L’INCOMPETENZA DI BERLUSCONI

Il mondo politico italiano è pieno di figure che non sembrano all’altezza del ruolo che ricoprono. È una falsa impressione o c’è del vero, in questo? Come si spiegano le posizioni apicali di personaggi come Sandro Pertini, Silvio Berlusconi, Papa Francesco, Enrico Letta, Elly Schlein, e tanti altri?
Evidentemente nel fenomeno si ha la prova del “Principio di [Lawrence] Peter” (uno psicologo canadese) secondo il quale ciascuno si ferma una volta che ha superato il limite della sua competenza. Esempio: un tizio fa faville dovunque lo mettano, e così viene promosso fino ad essere il numero tre. Ruolo in cui fa ancora benissimo. Alla prima occasione lo nominano numero due, Vice-Capo, e proprio lì fallisce. Naturalmente non viene più promosso ma Vice-Capo rimane. Un posto per il quale non è adeguato, ma nelle carriere quasi sempre non esistono retrocessioni. Il Tizio si è fermato al livello della sua incompetenza.
Ovviamente non sempre è così, ma spesso perché si muore prima di arrivare all’ultimo gradino. Nel nostro esempio, se Tizio fosse morto mentre era ancora numero tre, non sarebbe mai arrivato al livello della sua incompetenza. Ma – attenzione – qua non si critica il sistema che conduce a questa sorta di assurdo. Il “Principio di Peter” funziona dove si avanza per merito e questo rimane il miglior criterio di selezione. Infatti dove funzionano le raccomandazioni si parte già dall’incompetenza e si fa carriera malgrado le ripetute prove di quell’incompetenza. Ma non è ciò che interessa qui.
Qui possiamo esaminare alcuni casi: Schlein, Papa Francesco e Berlusconi. Schlein è un’agitatrice e per questo è sembrata efficace alla base giovanile o, peggio, giovanilistica. Ma Beppe Grillo e compagni idealisti dovrebbero sapere che una cosa è “fare casino” e un’altra “guidare la baracca”. Se, riguardo al Pd, per guidare la baracca non è bastato il direttore dell’École Internationale de Sciences Politiques di Parigi come Enrico Letta, come volete che basti una Elly Schlein? Per giunta la politica è un campo in cui non c’è pietà per nessuno e di tutti vengono sbandierati non soltanto gli errori ma perfino comportamenti e azioni che errori non sono. Insomma in politica è normale essere calunniati, figurarsi quando l’errore esiste realmente. La poverina è stata scaraventata al suo livello di incompetenza ed ora nessuno glielo perdona.
Diverso è il caso di Papa Francesco, cui non ho certo mancato di rispetto, mettendolo nella lista. Il Papa è a capo di una religione che non si vuole fondata sulla razionalità, ma sulla Rivelazione. Una religione che rivendica la “Follia della Croce”. Che chiama “santi” persone che, nella vita concreta, sarebbero definiti dagli psichiatri “casi borderline” o peggio. Insomma, se si fosse nominato Papa Francesco d’Assisi (di cui l’attuale pontefice non a caso ha preso il nome), non è detto che si sarebbe comportato e avrebbe parlato diversamente. In altri termini per me, e secondo la mia idea del papato, Francesco è “incompetente” per essere Papa, ma lui stesso potrebbe dirmi che è competente secondo San Francesco e che tra lui e me la diatriba sarà risolta dall’Altissimo. E, dal suo punto di vista, non potrei dargli torto.
E così veniamo al piatto forte: Berlusconi. Che Silvio Berlusconi sia stato un uomo straordinario è inutile stare a dimostrarlo. Che in tutti i campi in cui si è messo – edilizia, banca, editoria, televisioni, ecc. – abbia fatto faville è incontestabile. Non si parte da niente per divenire plurimiliardario (in euro) se non si è dotati di eccezionali qualità. Il suo successo in politica è stato notevole – considerando per quanti anni è stato Presidente del Consiglio, e ciò benché tutti remassero contro e lo calunniassero a gogò – e tuttavia la sua azione politica non è stata pari né alle sue né alle nostre attese. Avrebbe voluto realizzare una vera riforma della giustizia, e non c’è riuscito. Avrebbe voluto riformare veramente il fisco, e non ce l’ha fatta. Avrebbe voluto rendere efficiente la Pubblica Amministrazione, e non ha potuto cambiarla. Insomma non ha realizzato quella “rivoluzione liberale” che avevamo creduto albeggiasse nel 1994.
Non gli si rimprovera nulla: ovviamente l’impresa era al di sopra delle forze di chiunque conosciamo. Ma – appunto – di chiunque conosciamo; e di Giulio Cesare? Di Napoleone? Di Atatürk? Di Ercole? Ecco dove forse Berlusconi ha raggiunto il livello della sua incompetenza: non era competente per fare i miracoli. E, ricordiamoci, possiamo ammettere che miracoli esistano soltanto dopo che li abbiamo visti. Insomma, se Giulio Cesare ci avesse parlato dei suoi progetti prima di cercare di attuarli, gli avremmo dato del pazzo. E lo stesso per Berlusconi. Ad andar bene – a lui che amava la lingua francese – avremmo diagnosticato la “folie des grandeurs”. E infatti i suoi più cari amici gli hanno sconsigliato di scendere in politica. Nondimeno, come dicono gli anglosassoni, “Nice try”, bel tentativo.
Il livello dell’incompetenza di Berlusconi è stato il progetto di cambiare l’Italia. E dunque va perdonato. Come dicevano i giuristi romani, nessuno può realizzare l’impossibile.

L’INCOMPETENZA DI BERLUSCONIultima modifica: 2023-06-24T07:37:52+02:00da gianni.pardo
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