CONTROFFENSIVA?

Conoscere la “verità vera” in guerra è come colpire al buio un bersaglio mobile. Possiamo distinguere i buoni dai cattivi, secondo il nostro giudizio, ma non possiamo fidarci neanche dei buoni. Questi infatti, secondo il consiglio di Machiavelli, non sono poi tanto più buoni dei cattivi. Anche se sono tali per legittima difesa. Così, dinanzi ai ripetuti annunci da parte ucraina di una controffensiva di tarda primavera – o inizio estate, che è lo stesso – si rimane perplessi.
Quando mai si annuncia una grande operazione militare con tanto anticipo? L’ideale è infatti quello di cogliere il nemico di sorpresa. Ripetergli invece, almeno una volta la settimana, “Guarda che sto arrivando”, corrisponde a metterlo sull’avviso e invitarlo a trincerarsi come meglio può. Per questa ragione si è costretti a fare anche l’ipotesi che non sia possibile nessuna controffensiva e che l’Ucraina utilizzi quello spauracchio nella speranza che la Russia ci creda e sia disposta a cedere qualcosa.
E tuttavia, mai dire mai. È possibile che l’Ucraina stia effettivamente preparando una controffensiva e, nell’impossibilità di nascondere questi preparativi, li utilizzi per scoraggiare il nemico. Ma nella realtà, quante possibilità hanno sia la Russia sia l’Ucraina di lanciare una grande azione militare?
Una nuova offensiva della Russia è improbabile perché, se a qualcosa è servita la battaglia di Bakhmu, è stato a dimostrare quanto dura può essere la resistenza ucraina. Anche per un guadagno insignificante. Inoltre di andare oltre il Dnepr non se ne parla e di pianure la Russia ne ha già abbastanza. Se essa avesse avuto in animo di scatenare tutto il suo potenziale avrebbe dovuto non far nulla e, col silenzio, far temere il peggio al nemico. A conti fatti Mosca ha già conquistato il massimo che poteva sperare e star buona non sarebbe stata una cattiva politica. Infatti attualmente un serio dubbio si può avere soltanto riguardo all’Ucraina.
In guerra il successo dipende principalmente dalle possibilità economiche, dal numero di uomini e dalla quantità e qualità degli armamenti. E ovviamente l’Ucraina parte in svantaggio in tutti i campi. La sua economia è ridotta pressoché a zero. I suoi uomini sono combattenti valorosi ma i russi sono molto più numerosi. Le armi degli ucraini sono di solito migliori di quelle russe ma sono prevalentemente un regalo degli occidentali e questi rischiano di essere poco generosi per due ragioni: perché di armi ne hanno poche e perché temono, armando meglio gli ucraini, di irritare i russi. Creando pericoli per sé stessi. Tanto che alcuni sotto sotto si augurano la sconfitta di Kiev, purché la guerra finisca.
Già oggi gli ucraini si lamentano dell’insufficienza delle armi e persino delle munizioni. In queste condizioni, come si può ragionevolmente ipotizzare una loro controffensiva? E tuttavia molto potrebbe cambiare a causa della situazione politica. E a questo riguardo è bene essere chiari: l’Ucraina ha interesse alla riconquista dei propri territori ma qual è l’interesse degli occidentali?
Bisogna premettere che Putin ha creduto che l’Ucraina si sarebbe arresa senza combattere e infatti da principio ha soltanto inviato un esercito da parata. Al massimo ha ipotizzato una guerra Russia-Ucraina. Invece ne è nata una guerra Russia-Occidente, ed è l’ultima delle cose che Putin avrebbe voluto. Il suo massimo errore. E tuttavia bisogna anche chiedersi: dal canto suo l’Occidente si è reso conto del conflitto in cui si imbarcava, aiutando l’Ucraina? Infatti oggi si trova dinanzi a parecchie incertezze, in particolare se vuole mettere l’Ucraina in condizione di attuare la sua famosa controffensiva.
La prima incertezza – come detto – dipende dal fatto che non ha abbastanza armi per rifornire adeguatamente l’Ucraina. Da decenni non prevedeva di dover combattere una vera guerra e l’industria bellica è stata presa alla sprovvista: né essa può, da un giorno all’altro, aumentare significativamente la propria produzione. Infine c’è il costo spaventoso di queste forniture, terrificante se parliamo di aeroplani, carri armati e alta missilistica. Il gioco vale largamente la candela ma gli Stati europei sono malati di tracoma e di codardia, e gli Stati Uniti – che potrebbero fornire tutto ciò che vogliono, anche per la flessibilità della loro industria bellica – non si sa se ne avranno la costanza e la volontà. Siamo sicuri che gli americani abbiano capito qual è la posta in gioco?
In vista della pace, e pressata dalla sua opinione pubblica, l’America potrebbe imporre a Kiev di accettare la perdita del Donbass e di tutto il fronte mare ad est del Dnepr: ma quale segnale darebbe al mondo? Che in Europa si può attaccare un vicino, rapinargli una parte del territorio, e farla franca? Quanto varrebbe, dopo, la sua alleanza? La Russia non mancherebbe di propagandare questo risultato come una sua vittoria e in parte avrebbe ragione. Mentre gli Stati Uniti rischierebbero di perdere la faccia e la retrocessione in serie B.
Della Russia non possiamo sapere molto. I dati obiettivi non sono a suo favore. Il Paese è povero e fino ad oggi ha sostenuto da solo i costi e le perdite di questa guerra. Inoltre subisce le sanzioni. A suo vantaggio giocano invece questi due fattori: è dominato da una ferrea dittatura, e dunque l’opinione pubblica non esiste; la sua industria più sviluppata è quella bellica e dunque, compatibilmente con i tempi industriali, può fornire al suo esercito molte tutte le armi che vuole. Ciò malgrado, naturalmente, non possiamo sapere quante difficoltà abbia e quanto sia stanca. Senza dire che, come nel 1917, la verità potrebbe scoppiare come una bomba.
Malgrado ogni sforzo di divinazione, non sappiamo dove si fermerà il fazzoletto in questo tiro alla fune.

CONTROFFENSIVA?ultima modifica: 2023-04-22T08:10:45+02:00da gianni.pardo
Reposta per primo quest’articolo