RUSSI

In questi giorni sono stato assalito da alcuni lettori russi per le mie opinioni su Putin e sulla guerra. Queste persone non sono rappresentative dell’intero popolo ma somigliano, in piccolo, ai portavoce ufficiali russi.
Ci si può chiedere: si può giudicare male un intero popolo? Un intero popolo può essere incline al tradimento (per esempio gli italiani)? Alla rapina (i russi)? All’alcolismo (i francesi)? Ai complessi sessuali (l’Arabia Saudita)? La risposta è sì, ma ovviamente cum grano salis.
Se diciamo che i romani erano superstiziosi intendiamo che la maggior parte di loro era tale. Dunque senza escludere che qualcuno non lo fosse per nulla. Tanto è stupido generalizzare e dire “tutti”, quanto è stupido generalizzare e dire “nessuno”.
I francesi sono inclini all’alcolismo perché fa parte della loro cultura. Noi andiamo al caffè a bere un caffè, loro vanno al bistrot a bere vino. Naturalmente ho conosciuto francesi che bevevano soltanto un bicchiere o due, a tavola. Ma nel complesso l’alcolismo è un problema, in Francia. E su questo non ci piove.
Dato che esistono caratteristiche nazionali, è lecito rilevarle. Un secondo principio indefettibile è che, se A accusa B di essere un ladro, e B lo è, sappiamo che c’è un ladro. E se B risponde che anche A è un ladro, e A lo è, non è che abbiamo due innocenti: abbiamo due ladri. Dunque, per dire per esempio che i russi hanno tendenza all’alcolismo non sono obbligato a sciorinare prima i difetti degli italiani. L’unico problema, nella denuncia, è: è vero o non è vero?
Per i russi io ho l’enorme svantaggio di non conoscere il russo e di non esser mai vissuto in Russia. Dunque non propongo verità indiscutibili ma soltanto suggerimenti per un’eventuale discussione (non con i russi).
I russi mi appaiono enormemente passionali. In sé, una forte affettività può essere positiva. Il grande artista spesso trae anche ispirazione dalla sua emotività. Dostoëvskij, per esempio, era un alcolista ludopatico, ma era anche un tale artista che uno legge “I Fratelli Karamazov” per come è scritto bene, non per la trama “gialla”, a mio parere con più buchi di un colabrodo. Il testo mostra tutte le pecche dovute all’insufficiente razionalità dell’autore, ma fare le pulci a Dostoëvskij in materia di razionalità è una stupidaggine. Sarebbe come cercare la logica nella sinfonia Fantastica di Berlioz. Insomma, la passionalità, anche sfrenata, può essere una qualità quando produce grande arte (Čajkovskij). Ma è un inammissibile difetto quando si insinua in ambiti che non sono suoi e conduce ad atteggiamenti che ricordano l’insania. A me sembra che gli inglesi siano pragmatici fino ad essere prosaici, i russi affettivi fino ad essere esaltati ed irrazionali.
Una signora russa, a proposito dell’Ucraina, mi scrive un definitivo: “Nessuno ha invaso nessuno”. E infatti, voi avete forse visto qualche invasione? Un russo mi scrive che gli ucraini sono nazisti. Prove? Il fatto che lo dica lui. Poi dice che la Russia avrebbe dovuto aggredire l’Ucraina dieci anni fa, perché nel Donbass i cittadini non volevano essere ucraini ma russi.
Prendiamo quest’ultimo particolare. Anche ad ammettere che quanto lui dice sia vero, l’irredentismo non è una ragione sufficiente per aggredire uno Stato vicino di casa. Se no avrebbe ragione Hitler con i Sudeti e comunque presto si avrebbero dovunque guerre, nel mondo. Tutta la Dalmazia e l’Istria sono state italiane per secoli, che facciamo, dichiariamo guerra alla Croazia? O invadiamo quei territori con qualche “operazione speciale”?
In secondo luogo, se fosse stato vero che la Russia voleva annettersi il Donbass, perché da prima ha cercato di conquistare Kiev? Kiev non è nel Donbass. E perché, a sud, si è fermata sul Dnepr, e non alla frontiera del Donbass? Ecco, queste ragioni convincerebbero qualunque persona ragionevole. Ma convincerebbero un russo come quel signore? Mai e poi mai. E infatti queste obiezioni nemmeno gliele ho presentate. Avrei perso il mio tempo.
I russi che non hanno particolari ragioni di soffrire della guerra, e che non hanno avuto nessun lutto in famiglia, si bevono la propaganda di regime senza la minima esitazione, perché il loro cervello – annebbiato dall’emotività – non gli fornisce la minima obiezione. Il russo di cui sopra mi scriveva che lui vive benissimo, nella sua San Pietroburgo, mentre nel Sud Italia la sua impresa pagherebbe il pizzo. Ebbene, questo signore che vive così bene a San Pietroburgo evidentemente non soffre minimamente di non potere chiamare guerra la guerra del suo Paese; di non potere fiatare, se non vuole rischiare di finire in galera per anni. Le libertà individuali, persino quella di usare correttamente il vocabolario della propria lingua, per lui non contano niente. Non le cita neppure. Probabilmente dirà bene anche di Stalin, perché Stalin aveva reso la Russia un Impero (battendo al passaggio anche qualche record in omicidi di massa) mentre le democrazie sono sdentate e in decadenza.
I russi (salvo eccezioni, di eroi che la pagano cara) non hanno problemi di libertà. Non gli interessa. Hanno la mania del segreto (lo scrisse per primo il Marchese de Custine). Hanno enormi complessi che compensano con un fanatismo nazionalista. Non hanno rispetto per la verità e infatti deformano la realtà e la storia secondo come gli conviene. Mentono come respirano, cioè senza complessi di colpa (Peskov, Medvedev, Lavrov, Putin). Contro di loro gli argomenti logici o giuridici non valgono niente. Trovano naturale e giusto minacciare l’Ucraina con le armi nucleari che l’Ucraina ha ingenuamente consegnato loro nel 1994. La Russia si è talmente fatta odiare da tutti i vicini, che non ha amici. E non ne merita.
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Dato che un dialogo sereno si è rivelato impossibile, chi è in disaccordo con questo articolo potrebbe astenersi dal commentare, tanto nessuno convincerà nessuno. Comunque gli eventuali commenti contenenti insulti saranno cestinati senza preavviso.

RUSSIultima modifica: 2023-07-03T17:38:19+02:00da gianni.pardo
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26 pensieri su “RUSSI

  1. @ Pardo e Carloeduardo,
    Volutamente ho citato dei fatti senza esprimere giudizi. “La Russia perché non è intervenuta contro la Cina” e “i russi trattavano in malafede” implicano dei giudizi; sui quali posso essere d’accordo, ma non era mia intenzione esprimerli.

  2. Per Pier Paolo Falcone. Gli accordi di Minsk prevedevano la “ rimozione di gruppi illegali armati, attrezzature militari, così come combattenti e mercenari dal territorio dell’Ucraina sotto la supervisione dell’OSCE e il disarmo di tutti i gruppi illegali”. Questa condizione non si è realizzata per responsabilità dei russi i quali, contro ogni evidenza, negavano la loro partecipazione al conflitto a fianco dei separatisti. La Merkel si era resa conto che i russi trattavano in malafede e miravano all’annessione di quei territori alla Russia.
    Che è esattamente quello che poi è avvenuto.

  3. Caro amico Falcone,
    interessante, ciò che lei scrive. Ma lei non sottolinea abbastanza che tutto ciò che ha scritto riguarda l’Ucraina, ed esiste il principio indefettibile di non interferire negli affari interni di un altro Paese, soprattutto con un’invasione armata che nulla può giustificare. La Russia perché non è intervenuta contro la Cina, quando Mao faceva morire i cinesi di fame? Semplicemente perché era un affare interno della Cina. E perché tutti hanno rimproverato agli Stati Uniti di avere difeso il Vietnam del Sud contro le mire espansionistiche del Vietnam del Nord? Semplicemente perché, chiamandosi tutti e due Vietnam, si pensava che fossero lo stesso Paese, e dunque la guerra era un loro affare interno. Tutto ciò di cui Lei parla sono appunto affari interni.

  4. In aggiunta ai fatti correttamente riportati dal dott. Pardo, desidero ricordarne altri.
    1. La Guerra del Donbass. Il conflitto ha avuto inizio il 6 aprile 2014, quando manifestanti armati hanno occupato alcuni palazzi governativi nell’Ucraina orientale, ossia nelle regioni di Donec’k, Luhans’k e Charkiv. Subito dopo si sono costituite delle truppe separatiste, armate e supportate (anche con mercenari) dalla Russia. Nelle prime due Regioni citate furono proclamate, rispettivamente il 7 e il 28 aprile, le Repubbliche popolari (DPR e LPR), indipendenti dall’Ucraina. Il 24 maggio le due Repubbliche popolari hanno costituito lo Stato federale della Nuova Russia. In luglio e agosto le forze governative, con l’aiuto di formazioni paramilitari di estrema destra (Pravyj Sektor), descritte come neonaziste o neofasciste: il Battaglione Donbass, il Battaglione Azov, il Battaglione Charkiv, e la milizia di Oleh Ljaško, hanno “riconquistato” il Donbass. Dopo giorni di colloqui di pace a Minsk sotto gli auspici dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), l’Ucraina, la Russia, la DPR, e la LPR hanno concordato una tregua il 5 settembre. Nell’ottobre 2014, Human Rights Watch ha denunciato l’impiego da parte dell’esercito ucraino di bombe a grappolo nelle aree popolate sotto il controllo dei separatisti.
    2. Il Protocollo di Minsk. Firmato dopo estesi colloqui a Minsk, la capitale della Bielorussia, sotto l’egida della Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), prevedeva un cessate il fuoco immediato, lo scambio dei prigionieri e l’impegno, da parte dell’Ucraina, di garantire maggiori poteri alle regioni di Doneck e Lugansk. Tuttavia, nonostante abbia portato ad un’iniziale diminuzione delle ostilità, l’accordo non è stato rispettato. Un memorandum supplementare è stato concordato il 19 settembre 2014. Angela Merkel, in un’intervista alla rivista Die Zeit nel dicembre del 2022, ha dichiarato che gli accordi di Minsk non erano un tentativo di stabilire la pace nell’Ucraina dilaniata dalla guerra, ma che sono stati un tentativo “di dare tempo all’Ucraina” di ricostruire il suo esercito per la riconquista del Donbass e della Crimea.
    3. Il Reggimento (o Brigata d’assalto) Azov. Nel 2016 un rapporto presentato all’OSCE dalla Foundation for the Study of Democracy ritiene il battaglione “Azov” responsabile nel Donbass dell’uso sistematico di tecniche di tortura fisica e psicologica, di stupri ai danni della popolazione civile, occultamento di cadaveri nelle fosse comuni ed esecuzioni sommarie ai danni dei prigionieri.

  5. Professore, non è questione di prendere sul serio le scemenze che dicono sul Suo conto. Non sono io a contestarla, io La conosco e La apprezzo, anche quando siamo in disaccordo – come fu nel caso della pandemia – e dunque non è a me che deve dire che “i russi mentono”, perché, anche educato dalla Sua scuola di cartesiano realismo, lo so sin troppo bene.
    Ciò che presta le Sue considerazioni ad ampi margini di opinabilità, è la proposizione di un punto di vista “psichiatrico” delle azioni di Putin, partendo da cose che Lei dà per scontate e che non lo sono affatto.
    Primo: che Putin, che dispone del meglio dei consiglieri per ogni ambito in cui deve prendere delle decisioni, non abbia attentissimamente valutato ogni controindicazione prima di lanciarsi in questa avventura.
    Secondo: che in questa vicenda le colpe siano esclusivamente russe e non anche ucraine.
    Terzo: che le fonti da cui Lei, come tutti – come me, come gli altri – si abbevera, siano affidabili mentre quelle di chi ha un pensiero differente, siano false.

    Questa è una guerra e in guerra si mente spudoratamente e dunque nessuno di noi ha i dati per poter trarre delle conclusioni che non siano annebbiate dalla propaganda o dalle posizioni personali.
    Lei è un atlantista, e questo si sa. I russi, filorussi, italorussi, o quel che sono, intervenuti nei duelli rusticani di questi giorni, sono di opinione diversa dalla Sua. Chi ha la verità? Nessuno. Perché tutte le fonti da cui sia Lei che i suoi interlocutori vi “abbeverate”, non saranno mai affidabili come quelle di chi sta sul campo – e vede le cose da un’ottica che nessuno di noi può scorgere (non può Lei dalla sua bellissima Catania, non posso io dalla periferia orientale di Napoli dove vivo) – e naturalmente chi sta sul campo ha tutto l’interesse a mostrare verità diverse da quelle effettive. Anche se, non me ne voglia, io non liquiderei le testimonianze dei suoi interlocutori come scemenze tout court, ecco. Sarei più prudente da questo punto di vista, al netto di certe cafonate che Lei purtroppo a volte, quando scrive di questi temi, si trova a fronteggiare.

    Prendiamo semplicemente atto che questa è una guerra e che noi italiani dobbiamo decidere con chi schierarci *in esclusiva base dei nostri interessi*, non perché “Putin è cattivo e l’America è buona”.
    Non ci sono nella politica internazionale che è una Gomorra dove tutti sono cattivi e dove ha senso scandalizzarsi per le carognate del boss che spara ad un ragazzino dopo avergli promesso il perdono, solo se un minuto dopo non si idolatra Genny Savastano.

    A noi italiani cosa conviene? E’ su questa base che a me interessa discutere, non impelagarmi in chi ha ragione e chi torto sulla base dei princìpi.

  6. Putin e la retorica della “Russia umiliata” dall’occidente per una “promessa tradita” che in realtà non è mai esistita.
    https://www.ilfoglio.it/esteri/2022/03/25/news/la-nato-e-la-russia-non-un-centimetro-a-est-3847203/
    ” …È in questo contesto che Baker dice al leader sovietico: “Capiamo che sarebbe importante non solo per l’Urss ma anche per gli altri paesi europei avere la garanzia che se gli Stati Uniti mantengono la loro presenza militare in Germania nell’ambito della Nato, non ci sarà alcuna estensione della giurisdizione della Nato o della presenza militare di un centimetro a est (no one inch)”. Questa proposta verbale, che riguarda esclusivamente il futuro della Germania, non è una promessa solenne ma la base di un negoziato e infatti viene superata già nei mesi successivi per due motivi: il primo è che l’idea di una Germania mezza dentro e mezza fuori funziona dal punto di vista politico, ma è difficilmente attuabile sul piano pratico; il secondo è che in poche settimane la forza contrattuale dell’Urss si indebolisce notevolmente, da un lato per le condizioni economiche sempre più disastrose (l’Urss chiede aiuti alimentari all’Occidente) e dall’altro per la larghissima vittoria dei popolari della Cdu alle elezioni tedesche del 1990 in entrambe le Germanie.
    Alla fine nel trattato sullo stato finale della Germania (detto “Due più Quattro” perché firmato dalle due Germanie e dalle quattro potenze vincitrici della Seconda guerra mondiale: Francia, Regno Unito, Usa e Urss) viene stabilito che la Germania orientale entra a pieno titolo nella Nato, anche se con uno status militare speciale per le restrizioni sulla presenza di truppe straniere e armi nucleari sul suo territorio e un periodo transitorio di quattro anni prima del ritiro definitivo delle 380 mila truppe sovietiche. In cambio Gorbaciov, con un paese in una crisi economica profondissima, ottiene un bel gruzzolo di soldi: 12 miliardi di marchi a fondo perduto e altri 3 miliardi di prestiti senza interessi. Ciò che non ottiene sono le garanzie sul futuro allargamento della Nato a est anche se, come scrive nel suo libro la storica Mary E. Sarotte, già a maggio del 1990, Gorbaciov disse al presidente francese Mitterrand di essere a conoscenza “dell’intenzione espressa da alcuni rappresentanti dei paesi dell’est europeo di uscire dal Patto di Varsavia e di aderire successivamente alla Nato…”.

  7. Ancora per Franco. Io sono felice quando trovo una notizia che fa il contropelo al mainstream. Per esempio quando leggo che un oscuro militare russo, Stanislas Petrov, col suo sangue freddo, e correndo enormi rischi, ha salvato il mondo, da solo, dalla Terza Guerra Mondiale, mi entusiasmo. La gente si spella le mani applaudendo Maradona, io applaudo Stanislas Petrov. Lui sì merita un monumento.
    È vero che gli italiani hanno spesso aspettato di sapere chi aveva l’aria di vincere, prima di schierarsi; è comprensibile che si dica che “gli italiani non finiscono mai una guerra con gli stessi alleati con cui l’hanno cominciata”, ma poi la vicenda di Durand de la Penne, ed anche del comandante inglese, mi entusiasmano come pagine dell’Iliade. È una vita che cerco di non farmi fregare, quardando ai fatti. E sono i fatti che danno torto alla Russia, in politica internazionale, così come la Seconda Guerra Mondiale è stata l’occasione in cui l’Italia ha fatto la massima figura di m.,..armellata della sua storia. Nascondere i fatti non serve a niente. La storia li dissotterra sempre.

  8. Car Franco, anche lei, che pure mi conosce da anni, a forza di sentire scemenze le prende sul serio? Lei mi crede capace di dire che gli americani dicano sempre e comunque tutta la verità e i russi sempre e comunque soltanto menzogne? Perfino in una situazione drammatica in cui uno ha soltanto ragione e l’altro soltanto torto, per il diritto penale si può attribuire a colui che ha torto l’attenuante della provocazione. Infatti neanche vedo dove io abbia mai detto che gli americani dicono la verità. Anzi ho sempre detto che sono intervenuti e interverranno perché è loro interesse farlo, non per soccorrere gli ucraini o gli europei occidentali, che peraltro neanche lo meritano.

    Ho cercato di orientarmi tra i pochi fatti certi, e qui sono sommerso dall’ideologia.Fra l’altro proprio mi dispiace l’impressione che ho dato a qualcuno di volerlo convincere. Nessuno può immaginare quanto poco mi importi come la pensano gli altri. A meno che non lo facciano con argomenti seri. Ma in quel caso, appunto, non mi interessano gli altri, ma gli argomenti seri. Quando il Nicola che abita a Peter dice cose per me fantastiche, io annoto soprattutto che lui paga per la sua impresa una flat tax. E qui mi sono levato il cappello dinanzi al fisco russo. L’ìunica differenza fra l’informazione russa e quella occidentale è che da noi la stampa è libera. E se un giornale dice che il sole è quadrato domani dieci giornali rideranno di lui. Mentre dove non c’è libertà, si può dire qualunque cosa. Ai tempi di Stalin in Russia insegnavano ai ragazzini che gli operai americani morivano di fame. Ma come, non avevano già l’automobile? (Che noi in Europa ancora sognavamo?) Ma che automobile! Quella è tutta propaganda, gi americani muoiono di fame. Io sono abbastanza vecchio per essere vissuto, ben cosciente, ai tempi di Stalin.
    Io sopporto facilmente le opinioni altrui, se sostenute da argomenti. Le perorazioni, condite da sarcasmo per chi non la pensa nello stesso modo… semplicemente mi annoiano. Confesso di non avere letto per intero tutti i commenti che precedono. E, mi creda, non voglio convertire nessuno. Scrivo perché mi piace scrivere, per gli amici e per il quotidiano che mi ospita (ItaliaOggi) per il resto me ne frego. Di tutto.

  9. Che i russi siano intervenuti in Ucraina per denazificarli, è una bugia alla quale possono credere solo i ritardati mentali.
    Ma proprio per questo mi meraviglia che una sublime intelligenza realistica come il nostro Pardo possa pensare che a mentire siano solo i russi e che in una guerra ci siano buoni e cattivi. Un conto è scrivere che ci convenga schierarci con gli ucraini, cosa che io non credo, altro è pensare che il Buono sia l’ucraino e il Cattivo sia il russo, tanto più se si considera che nessuno di noi, e qui ha ragione Ida Verova, ha l’accesso alle fonti che ha chi sta sul luogo.
    Io, per principio, non mi fido di nessuna fonte, memore che “in guerra la prima vittima è la verità”.
    Ma dopo questa mia considerazione, ho paura – e mi dispiacerebbe – che il professore mi tolga il saluto.

  10. Scusate, ma siccome devo meritarmi i lauti compensi che mi pagano Soros e la CIA, mi sento obbligato a linkare https://www.youtube.com/watch?v=r5FlaRUcNec.
    Inoltre, tanto per allungare il brodo, mi sono sembrati interessanti i giudizi che gli stessi russi danno su stessi nel volume “Tempo di seconda mano” di Svetlana Aleksievič (una scrittorucola da quattro soldi) che, come Время Секонд Хзнд, è sicuramente nelle mani di ogni famigliola russa.

  11. X Nicola Cucciolla
    Caro omonimo e corregionale (io sono nato a Trani), devo ammettere che Lei ha scritto un ottimo commento, e mi congratulo. Ottimo nella forma ma non nella sostanza, però.
    Qui si parla della manina di Soros nella destituzione di Janukovic (tutta da provare, Soros non ha mai ammesso questo), dei brogli americani ai danni Trump (anche questi non provati) ecc., insomma dei fatti non provati vengono presentati come indiscutibili. Ed è questa la differenza tra Lei e Gianni: lui si basa unicamente sui fatti veri, quelli provati. Putin ha invaso l’Ucraina, e su questo non ci piove. Che poi l’abbia fatto solo per liberare il Donbass, questo è materia di opinione. Certo il fatto che abbia cominciato dal lato di Kiev….mah. O fa finta di ignorare?

  12. Pardo, si dia una svegliata. Lei non è un generale, è un pensionato di novant’anni della Sicilia profonda, che non ha alcuna cognizione della reale situazione (come non può averla nessuno) e che tuttavia si fa le opinioni sulla base di fonti di cui lei sceglie legittimamente di fidarsi ma che potrebbero essere inquinate esattamente come lo possono essere fonti russe. E’ questo che non si sopporta del Suo atteggiamento, non la faziosità.
    Avere un punto di vista filoamericano è del tutto legittimo, io stessa sono spesso critica nei confronti di Putin. Ma lei non può dire, come fa ad ogni suo post/articolo o come diavolo vuole chiamarli, che i russi mentono mentre gli americani, buoni e civili, dicono sempre la verità.
    Manco alle elementari si ragiona così, andiamo.

  13. Pardo, il dialogo sereno è possibile solo se Lei non parte dal presupposto di avere per forza ragione e di offendere chi la pensa diversamente.

  14. Perché Lei ignora (o fa finta di ignorare) l’antefatto. Ignora la violazione – da parte americana (e riconosciuta persino da Gorbaciov) – dell’assicurazione da parte della NATO che non ci sarebbero state espansioni ad Est, ignora (o fa finta di ignorare) la violazione degli accordi di Minsk, ignora (o fa finta di ignorare) che da anni in Donbass va in atto un massacro, condotto dalle classi dirigenti ucraine col supporto di un’organizzazione che si richiama palesemente ai principi del nazismo, il cui intento è di forzare la russificazione degli abitanti di tutto l’Est dell’Ucraina, così come dimentica (o fa finta di dimenticare) il colpo di stato, apertamente finanziato e rivendicato da Soros – non quindi dal Corriere del Complottista filorusso – col quale è stato destituito Janukovyč. L’obiettivo è quello di mettere le basi NATO a poche centinaia di chilometri da Mosca, quando questo era palesemente contro gli accordi. E se proprio non si fida di me, si fidi di Kissinger, che dice esattamente le stesse cose.
    Questi sono i fatti. Per la Sua semplicistica visione della storia della vicenda, Putin è un pazzo che ad un certo punto, poiché non aveva niente di meglio da fare, decide di invadere il Donbass. E chiunque le fa notare che le cose sono molto più complesse di quanto Lei sostiene, per Lei delira, cioè è pazzo sostanzialmente.
    Siamo tutti pazzi, è pazzo Putin (essendo russo, per Lei è ontologicamente pazzo, fanatico e incivile) è pazzo Kissinger (ma saranno le sue origini tedesche, sa com’è), è pazzo Trump (è americano, però in fondo un po’ pazzarello è anche lui), era pazzo la buonanima di Gorbaciov (le origini russe sono quel che sono), e l’unico che ha capito come stanno le cose è Lei, un blogger che ha il vizio di tanti blogger: pensare che l’unico intelligente della situazione è lui mentre gli altri sono tutti scemi o pazzi, senza essere sfiorato dal fatto che a volte sono le circostanze ad imporre certe decisioni e non le volontà personali.
    Le circostanze sono chiare: le repubbliche separatiste ucraine vogliono stare con la Federazione Russa e hanno chiesto l’aiuto della Russia, c’è stato un referendum in Crimea vinto dai filorussi (contestato dalla comunità internazionale che invece, ne siamo certi, se avessero vinto i filoucraini non avrebbe avuto nulla da dire, mentre nessuno ha da ridire sull’elezione farsa di Biden dove si sono scomodati bicentenari e defunti) e soprattutto, appena Putin ha visto un momento di debolezza americano, ne ha approfittato, *TIRATO PER LA GIACCA*, perché lui questa guerra non l’avrebbe voluta, perché sapeva benissimo che sarebbe stata un grosso rischio quale è.
    Naturalmente Lei è padronissimo di non condividere questa visione delle cose, ma non è padronissimo di offenderci se abbiamo un’opinione diversa dalla sua.
    E cortesemente, la smetta con questa adesione acritica all’atlantismo, che persino in America stanno capendo come stanno davvero le cose.

  15. È vero o non è vero che lei ha giustificato l’invasione russa (quella che secondo una certa signora non c’è mai stata, ed io dovrei discutere con gente che afferma cose del genere?) con l’irredentismo di molti abitanti del Donbass? La Russia avrebbe dovuto invadere il Donbass dieci anni fa, e Putin è troppo morbido, questo ha scritto. È vero o non è vero che Kiev non è nel Donbass? E vero o non è vero che neanche Mariupol etc, fino a Kherson, non sono nel Donbass? È vero o non è vero che la Russia ha cercato di annettersi l’intera Ucraina (col consenso degli ucraini) ed è stata molto sorpresa della resistenza ucraina? È vero o no, che se questo tentativo c’è stato, questo si chiama “espansionismo”, contrariamente a quanto pensa quella signora che, visto quanto è grande la Russia, nega il suo espansionismo? La Russia non può espandersi ad est per due ragioni, perché da quelle parti ha il Pacifico e perché non teme di essere invasa. Al contrario sarebbe ben felice di potersi riprendere gli Stati Baltici e magari la Finlandia, visto che c’è. Se non lo fa è perché non può fare. E chieda ai baltici quanto sarebbero contenti di ridiventare dei sobborghi di San Pietroburgo.
    Io non sono urtato dalle opinioni altrui, sono urtato dai deliri altrui. Se devo dimostrare che in Ucraina è stata tentata un’aggressione, preferisco non farlo, perché non mi si propone di dialogare con chi non la pensa come me, ma con qualcuno che ha urgente bisogno di un paio di occhiali. Per non parlare di medici.

  16. @Nicola De Veredicis
    Mio caro omonimo, legga qui “In questi giorni sono stato assalito da alcuni lettori russi per le mie opinioni su Putin e sulla guerra. Queste persone non sono rappresentative dell’intero popolo ma somigliano, in piccolo, ai portavoce ufficiali russi”. In pratica, mi ha dato del portavoce ufficiale dei russi, a cui somiglierei. Ovviamente in piccolo, per non farsi mancare la spocchia.
    Non si sogna nemmeno di considerare che io possa semplicemente avere un’opinione diversa dalla sua e che in quanto tale andrebbe rispettata.
    Lasci perdere le calunnie – di cui evidentemente non conosce il significato giuridico – e mi dica se è un atteggiamento degno di una persona rispettosa e democratica

  17. x Nicola Cucciolla
    Lei continua a scrivere che Gianni Pardo abbia affermato che Lei appartiene ai servizi segreti russi. Non l’ha mai scritto, ma Lei insiste. Al mio paese, questa si chiama calunnia. A meno che non si tratti di un tentativo (mal riuscito) di umorismo barese.

  18. come spesso succede, il prof Orsini fa una veloce sintesi (il Fatto di oggi)
    “L’estremismo di questi quotidiani può essere riassunto in tre idee che forgiano uno schema cognitivo radicale.
    La prima idea prevede la sconfitta della Russia sul campo a tutti i costi, incluso il rischio dell’escalation nucleare: nessuna diplomazia, soltanto guerra.
    La seconda idea è che il mondo sia diviso tra le forze del bene e quelle del male. Il criterio per distinguere i due campi è la politica della Casa Bianca. La linea di Biden è sacra e non può essere discussa. Chiunque la critichi finisce in una lista di proscrizione e poi esposto al pubblico ludibrio e all’insulto collettivo.
    La terza idea estremista è che esistano soltanto due tipi di civiltà: la civiltà superiore dell’unione Europea e quella inferiore della Russia che non ha niente di attraente. I russi vivono nella miseria e sono prossimi alla bancarotta. Non hanno armi né voglia di combattere perché sono soggiogati da un dittatore che odiano e contro il quale sono pronti a ribellarsi. La vita dei russi è triste e miserabile. I russi sono un popolo fallito, facile da sconfiggere.
    per chi è interessato, l’articolo continua sul quotidiano

  19. Perché Lei parte dal presupposto – sbagliato – che il Bene e il Male stiano soltanto da una parte e che chi non è d’accordo con Lei sia un agente di chissà quale servizio. Lei è arrivato a dire testualmente che chi è putiniano è tout court incivile, manifestando palesemente disprezzo per chi Le dà una visione alternativa della questione, rifiutando a priori qualsiasi fonte contraria e qualificandola come menzognera e figlia di rapporti dei servizi segreti, salvo poi lamentarsi che qualcuno Le risponda a tono, oltretutto persino commettendo la cafonata di rimproverare pubblicamente una persona per una piccola scivolata lessicale.
    A questo punto, Pardo, ma creda glielo dico nel suo interesse, chiarisca che in questo spazio non vuole commenti che divergano dalla sua linea. E’ più onesto così. Ma se lei tiene un blog giornaliero, deve anche prendere in considerazione che i Suoi post possano essere letti da qualcuno che può avere idee diverse dalle sue.
    Se Le può interessare, io sono di origini russe (madre di San Pietroburgo, padre di Bari), vivo a San Pietroburgo e NON SONO un agente dell’FSB. Sono perfettamente al corrente del fatto che, in guerra, TUTTI mentono. Quando Lei prenderà in considerazione che anche le fonti da cui lei prende spunto, potrebbero contenere errori e bugie?
    Ad ogni modo, voglia scusarmi se l’ho disturbata. Quando vorrà concedermi l’onore di un dibattito civile e rispettoso tra posizioni differenti, mi troverà a Sua disposizione.

  20. Il momento più difficile della sua storia? Ma se non c’è stata e non c’è nessuna guerra, e “Nessuno ha invaso nessuno”, di che momento difficile sta parlando?
    Sul pianeta nel quale vivo io sono successe cose di cui in Russia non si ha notizia, come vuole che ne discutiamo?
    Per me sono discutibili le opinioni. Se invece si negano i fatti, il dialogo è inutile.

  21. Posto che io giro tranquillamente per San Pietroburgo e nessuno mi controlla niente, Le farei notare che la Federazione Russa sta affrontando il momento più difficile della sua storia. In Italia, per molto meno, si è fatto molto peggio.
    Sarà perché, come dice Pardo, in quanto italorusso, sono sicuramente un agente di Putin.

  22. A proposito di conoscere la Russia, credo di poter dire di conoscerla abbastanza bene, tramite mia moglie (che è russa), ed i suoi parenti e amici, alcuni dei quali vivono la’. Eravamo in frequenti contatti con una dottoressa di Mosca, ma ultimamente al telefono tagliava corto. Grande mistero fino a qualche settimana fa, quando abbiamo incontrato sua figlia qui a Cannes. E la ragazza ci ha detto che in Russia oggi sono letteralmente imbavagliati, controlli su Facebook, Whatsapp, i telefonini. E se ne vergognano, ma non possono farci niente.
    Pensavo potesse interessare.

  23. Gentile Professore, se Lei non gradisce commenti che non pettinino le sue convinzioni, chiarisca di non volere commenti da parte di gente che conosce quel paese. Ma Lei comprenderà bene che se Lei accusa chiunque non condivida le Sue opinioni di essere una specie di spia russa, autorizzerà la gente a pensare che Lei sia una spia americana.

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