IL CAMBIAMENTO CLIMATICO, SECONDO “REPUBBLICA”

Dino Panigra

Il cambiamento climatico è possibile, ma richiede dimostrazioni scientifiche su periodi di tempo molto più lunghi dell’esistenza di un uomo. In materia di geologia e di climatologia la nostra Terra “ragiona” su tempi molto più lunghi di quelli in cui ci muoviamo solitamente noi. Ma c’è chi dispone di certezze assolute, tanto da poter trattare rudemente chi non si inchina immediatamente alle loro opinioni.
Un articolo della “Repubblica”, infatti, dà addosso alla “cecità dei negazionisti” del cambiamento climatico, a cominciare da Meloni e Salvini, tanto per non dimenticare la politica. La gravità dell’accusa – per i leader del centrodestra ma anche per tutti i miscredenti della nuova religione – si coglie anche notando il termine “negazionisti”, originariamente usato a proposito dello scetticismo rispetto alla storicità della Shoah.
In quanto individuo, facendo parte di coloro che hanno qualche perplessità e sentendomi chiamare “negazionista” mi sarei dovuto offendere. In realtà mi sono precipitato a leggere per conoscere quali argomenti venivano usati per sostenere la tesi giusta, secondo la dottrina stabilita dai concili. Questo in modo da potermi emendare dai miei peccati. Né il testo mi ha deluso, perché esso comincia con l’affermare che “l’evidenza del cambiamento climatico si scontra con una persistente e diffusa incoscienza, con una sostanziale indisponibilità ad accettare una verità”. E questo mi ha consolato. Se si parla di evidenza, pur essendo “un incosciente indisponibile ad accettare la verità”, mi sono lietamente apprestato a conoscerla.
Ed è a partire da questo momento che sono stato deluso. Ecco la prima, sonora affermazione: “Come è possibile che non sia in grado di persuaderci definitivamente nemmeno la temperatura di 47 gradi registrata a Sacramento, California, il 6 settembre scorso?” E qui, come si diceva una volta dalle mie parti, ho rischiato di cadere da cavallo.
Come osa costui venirmi a parlare di un simile evento, come dimostrazione? Ma ha idea dei tempi della Terra? Ha idea del passato climatologico della Terra? Ha visto quanto tempo è passato, fra i momenti in cui ha fatto molto più caldo di oggi e i momenti in cui ha fatto molto più freddo di oggi? Con che coraggio cita l’alluvione di questi giorni quando in tanto si può parlare di cambiamento climatico, in quanto si disponga di dati concordanti per almeno un paio di secoli? Io ho sentito parlare di “miniglaciazione” per il Settecento ma, appunto, sono passati tre secoli. Citare un’alluvione è una stupidaggine, soprattutto pensando che ne abbiamo avute parecchie anche in passato, per esempio quella di Firenze o ancora prima del Polesine.
Non dimentichiamo inoltre che oggi disponiamo di termometri accurati, ma prima del 1600 non c’erano termometri, dunque il paragone col lontano passato o non è affidabile o riguarda cambiamenti parecchio più seri di un paio di gradi di temperatura.
La faccio breve: l’articolo, scientificamente, non va oltre gli occasionali °47 di Sacramento. In altri termini, sarò uno scettico, ma “la Repubblica” non ha fatto nulla per guarirmi.
Dunque riassumerò la mia posizione, per il caso che qualcuno voglia smentirmi con argomenti più seri di “Come piove, signora mia!”, cioè di quelli usati dal quotidiano di Roma.
1 Il cambiamento climatico è senz’altro possibile, ma va dimostrato su tempi molto più lunghi di mezzo secolo o giù di lì.
2 Il cambiamento climatico è senz’altro possibile, ma che esso dipenda dall’attività dell’uomo è tutto da dimostrare. Per dirne una, si parla tanto di aumento del CO2, che sarebbe tutto colpa dell’uomo, e si dimentica che in estate in Australia sono bruciati non so quante centinaia, forse migliaia, di chilometri quadrati di foresta. E quanto CO2 hanno scaricato, nell’atmosfera, quegli incendi?
Sintesi. Io non nego la Shoah, perché ne ho le prove. Non sono sicuro del cambiamento climatico, e della colpa dell’uomo, perché non ne ho le prove.

IL CAMBIAMENTO CLIMATICO, SECONDO “REPUBBLICA”ultima modifica: 2023-05-22T09:06:30+02:00da gianni.pardo
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Un pensiero su “IL CAMBIAMENTO CLIMATICO, SECONDO “REPUBBLICA”

  1. Alle alluvioni citate dal sig. Panigra, desidero aggiungere – avendola vissuta direttamente – quella del Biellese del 1968, con 72 morti. Ricordo anche che la Pianura Padana è una pianura alluvionale.
    Chi parla di negazionismo, evidentemente straparla: nessuno mette in dubbio il cambiamento climatico. Negli ultimi venti secoli c’è stata una mezza dozzina di glaciazioni, più o meno “piccole” (quella a metà dello scorso millennio neanche tanto piccola). Così come non si può mettere in dubbio che stiamo vivendo un periodo relativamente caldo: molti parlano di “riscaldamento globale”, visto che riguarda tutto il mondo.
    Però molti cadono nel ridicolo: basta, ad esempio, cercare su Google “vino in Scozia” per notare che molti sostengono che non ha MAI fatto così caldo, visto che da qualche anno vi si sta producendo vino. Questi signori ignorano, o fingono di ignorare, che si tratta solo di una ripresa: le viti in Scozia le hanno portate i Romani, e il picco di produzione si è avuto tra il X e il XIII sec.; le ultime viti della precedente tornata hanno cessato di vivere attorno al 1760.
    Viene accusato di negazionismo chi si limita a mettere in dubbio che il cambiamento climatico attuale sia totalmente o prevalentemente di origine antropica. A chi spara queste accuse dico: studiate, gente, prima di straparlare.

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