LE CERTEZZE DEL GEN.BERTOLINI

Il generale Marco Bertolini, classe 1953, in pensione dal 2016, non è l’ultimo venuto. È stato a capo del Coi e della Folgore, ha avuto un ruolo di comando in missioni internazionali tra Afghanistan, Libano, Somalia, Bosnia e Kosovo. E non ha certo demeritato. Ora è in pensione e gli auguriamo che se la goda, senza però insegnare storia. Infatti in un’intervista esordisce con queste lapidarie parole: “Sul piano militare non è ipotizzabile una vittoria ucraina”. Se avesse detto che non è probabile, nessuno avrebbe avuto da ridire, ma se dice che non è ipotizzabile ignora le infinite sorprese della storia. Anche senza che l’esercito ucraino spari una cannonata, anzi, senza nemmeno che sia avvertito, domani un colpo di Stato potrebbe buttar giù Putin e la Russia accettare una pace purchessia. Putin potrebbe essere vittima di un attentato o di un semplice infarto, fra l’altro non è più un ragazzino. Insomma da un generale ci si aspetta il parere di un esperto, e dunque l’indicazione di ciò che è probabile sulla base dei dati disponibili, non profezie senza alternativa. E se spara profezie senza alternativa, ci si chiede se sia un esperto.
Ma non è che quelle parole gli siano sfuggite. Poco oltre dice che si è alimentata nell’opinione pubblica “l’aspettativa di una vittoria che sul campo non è possibile. Gli ucraini non sono in grado di prevalere”. L’opinione pubblica, in guerra, conta poco. Chi ne alimenta le illusioni ottimistiche sono i capi dei governi coinvolti, chi ne alimenta i catastrofismi lo fa in base alle proprie simpatie o antipatie, e spesso soltanto per vendere qualche copia di giornale in più. Il generale continua dicendo: “Il Washington Post…” come se l’opinione di un giornale contasse qualcosa. Ma lui non ha dubbi: “È una presa d’atto: gli obiettivi di Kiev non sono alla portata [della prevista controffensiva], né nei modi né nei tempi previsti”. Insomma, possiamo smettere di leggere giornali e ascoltare la televisione, tutto si è già giocato, secondo Bertolini. E tutti i governanti occidentali, Joe Biden in testa, sono degli emeriti cretini. Invece di studiare ogni giorno la situazione, a loro basterebbe conoscere questa intervista di Bertolini.
“La possibilità di riconquistare tutto il territorio occupati dai russi non è realistica”. Malauguratamente una certezza azzardata non diviene più certa soltanto perché molte volte ripetuta.
“Ai russi non può bastare un cessate il fuoco con la prospettiva che, un attimo dopo l’Ucraina entri nella Nato”. Il generale dimentica che attualmente è la Russia che chiede negoziati di pace (anche se è vero che lo fa proponendo di tenersi tutto ciò che ha già conquistato) ed è l’Ucraina che li rifiuta. Bertolini invece sembra dire che l’Ucraina rinuncerebbe a tutto, pur di avere la pace, ma si vede dire di no dalla Russia perché non accetta di non entrare nella Nato. In realtà ai negoziati si arriverà quando essi converranno ad ambedue le parti, secondo ciò che gli eventi della guerra avranno dimostrato. Ma quegli eventi non si sono ancora verificati. Bertolini a questo non ha mai pensato?
“Lo sconfitto non può essere umiliato: è l’abc della guerra”. Non di quelle che ho studiato io. A parte il fatto che non so quanti re o capi sconfitti hanno dovuto sfilare in catene, magari prima di essere uccisi, dietro il carro di trionfo del vincitore, a Roma, per caso la stessa Roma si è limitata ad umiliare Cartagine o l’ha rasa al suolo, massacrando la sua popolazione, fino a cancellarla dalla carta geografica? Lo sconfitto può essere umiliato eccome: è l’abc della storia”.
“All’avversario va sempre lasciato un margine di manovra, per quanto ristretto. Se l’obiettivo è umiliarlo non si va da nessuna parte”. Bertolini trasforma alcuni pregiudizi dell’epoca contemporanea in indefettibile regola polemologica. Si direbbe che la sua esperienza storica non vada oltre (all’indietro) il trattato di Versailles seguito alla Prima Guerra Mondiale. E questo francamente infastidisce. Ricordo male o a Canossa è stato umiliato qualcuno?
“Qualunque presidente russo – non solo Putin – mai acconsentirebbe all’ingresso della Georgia nella Nato e lo stesso discorso vale per la Crimea”. Giusto. Purché si specifichi: “Qualunque presidente russo vincitore…” Perché a quello sconfitto nessuno chiederebbe nemmeno il permesso.
La Crimea rappresenta “per Mosca, l’unico collegamento con il Mediterraneo”. Falso. Basta guardare la carta geografica.
“Credo che Putin non possa rinunciare al Donbass e alla Crimea”. Vero, probabilmente. Ma è altrettanto vero per Kiev.
“La Russia tiene e non c’è nessun regime change alle porte”. Rotonde certezze tanto assertive quanto prive di fondamento. Potrebbe essere così e potrebbe essere il contrario. Bertolini non lo sa che quello del profeta è uno dei mestieri più pericolosi del mondo?
Infine il generale argomenta ancora le proprie convinzioni – sempre a base di frasi prive di ombre o sfumature, e senza mai avere serie ragioni di affermarle – ma non si va oltre ciò che si è detto. Lui è risolutamente convinto che i russi abbiano già vinto, o che comunque è impossibile che perdano. Il resto del mondo è perplesso e si gratta la zucca, aspettando la prova dei fatti, ma il resto del mondo non la sa tanto lunga quanto un certo Marco Bertolini.
Con tutto il rispetto, è il modo perentorio con cui si esprime che ne sminuisce l’autorevolezza. Anche se domani la storia gli desse ragione, questo non giustificherebbe le sue affermazioni attuali. Gli dei dell’Olimpo sono caduti, ma il futuro è ancora sulle ginocchia di Giove.

LE CERTEZZE DEL GEN.BERTOLINIultima modifica: 2023-08-21T11:54:56+02:00da gianni.pardo
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2 pensieri su “LE CERTEZZE DEL GEN.BERTOLINI

  1. Il Gen. David Petreus ha un’opinione diversa dal Gen. Bertolini.
    https://www.washingtonpost.com/opinions/2023/08/24/ukraine-counteroffensive-victory-breakout/

    La rapida svolta e l’avanzata ucraina che molti speravano non si sono verificate. La copertura mediatica è diventata più cupa nelle ultime settimane sulla scia di resoconti giornalistici frammentari dal fronte e delle valutazioni di intelligence riportate da analisti occidentali. Le notizie non sono state grandi.
    La lotta contro la Russia si è rivelata sanguinosa e lenta – un duro lavoro.

    Ma gli osservatori farebbero bene a moderare il loro pessimismo. La guerra non procede in modo lineare. I difensori possono resistere a lungo e poi rompersi improvvisamente, consentendo a un attaccante di ottenere rapidi guadagni prima che la difesa si solidifichi ulteriormente nelle retrovie. Gli ucraini mirano a generare esattamente questo effetto – e c’è motivo di pensare che possano farlo. La spinta offensiva dell’Ucraina è tutt’altro che finita. In realtà, è ancora nelle fasi iniziali – solo 10 settimane in quello che probabilmente durerà almeno altri quattro mesi.

    Penetrare una difesa moderna in profondità come quella russa stabilita nel sud dell’Ucraina è un compito arduo per qualsiasi esercito. L’esercito americano lo ha fatto due volte nella memoria moderna, entrambe le volte contro l’Iraq. Nel 1991, dopo aver colpito le forze irachene per 39 giorni dall’aria, una coalizione guidata dagli Stati Uniti di 650.000 soldati penetrò e aggirò le difese irachene, schiacciando l’esercito iracheno in 100 ore. Nel 2003, una piccola forza guidata dagli Stati Uniti distrusse un esercito iracheno gravemente degradato nel giro di poche settimane.

    L’Ucraina non ha nessuno dei vantaggi che gli Stati Uniti hanno avuto in quelle operazioni. In entrambi i casi relativi all’Iraq, le forze della coalizione hanno beneficiato della supremazia aerea, mentre gli aerei ucraini non possono operare sulle linee russe e non possono impedire agli aerei e agli elicotteri russi di colpire le proprie truppe che avanzano. E all’Ucraina sono stati dati troppo pochi sistemi corazzati di violazione.
    I russi hanno anche combattuto molto meglio degli iracheni – e meglio di quanto molti analisti si aspettassero, data la performance non impressionante della Russia fino ad allora nella guerra. Le forze russe hanno preparato ampie difese in profondità, costituite da ampie e profonde cinture di mine abilmente posate, fossati anticarro e altri ostacoli. I soldati equipaggiati con droni stanno dirigendo un notevole fuoco di artiglieria contro qualsiasi unità ucraina che cerchi di passare. Più in generale, l’esercito russo ha adottato una difesa elastica, in cui le sue truppe inizialmente ripiegano e poi contrattaccano una volta che le forze ucraine subiscono perdite e iniziano a stancarsi.
    Tutti questi fattori rendono la controffensiva ucraina estremamente dura. Ma come uno di noi ha avuto occasione di osservare durante i difficili primi mesi dell’ondata del 2007 in Iraq, il duro non è senza speranza.

    Le forze ucraine stanno avanzando in due aree chiave: nel centro dell’Oblast’ di Zaporizhzhia vicino a Robotyne sulla strada per Tokmak e Melitopol, e nell’Oblast di Zaporizhzhia orientale a sud di Velyka Novosylka su una linea verso Berdyansk. Gli ucraini sembrano aver penetrato almeno la cintura più avanzata delle mine e delle difese russe in entrambe le aree, e la loro avanzata nell’area di Robotyne sembra accelerare. Hanno anche recuperato un po’ di terreno significativo intorno a Bakhmut, che è l’unica città che la Russia è stata in grado di catturare durante la sua costosa offensiva lo scorso inverno.
    I guadagni incrementali dell’Ucraina fanno parte di uno sforzo più ampio che il capo di stato maggiore della difesa britannico, l’ammiraglio Tony Radakin, ha definito “morire di fame, allungare e colpire”. Le forze ucraine stanno allungando le difese russe attaccando in più punti lungo il fronte di 600 miglia. Stanno anche attirando risorse nel territorio occupato dalla Russia, eliminando unità di artiglieria, quartier generali e aree di sosta delle forze di riserva, oltre a prendere di mira depositi di rifornimenti e rotte chiave per rendere più difficile per la Russia sostenere la sua difesa. Per dirla semplicemente, l’Ucraina sta esercitando pressioni sul suo avversario fino a quando qualcosa non si rompe, a quel punto impegneranno le loro riserve e colpiranno.
    Le forze russe di prima linea sono probabilmente stanche, se non esauste. Alcuni hanno difeso almeno dall’inizio della controffensiva il 4 giugno, e molti di loro sono stati in vigore per molto più tempo. Le nuove unità non sono state ruotate. Non è nemmeno chiaro quanto siano pesantemente minate o presidiate le linee difensive secondarie della Russia, ma ci sono buone ragioni per dubitare che i russi abbiano un gran numero di soldati di alta qualità che le detengono. Ancora più importante, la Russia manca di grandi riserve operative. Ciò significa che qualsiasi violazione ucraina delle linee esistenti sarà difficile da tappare rapidamente.

    Questo è ciò su cui l’Ucraina conta. Una piccola violazione potrebbe produrre guadagni relativamente improvvisi e rapidi. Se questi si materializzassero, il panico tra le forze russe potrebbe moltiplicare le opportunità dell’Ucraina di mantenere il suo slancio.

    Una teoria aspirazionale della vittoria non è garanzia di successo. I russi si sono chiaramente adattati alla realtà di questa fase della guerra, e mentre affrontano serie sfide, sarebbe sciocco cancellarle.

    Ma sarebbe altrettanto sciocco cancellare questa controffensiva “estiva” – una lotta che probabilmente continuerà per tutto l’autunno e l’inverno. Gli ucraini sanno che stanno combattendo per la loro stessa sopravvivenza, e la mobilitazione totale del paese in tutti i settori della società è una testimonianza della loro volontà e determinazione.
    Per gli osservatori occidentali, è importante tenere a mente questo quadro generale quando seguono l’estenuante lotta dell’Ucraina. E i politici non dovrebbero torcersi le mani sulla controffensiva che non produce rapidi guadagni. Questa sarà una lunga guerra e abbiamo bisogno che l’Ucraina prevalga.

    L’Ucraina ha bisogno di capacità di attacco di precisione a lungo raggio come il sistema missilistico tattico dell’esercito americano (ATACMS). Ha bisogno di munizioni a grappolo per i suoi razzi, non solo per i suoi colpi di artiglieria. Ha bisogno di più munizioni per sostenere l’offensiva. E ha bisogno della consegna accelerata degli F-16. In verità, l’Ucraina aveva bisogno di queste capacità mesi fa. La fornitura da parte degli Stati Uniti di oltre 44 miliardi di dollari in armi, munizioni e assistenza è stata estremamente impressionante. Ma dobbiamo fare di più, e dobbiamo farlo con un maggiore senso di urgenza. Il momento di agire è adesso.

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