stato assassinato in Russia, insieme ad altre nove persone, colpevoli di trovarsi sullo stesso aereo abbattuto dalla contraerea russa. Come sempre, quando si tratta di Russia, i fatti sono avvolti nel mistero, e le eventuali comunicazioni ufficiali sono a priori da non prendere in considerazione.
Attenzione: non perché i russi mentano sempre (sarebbe una garanzia, sapremmo almeno che quello che dicono non è la verità) ma perché per una volta potrebbero anche dire la verità. Dunque, in questi casi, meglio rassegnarsi a sapere poco, deducendolo però dai fatti, non dalle parole. Per questo avremmo dovuto scrivere: forse Prigozhin è morto, forse è morto in un disastro aereo, forse provocato dalla contraerea russa, forse tra Mosca e San Pietroburgo. Ma – forse – il lettore sarebbe passato ad un altro articolo. Vediamo a quali delle tradizionali domande giornalistiche – chi, che cosa, dove, quando e perché – possiamo tentare di dare una risposta.
L’aereo non è caduto in seguito ad un guasto “normale”. Se si fermano i motori, se finisce il carburante, ecc., un aereo plana e magari alla fine si schianta. Se invece scoppia una bomba fra i bagagli, se viene colpito da un missile o se si spezza in seguito ad una collisione aerea, cadrà come una foglia morta: ma i suoi rottami, ad una onesta commissione d’inchiesta occidentale, riveleranno tutti i particolari dell’incidente.
Qui l’aereo è caduto in verticale, dicono con un’ala spezzata. Se si fosse trattato di una collisione aerea, anche l’altro aeromobile sarebbe caduto, e non è andata così. Se fosse scoppiata una bomba, si sarebbe spezzata la coda, o comunque una parte della carlinga: è praticamente impossibile piazzare una bomba dentro un’ala. E poi perché darsi tanta pena, quando c’è molto spazio nella carlinga? Insomma, tutto porta a ritenere che l’aereo sia stato effettivamente abbattuto dalla contraerea, o sotto forma di cannonata (all’antica) o da un missile terra-aria, come si fa oggi.
L’aereo è stato abbattuto sul suolo russo, e sul suolo russo chi è in possesso di missili terra-aria? Ovviamente l’esercito russo. Ecco chi ha eseguito l’ordine di abbattimento. Né può trattarsi di forze ucraine, perché siamo lontanissimi dalla frontiera e un missile terra-aria non è che si possa nascondere dentro la giacca. Inoltre gli ucraini non avevano interesse ad uccidere Prigozhin. Per giunta, se l’avessero fatto, e se la cosa fosse dispiaciuta a Mosca, la stessa Mosca si sarebbe precipitata a dar la colpa a loro. E invece sta ancora studiando con quale bugia spiegare il fatto.
Fra l’altro il Cremlino si è dato la zappa sui piedi quando ha dichiarato che Prigozhin si trovava su quell’aereo ed era morto. E come poteva esserne sicura, essendo i corpi carbonizzati e non essendo stato ancora effettuato l’esame del DNA, se non perché Prigozhin era stato visto salire a bordo, e proprio quell’aereo (non l’altro su cui Prigozhin non si trovava) è stato abbattuto dal missile?
A questo punto possiamo allineare questi eventi: Prigozhin e i suoi sfortunati compagni di viaggio sono stati uccisi sul suolo russo, con armi russe, per un ordine proveniente dalle autorità militari russe, sottoposte agli ordini dell’attuale dittatore russo Vladimir Putin. Sintesi: Putin ha ordinato di abbattere l’aeroplano e di uccidere dieci persone solo per ucciderne una in mezzo a loro. Ma rimangono degli interrogativi: perché? E quali saranno le conseguenze?
In primo luogo si potrebbe pensare che Prigozhin, sapendo che in Russia, misteriosamente, ma fin troppo frequentemente, capitano incidenti mortali ai personaggi scomodi per il regime, abbia preso tali precauzioni da rendere impossibile eliminarlo con i normali metodi: punte di ombrello al polonio, finestre dai davanzali troppo bassi, sparizioni senza spiegazione e via dicendo. Al punto che, alla fine, Putin sia arrivato alla conclusione che non poteva ucciderlo e nascondere la mano. E allora ha accettato di passare per un assassino internazionale ed ha realizzato nei cieli russi la replica del Massacro di San Valentino. Tanto, c’è già un mandato d’arresto della Corte Penale Internazionale, a suo carico; già ci sono tante accuse, concernenti l’Ucraina, che un decimo basterebbe; che cosa volete che contino dieci morti, fatti fuori con un’“operazione speciale” della contraerea?
Naturalmente, dal punto di vista occidentale, questa mossa di Putin è – come disse Talleyrand (o forse Fouché) – “peggio di un crimine, un errore”. Perché già il suo comportamento, nella vicenda ucraina, l’ha trasformato in un paria internazionale. Ma lui avrebbe potuto parlare di “ragion di Stato”, di “necessità storica”, e perfino di “errore nella valutazione dei dati”. Molte guerre in passato sono scoppiate per le ragioni sbagliate. Ma uccidere un nemico politico facendo cadere il suo aereo è un’enormità tale che perfino Prigozhin – non un chierichetto – pensava fosse troppo orribile perché lo zar potesse osarla. Ma per Putin il limite dell’orrore va molto al di là di quello di Prigozhin. E figurarsi del nostro. Anzi lui avrà pensato – come il suo mentore ideale, Stalin – che uccidendo Prigozhin in questo modo, di oppositori ne avrebbe educati cento. Ma lasciamo a lui i suoi pensieri e le sue intenzioni, per riprendere l’affermazione di Talleyrand a proposito dell’assassinio del Duc d’Enghien: un crimine, d’accordo. Ma un errore?
Questo lo dirà il tempo. Infatti una simile spietata risolutezza nei confronti degli avversari spaventerà a morte i collaboratori di Putin. Si ricordi come tremavano i gerarchi di Stalin, incluso Khrushchëv (che ce lo ha riferito), quando dovevano presentarsi al Georgiano: infatti non sapevano se, per un sospetto qualunque e fantastico, il Piccolo Padre non li avrebbe fatti uccidere seduta stante. Ma questo terrore potrebbe anche spingere i suoi collaboratori ad uccidere Putin prima che lui uccida loro. Molti imperatore romani si sono mantenuti al potere con la violenza e la crudeltà, ma non molti sono morti nel loro letto.

L’ASSASSINIO DI PRIGOZHINultima modifica: 2023-08-24T09:07:32+02:00da gianni.pardo
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