IMMIGRAZIONE: HANDLE WITH CARE

L’immigrazione può essere utile, a volte è inevitabile, ma è pericolosa e va gestita con oculatezza. Cioè va accettata senza problemi soltanto quando è sicuro che l’immigrato, per sua natura, si omologherà con la popolazione locale. Nei rimanenti casi, bisogna andare con i piedi di piombo.
Cominciamo da un caso facile, gli emigranti italiani in Francia del passato. Francesi e italiani sono bianchi, cristiani, latini. I primi immigrati parleranno male il francese, ma già i loro figli lo parleranno bene e, quanto ai loro cognomi, la Francia del sud-est è piena di cognomi italiani. L’omologazione è inevitabile.
Tutto cambia quando, fra due popolazioni ci sono differenze oggettive o culturalmente ineliminabili. Quando la differenza è oggettiva (per esempio il colore della pelle) la separazione rischia di essere ineliminabile. Quella discromia crea un tale solco fra “noi” e “loro” che anche dopo decenni vale ancora. Si vede negli Stati Uniti. Né il meticciamento costituisce una soluzione. Perché il mezzo sangue in un Paese di bianchi sarà considerato un nero (e potenzialmente un negro traditore) e in un Paese di neri probabilmente avverrà il fenomeno speculare.
Tuttavia, per quanto strano possa sembrare, il diverso colore della pelle non è il massimo ostacolo all’integrazione. I neri, in Francia, sono molto meglio considerati dei maghrebini. Perché di solito sono più miti e meno fanatici. Per non dire che parecchi di loro sono di religione cristiana.
Il caso peggiore si ha quando il gruppo immigrato è povero, di colore, ed ha non soltanto una cultura diversa, ma una cultura inassimilabile nel contesto di arrivo. Con queste caratteristiche abbiamo descritto il caso delle banlieue francesi. In questi quartieri abitano degli “abbronzati” (non sono neri, ma si distinguono dai bianchi), uniti dalla stessa lingua (quella del Corano) anche se poi parlano dialetti arabi che li rendono linguisticamente estranei. E purtroppo si sentono essenzialmente maomettani. Noi siamo cristiani, ma ce lo ricordiamo occasionalmente: soprattutto perché i matrimoni in chiesa sono più belli di quelli in Comune. Gli “arabi” immigrati invece si aggrappano a questa religione come collante della loro comunità (e diversità rispetto all’ambiente circostante) e ne fanno anche la base della loro (pretesa) superiorità morale. Insomma coltivano la loro separatezza.
Questo crea un contrasto irresolubile. I maghrebini rispondono al disprezzo di cui si sentono oggetto col disprezzo nei confronti della comunità che li ospita. Un fenomeno di feedback. La diversità crea un problema e di quel problema gli interessati si fanno una scusa per ingigantirlo.
Queste considerazioni consentono alcuni corollari. Mai permettere l’immigrazione di inassimilabili: prima o poi – colpevoli gli immigranti o gli autoctoni, poco importa – quell’immigrazione provocherà gravi problemi. Noi stiamo ospitando decine di migliaia di ucraini e può darsi che molti di loro tornino al loro Paese, quando sarà possibile. Ma anche se rimanessero, essendo bianchi e cristiani, e dovendo per forza imparare l’italiano, fra qualche tempo saranno italiani ed italiane a pieno titolo. Come gli ugonotti francesi che dopo la revoca dell’Editto di Nantes si autoesiliarono in Germania (introducendovi la “erre moscia”) e divennero perfettamente tedeschi. Viceversa con i musulmani bisogna andarci molto più cauti: e l’esperienza francese dovrebbe avere aperto gli occhi a molti. Quella religione è un tale ostacolo che non se ne viene a capo.
La violenza di certi ragazzotti di periferia si spiega con una profonda frustrazione. Il loro originario atteggiamento ostile verso chi voleva “francesizzarli” ha prodotto l’ostilità francese, e l’ostilità francese ha prodotto a sua volta l’odio maghrebino. Un vortice infernale da cui non si può uscire. In Francia sono stato un italiano isolato in una regione lontanissima dalla frontiera, e non ho mai sentito ostilità, intorno a me. Anzi, al contrario, direi quasi una fraterna accoglienza.
Per quanto riguarda la Umma, la comunità musulmana mondiale, credo di potere affermare alcune cose che a molti potrebbero apparire strane. In primo luogo, non ho nessuna speciale antipatia per la religione islamica, a parte il comandamento dell’“abbandono a Dio”. Ma è vero che neanche i credenti lo prendono perfettamente sul serio, perché presto il loro stomaco non sarebbe d’accordo. Poi, da miscredente, ho una certa stima della dottrina islamica. È molto meno primitiva del Cristianesimo (che loro considerano con qualche ragione politeismo) ed è teologicamente più plausibile. Soprattutto, interpretata correttamente, è meno intollerante del Cristianesimo. Non mi guardate come un eccentrico, ricordo soltanto quanto sa chiunque abbia studiato storia.
Purtroppo dalla fine della Seconda Guerra Mondiale è prevalsa un’interpretazione fanatica, deviante, rabbiosa, intollerante e irriconoscibile dell’Islàm. Un tempo gli ebrei perseguitati potevano rifugiarsi dagli islamici (1492); se ci provassero oggi cadrebbero dalla padella nella brace. Non so che cosa abbia determinato questa involuzione, ma il primo dovere di ognuno di noi, è quello di riconoscere i fatti. Le opinioni – e gli eventuali rimedi a ciò che non va – vengono dopo. Da questi musulmani, così diversi dal Saladino, dobbiamo guardarci.

IMMIGRAZIONE: HANDLE WITH CAREultima modifica: 2023-07-06T09:20:06+02:00da gianni.pardo
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12 pensieri su “IMMIGRAZIONE: HANDLE WITH CARE

  1. Il radicalismo religioso di certe culture trapiantate non ammette grandi adattamenti. Esso a lungo andare è pertanto una minaccia per la coesione e per l’unità della società d’accoglimento. Questo fenomeno è già attuale in certi Paesi europei, ma non in Canada, non ancora. L’urto avviene solo quando il numero degli appartenenti a certi gruppi etnoreligiosi supera una data soglia; limite oggigiorno non ancora raggiunto, ma che in certi Paesi d’immigrazione non dovrebbe tardare a essere raggiunto e superato a causa dello squilibrio tra la forte denatalità dei nativi rispetto all’indice di natalità, più elevato, dei nuovi arrivati.
    Gli articoli di fede di certe religioni ispirano opposizione e persino disprezzo e odio verso i seguaci di altre religioni.
    Alle donne un certo Islam ortodosso impone una sorta di maschera facciale, perché i tratti femminili del viso, nelle terre fedeli al profeta, sono considerati ad alta gradazione erotica. Il femminismo non è certo di moda nei Paesi islamici. Scrisse Luigi Barzini senior:
    “Maometto disarmò la donna velando la sua bellezza: le impedì di fare tanto male, ma anche di fare tanto bene. La segregazione che trasformò la donna in una proprietà invisibile, in una cosa umile e vile che ha un padrone, ha sottratto gli uomini a una gentile e soave influenza, li ha privati di ogni raffinatezza di sentire, ha tolto loro il palpito della compassione, la dolcezza del perdono, lo slancio della generosità, il senso di una bontà serena, tutti quei sentimenti che la donna insegna senza insegnare vivendo nella stessa vita dell’uomo, essa che è sempre pronta a chiedere grazia per chi soffre. (…) La civiltà araba è stata una civiltà dei sensi e della mente, ma il cuore non v’è entrato e non vi ha portato l’idea fondamentale di una giustizia, l’idea che nasce soltanto dalla pietà. E con la donna nascosta manca l’amore che fonde le genti e le razze, che fa un solo popolo degli abitanti di una stessa regione, che allarga I vincoli di sangue (…). Questo popolo, diviso, s’è odiato, si è dilaniato, si è demolito, perché non aveva imparato ad amare. Le genti dell’Islam pagano aspramente col loro sangue e la loro pace la soppressione della donna.”

  2. Una volta ho letto che la percentuale di stranieri a partire dalla quale comincia la crisi di rigetto è l’8%. Chissà se è vero, e chissà perché proprio l’8%.

  3. Un argomento da NON trascurare riguardo a qs impegnativo tema: la NUMEROSITA’.
    Al di là dei pure importanti elementi etnici e culturali, infatti, OLTRE un dato numero (peraltro non facilmente quantificabile con precisione nei vari contesti storico-geografici) QUALUNQUE flusso migratorio diventa insostenibile e genera una REAZIONE negativa/ostile da parte dei già residenti.
    Da ciò (anche) l’esigenza di incrementare la diffusione di consapevoli pratiche di birth control & family planning nei Paesi (sostanzialmente afro-asiatici) a tuttora elevato tasso di natalità, anche se ovviamente qs misura (peraltro costantemente ostacolata per motivi ideologico-politico-religiosi) può avere un impatto significativo soltanto in una prospettiva temporale medio-lunga.

  4. Caro Matta, lei ha tendenzialmente ragione, sull’Islàm, ed io difendo la mia tesi molto a malincuore. Ma che secoli fa l’Islàm fosse più tollerante del Cristianesimo, è sicuro. Storico. Neanch’io lo ammetto volentieri, ma è così.
    Quanto alla capacità di interpretazione delle religioni, le citerò un solo dettaglio: tutti e quattro i vangeli parlano dei fratelli di Gesù, uno ne dà i nomi, aggiungendo che aveva anche delle sorelle. E la chiesa nega che Gesù avesse dei fratelli. Che ne dice, come interpretazione?

  5. “nelle religioni conta molto l’interpretazione…..”
    sarà…..caro dr Pardo, sono spiacente di confutarLa : nel caso dell’islam NON sono consentite interpretazioni (dettato coranico). l’islam è l’islam e non esiste un islam “moderato”, “moderno”, “laico”, “tollerante”….. tanto quanto non esiste un corano “moderato” etc . lo dichiarò tra gli altri anche il capo turco Erdogan. l’islam (l’islam vero) anche per questo è incompatibile col nostro Ordinamento Giuridico.
    i catto-comunisti nostrani che tanto amano gli islamici dovranno pur farsene una ragione.

  6. Tutto vero quanto scrive, Gianni. Vero e condivisibile, ma con dei paletti: l’Islam coincide di fatto con la figura di Maometto – a differenza di Gesù una figura storica – la cui vita parla piuttosto chiaro. Si tratta di fatti, non di parole, che rendono questa religione meno buona per tutte le stagioni, rispetto al Cristianesimo che è mitologia piena di contraddizioni.
    Anche il Corano, da quello che ho letto (non molto, quindi potrei sbagliarmi), sembra avere un impianto concettuale e ideologico abbastanza coerente e che non va affatto nella direzione di quello che oggi chiamiamo “Islam moderato”.

  7. Troppo severo, caro Matta. Il Corano contiene anche precetti inaccettabili e aggresivi. Le guerre di Maometto II non sono state combattute dalle Dame di San Vincenzo. Il taglio della mano è previsto dalla dottrina, ecc. Ma nelle religioni conta molto l’interpretazione che si dà dei precetti. Non si tratta di essere “veri” o “finti”.
    Glielo provo col Cristianesimo. Il distacco dei beni della terra – che dovrebbe trasformarci tutti in altrettanti San Francesco – non è stato quasi mai applicato. Il precetto di strapparsi un occhio, se quell’occhio è occasione di peccato, non è seguito da nessuno. Origene il quale, visto che la sua pulsione sessuale gli era occasione di peccato, si castrò, per questo fu condannato dalla Chiesa stessa. Per molte sette cristiane, dicendo “questo è il mio corpo, questo è il mio sangue”, Gesù un po’ scherzava, e infatti non credono alla transustanziazione. Per loro si tratta al massimo di una celebrazione. Del resto lo stesso Gesù disse (secondo i vangeli): “Farete questo in memoria di me”. Il potere del Papa è fondato sulla vaghissima frase: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa”, o qualcosa del genere. Nel vangelo non si parla mai di confessione, e tuttavia la Chiesa cattolica ne ha fatto un sacramento. Devo continuare?
    Dunque anche del Corano si può dare un’interpretazione benevola e moderna. Purtroppo non è quello che scelgono gli estremisti attuali. Ma è più colpa loro che della loro religione. Lei brucerebbe un eretico cristiano, oggi? Ma i nostri trisavoli lo hanno fatto migliaia di volte.
    La verità, caro amico mio, è che la religione, in fin dei conti, è “à la carte”, ognuno se la ritaglia addosso. Gli islamici non hanno i santi e lasciano in pace la madre di Gesù, noi chiamiamo quest’ultima nostra avvocata e siamo così affezionati alle raccomandazioni che crediamo nell’intervento dei santi, i quali hanno i clientes, come i nobili romani di una volta.

  8. in effetti, per valutare gli islamici basta vedere come si comportano : gli islamici veri sono quelli che mettono in pratica i precetti del corano, con quel che segue in fatto di violenza e delitti; gli islamici finti sono quelli che non mettono in pratica tali precetti .

  9. Fabrizio, lei ha ragione. Ma un conto sono le parole (opinabili, basta scegliere quelle che ci servono) un altro i fatti. Nei fatti in passato l’Islàm è stato a volte più tollerante del Cristianesimo, oggi è infinitamente più aggressivo. Le religioni – in barba alle dottrine “assolute” – sono fenomeni storici, e con il tempo si modificano.

  10. “Soprattutto, interpretata correttamente, è meno intollerante del Cristianesimo.”
    Ho qualche dubbio al riguardo: mentre Gesù avrebbe effettivamente predicato amore e fratellanza (almeno così si è detto), Maometto una volta diventato “il profeta” si è trasformato in un condottiero militare e conquistatore. Insomma, lui la guerra santa l’ha teorizzata e praticata sul serio. Mi sembra che anche le punizioni rientranti nella Sharia vengano direttamente da lui, così come molti versetti del Corano sono tutt’altro che pacifici e tolleranti.
    A me sembra che gli integralisti siano quelli che meglio di tutti interpretano l’Islam e che i “musulmani moderati” non siano veri musulmani.

  11. Il Piano Kalergi non è una balla: il suo autore, il conte Kalergi, uno dei cofondatori dell’Europa Unita (non ancora UE), ha pubblicato le sue tesi sul futuro dell’Europa in un libraccio oggi ormai introvabile, pubblicato nel 1925 (l’anno di pubblicazione del “Mein Kampf”):
    “Praktischer Idealismus”. Kalergi prefigura un’Europa popolata da un’etnia afro-asiatica. Un docente italiano “di sinistra” – Raffaele Simone – pubblicò qualche anno fa un libro sull’ormai inarrestabile africanizzazione e islamizzazione del continente. Libro imbarazzante per la sinistra che ha ormai fatto dell’ antirazzismo e della lotta alla transomofobia (?) i suoi nuovi ideali.

    P.S. Non so come sono riuscito a scaricare e archiviare Praktischer Idealismus, ma non l’ho letto. Nemmeno in biblioteca troverete questa schifezza.

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