IL CASO SCHLEIN

Elly Schlein è un caso. Con questa espressione si intende un caso di studio ma anche “un problema già noto”, come quando si dice “un caso clinico”. Si potrebbe dunque dire che lei sia “un risultato” e non “una causa”. Ma fin qui stiamo parlando un linguaggio esoterico. Andiamo sul concreto.
Prendiamo Beppe Grillo. Questi magari non sarà un personaggio plausibile ma certo non è “un caso” nel senso che è stato detto. Al massimo, potrebbe essere “un caso nuovo”. Infatti, con tutti i suoi limiti, Beppe non ha imitato nessuno. Non ha seguito una corrente generata da altri. Non ha ripetuto slogan consacrati, ma ne ha inventato di suoi. Insomma, anche se ha pescato nel vasto bacino dell’insoddisfazione, come fanno tutti i partiti, ha costituito una novità che si è vista nella semplicità degli slogan, nella radicalità del messaggio, nella demenziale, ingenua semplificazione di tutti i problemi. Una banalizzazione indigeribile per i competenti ma suggestiva per i semplici.
I risultati sono stati negativi e il fenomeno si è esaurito, ma non si può negare che Grillo sia fallito in proprio, non seguendo una ideologia già esistente. Il suo messaggio iniziale era l’ostilità a tutti i partiti e il più radicale rifiuto di allearsi con loro. Non si trattava dunque di entrare nel sistema ma di abolirlo. Poi la realtà ha imposto altro, con esiti disgustosi.
Elly Schlein è tutto il contrario di ciò che si è detto e somiglia, in questo, a Maurizio Landini. Riguardo a quest’ultimo, ogni volta che apre bocca, si ha la sensazione del déjà-vu, del già sentito e del già sopportato. Per lui, tutta la politica e tutta l’economia si riassumono in due dogmi: “Il governo ha torto in tutto ciò che fa, e la soluzione di tutti gli incendi è che lo Stato li spenga inondandoli col denaro”. Che magari non ha. Ma che problemi ci sono? Come avrebbe detto Giuseppe Di Vittorio, può sempre sottrarli ai ricchi e alle multinazionali.
Elly Schlein è più complessa e meno banale. Non vede il mondo “sub specie oeconomica”, ma in chiave ideale. Il denaro conta, certo, ed anche il lavoro conta: ma su questi problemi valgono le soluzioni di sempre del Partito Comunista. E non c’è neanche la necessità di ripeterle. Piuttosto lei vuole insistere su un cambio sociale nella direzione di ciò che è bello, di ciò che è equo, di una giustizia offerta a chi prima è stato maltrattato. Bisogna nutrire il corpo, ma anche l’anima ha bisogno di nutrimento. Non dimentichiamo del resto che nei sacri testi si parlava sia di economia marxista sia di umanesimo marxista. Nelle tesi di Schlein c’è il riassunto di tutte le battaglie, di tutte le rivoluzioni mancate del passato e insieme la ripresa di tutte le speranze in materia di ecologia, di sesso, di political correctness. Di sinistrismo dell’anima.
Elly non innova: rivisita e riassume. La sua predicazione non ha il senso di offrire nuove diagnosi e nuove soluzioni. Come Girolamo Savonarola lei semplicemente richiama a tutto ciò che è stato considerato giusto e doveroso in passato. Ideali per cui non ci si è battuti abbastanza. È insomma il risultato dell’intera storia della sinistra. Mentre le teste “pensanti e realistiche” del fu Pci si chiedono fino a che punto non si sia sbagliato strada, in passato, lei pensa che la strada era giusta e l’errore consista nel non averla seguita con sufficiente coraggio.
Il fenomeno è tutt’altro che eccezionale. La lunga storia del Cristianesimo è attraversata dal contrasto fra il messaggio evangelico, come è stato percepito dalle folle, e la sua realizzazione concreta. E proprio da questa delusione sono nati nei secoli i movimenti di contestazione del Papa che si richiamavano direttamente al vangelo. Pensiamo alla rivolta dei “Catari”. Perfino la Riforma Protestante fu in un certo senso “conservatrice”. Lutero non predicava un’innovazione, nella Chiesa, ma un ritorno ai “veri” valori. E del resto, contrariamente al significato corrente, “rivoluzione” secondo l’etimologia non è un “cambiamento totale nella direzione del nuovo” ma il “ritorno al punto di partenza”. Come fa la Terra dopo un anno di giro intorno al Sole. Il punto è: questo ritorno è possibile? è utile? migliora o peggiora le cose?
Il Vangelo consiglia di non occuparsi di produrre, perché lo stesso Dio che nutre i passeri nutrirà anche noi. “Cercate prima il regno di Dio e il resto vi sarà dato per sovrappiù”. Si può applicare concretamente questa dottrina? Quanto tempo passerebbe, prima che la fame smentisca il Vangelo? Ecco, Elly è una miliardaria disorientata che può credere alle favole proprio perché, sulla sua tavola, il cibo non è mai mancato. Se il suo messaggio è fiammeggiante, spirituale, radicale come quello del Savonarola, è perché una fede tiepida grida vendetta dinanzi a Dio. “Insomma, ci crediamo o non ci crediamo? E, se ci crediamo, che cosa aspettiamo per agire in conformità?” Così, se qualcuno le segnala che la guida dello Stato si occupa soprattutto di problemi concreti – come un reddito sufficiente per vivere – lei ha tendenza a rispondere, come Napoleone, “L’intendance suivra”: le salmerie seguiranno i movimenti dell’esercito e si occuperanno del pranzo e della cena.
In questo senso Elly Schlein può apparire patetica come la maggior parte dei predicatori religiosi. La loro evidente buona fede non li scusa, piuttosto ne sottolinea la pericolosità se malauguratamente, come il Savonarola, ottengono il comando. Ai predicatori pensa Madre Chiesa, all’occasione scoumincandoli. Al Pd pensano gli elettori. Votando per Giorgia Meloni.

IL CASO SCHLEINultima modifica: 2023-06-02T07:17:11+02:00da gianni.pardo
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Un pensiero su “IL CASO SCHLEIN

  1. L’altra sera Federico Rampini ha “asfaltato” Elly Schlein. Si veda ad es.: https://www.ilparagone.it/attualita/federico-rampini-elly-schlein-citta-peggio-amministrate-sono-in-mano-loro-pd-democratici-america-italia-elezioni-amministrative-staseraitalia-rete4/
    Anche la “difesa” di Paolo Mieli equivale ad una stroncatura: “”La segretaria non ha responsabilità, è un’estranea. Per questo la difendo. Forse è un problema di gioventù: scompare e poi ricompare. La responsabilità è dei gruppi dirigenti, che la incoraggiano a dire vaghezze, e sono disposti a cambiare tutto pur di restare al potere”.

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