LA DENATALITA’, UNO DEI GRANDI PROBLEMI

In Italia c’è l’allarme denatalità. Il guaio è serio ma la soluzione appare pressoché impossibile. Tanto che rimane interessante soltanto capire l’origine del fenomeno.
Avere o non avere figli è una decisione che ciascuno prende tenendo conto soltanto del proprio caso. E se alla fine il singolo decide per il no, non c’è politica demografica che tenga. I giornali credono di risolvere il problema con un maggiore e più generoso intervento economico dello Stato ma purtroppo questo suggerimento si inserisce fra mille altri consimili tanto che alla fine il consiglio è questo: “Italiani, avete dei problemi perché siete poveri? Ecco la soluzione: siate ricchi”.
Fra l’altro, per ogni difficoltà attuale, si accusa il governo in carica. E invece bisognerebbe chiedersi: ammesso che questo governo sia esclusivamente composto di bastardi incompetenti e corrotti, come mai tutti i governi precedenti – composti esclusivamente da specchiati galantuomini – non hanno posto rimedio a quell’inconveniente? In verità i grandi problemi sono numerosi e talmente costosi da essere sostanzialmente impossibili da risolvere. Bisognerebbe disporre di un governo in carica per un’intera legislatura o due e sempre che si sia disposti, risolvendo quel problema, a trascurare tutti gli altri, che il coro dice ugualmente urgenti.
Disastro: è crollato il ponte Morandi. Proposta: rivediamo la stabilità di tutti i ponti d’Italia. Ma le scuole sono antisismiche? No. Rendiamole tali. Ma neanche le case antiche, e una buona parte di quelle moderne, sono antisismiche. Se ci fosse un terremoto come quello di Messina nel 1908 non è detto che ce la caveremmo meglio di allora. E dunque? Il solito consiglio: “Diventate tutti miliardari, pagate il mille per cento delle tasse, e risolveremo molte delle difficoltà attuali”.
Purtroppo, accanto agli innumerevoli problemi senza soluzione, esistono quelli che lo Stato crede di poter risolvere. La produzione automobilista è in crisi? Incentiviamo la rottamazione delle vecchie auto offrendo bonus per la vendita delle nuove. L’uovo di Colombo. E invece è una suprema baggianata. Il sussidio che lo Stato concede a chi compra un’auto nuova è anche a carico di chi non ha i soldi nemmeno per comprarne una a prezzo scontato. È giusto, questo? E c’è di più: non è ovvio che, cessato il bonus, si venderanno molte meno automobili? Lo stesso per i pannelli fotovoltaici: bonus per chi può pagarseli, con costo a carico di chi non può permettersi i pannelli e ne ritrova il costo nella bolletta elettrica. Come mille altre volte in Italia, facciamo i generosi con i soldi degli altri e facciamo contenti i cittadini di oggi girando la fattura ai cittadini di domani.
Il buonismo è un pessimo consigliere. Si fanno leggi per proteggere le donne madri sul lavoro ma – vedi caso – i costi sono tutti a carico dei datori di lavoro. E questi – “accà nisciun è fess” – reagiscono non assumendo donne giovani e sposate. E questo è il modo di favorire le giovani madri?
Il magistrato (di sinistra) ha il cuore sensibile e concede infiniti rinvii dello sfratto all’inquilino moroso, in modo che quello rimanga in quella casa ancora per mesi senza pagare. Risultato: il padrone di casa prudente, per locare l’appartamento, richiede garanzie immobiliari, in modo da essere sicuro di essere pagato. E il povero inquilino non garantito? Cerchi altrove. Chissà che non trovi un posto libero, sotto qualche ponte. Insomma noi in Italia abbiamo due grandi generi di problemi: quelli insolubili e quelli che si possono peggiorare.
E così torniamo alla denatalità. Un tempo avere figli era un piacere: c’era soltanto il dovere di nutrirli e di mandarli alla scuola elementare. Quanto ad accudirli, nella famiglia numerosa qualcuno in casa c’era sempre. Inoltre crescendo i più grandicelli accudivano i fratelli più piccoli e davano una mano sul lavoro. Ed ecco che esistevano come normalità famiglie con quattro o cinque figli.
Oggi i genitori che lavorano (tutti) se hanno un figlio non sanno a chi lasciarlo. Le baby sitter costano. Inoltre ci sono le visite regolari al pediatra, i vestitini, le feste di compleanno, i giocattoli, e presto la spesa dell’asilo. Non siamo ancora alle elementari e già la lista è lunga. Poi il piccolo cresce e i costi aumentano. Un tempo il ragazzino andava e tornava da scuola da solo, ora bisogna sempre accompagnarlo, a piedi se la scuola è vicina, in macchina se piove. Quand’anche la scuola sia a cento metri. Non val la pena di continuare, tutti conoscono la situazione. E quando i figli crescono, ed hanno venti o trent’anni, i problemi non sono affatto finiti. In sostanza, chi ha figli è un eroe, ma più spesso un incosciente. E come volete correggere una realtà del genere?
La situazione è scomoda e si chiudono gli occhi per non vederla. Ma i più riflessivi hanno cominciato ad avere sempre meno figli decenni fa e poi, a poco a poco, ciò che prima era chiaro soltanto a chi aveva “il coraggio di pensare” lo hanno capito tutti. Pensate che lo Stato possa lottare contro una tendenza che, ormai, è della società intera? I figli sono divenuti un carico enorme, in molti casi insopportabile. Col beneficio aggiuntivo, per i genitori, di sentirsi accusare di tutti i loro problemi e di tutti i loro torti. Infatti, se si comportano male, è perché loro, i genitori, non hanno saputo educarli. E questo, mentre lo Stato gli nega il potere di punirli, anche quando è il caso.
Figli? Ormai la risposta è: “No, grazie”.

LA DENATALITA’, UNO DEI GRANDI PROBLEMIultima modifica: 2023-04-12T18:38:04+02:00da gianni.pardo
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11 pensieri su “LA DENATALITA’, UNO DEI GRANDI PROBLEMI

  1. Caro Carlo, mi hai fatto tornare in mente quel film dove Woody Allen era vestito da spermatozoo, e gareggiava con i suoi simili per raggiungere l’uovo!
    Comunque, piu’ seriamente, io credo che questa caduta precipitosa (del 50%, o addirittura 70% negli ultimi 50 anni) nel numero degli spermatozoi umani debba avere un suo significato.

  2. Caro Nicola, la diminuizione del numero di spermatozoi prodotti ad ogni eiaculazione, di per sé, non incide sulla diminuizione delle nascite. Ci potrebbe essere correlazione se alla diminuizione degli stessi si accompagnasse una loro minore “vitalità/vivacità”, cioè una loro minore qualità. Una pattuglia di spermatozoi del tipo “ Speedy Gonzales “, tanto per capirci, ha più probabilità di arrivare a destino di un’armata di spermatozoi “ bradipo “. Questi ultimi, per quanto numerosi, sono troppo lenti e probabilmente hanno un tempo di sopravvivenza inferiore agli “ Speedy Gonzales “. Il link da te pubblicato riferisce di una generalizzata decrescita degli spermatozoi, ma nulla dice sulla qualità degli stessi. Ad ogni modo, caro Nicola, su una cosa possiamo convenire. Ad una certa età lo studio prevale sempre sull’attività produttiva.

  3. Scusate il parere in controtendenza, ma continuo a pensare che l’unico vero grande problema demografico contemporaneo sia costituito dal troppo elevato tasso di natalità tuttora in auge presso numerose popolazioni afro-asiatiche e straordinariamente drammatico moltiplicatore di fame, sete, miseria diffusa, conflitti armati, degrado ambientale, migrazioni di massa, ecc ecc. Saluti

  4. La denatalità fa piagnucolare non tanto e non certo per amore dei picciriddi, ma perché diminuisce forze fresche di lavoro (fra 20 anni…) che pagheranno la pensione ai vecchioni (come ora, col sistema a ripartizione; in USA invece, col sistema a capitalizzazione, te la paghi con i fondi pensione che gestiscono e manovrano i tuoi risparmi); nel frattempo, aumentano i vecchioni, e magari disgraziatamente pure disabili. La scarsità di figli implica anche che mancheranno i curatori dei vecchioni (come era 100 anni fa) e quindi si dovrà ricorrere, per chi ha pensioni alte, a forze esterne (ovviamente immigrate), oppure a “ospizi” pubblici o pubblica assistenza, oltre a incremento di spese mediche per patologie tipiche. La speranza quindi, alla fine, è in una pandemia intelligente, in cui il virus, sniffate le condizioni dei telomeri, stabilisca che il suo ospite è maturo (diciamo, a 75 anni, a essere generosi) per levare il disturbo. Ci si arriverà.
    E si arriverà anche alla “gravidanza di sintesi”: posti gli “ingredienti” (selezionati o modificati secondo le caratteristiche desiderate) in un bioreattore, esso provvederà a produrre un pulcino umano nel giro di 4 mesi (tempo di gravidanza della leonessa, per esempio; evitando così tutte ‘ste storie di congedi per puerperio), da consegnare ai genitori a mezzo drone idoneo (da studiare le modalità di garanzia sul prodotto). Successivamente, le cure fondamentali potranno essere assicurate da robot perfettamente adestrati e dolcissimi. A detti pargoli, nati secondo procedure standard di legge (non aperte a tutti: si potrebe pensare a una lotteria), sarà assicurata la massima tutela a spese dello Stato. Per quelli nati in modo “fantasioso”… aah, cavoli dei genitori. Ci si arriverà. Stimerei al massimo in 50 anni. Salvo collisione con asteroide o massiva guerra termonucleare.

  5. Concordo pienamente. Oggi la genitorialità significa schiavitù di mostriciattoli prima e mostri poi ai quali è stata messa in testa l’idea che il mondo intero è in perenne debito con loro.
    Oggi sono due i mestieri da evitare come la peste: il genitore e l’insegnante.

  6. x Pier Paolo Falcone:
    I pareri degli scienziati sulle conseguenze della diminuzione del numero di spermatozoi sono contrastanti. Certo, ne abbiamo ancora milioni, e per fertilizzare ne basta uno. Ma ci sarebbe un altro modo di vedere le cose: negli ultimi 50 anni ne abbiamo perso 30 milioni, nei prossimi 50 ne perdiamo altri 30, e conclusione: fine della razza umana.

  7. È sotto gli occhi di tutti che la vita è diventata talmente cara e il lavoro manca sempre più che fare figli è un lusso. La piscina 70 euro al mese? Tutto è triplicato, tutto. Tari e spese fisse. Occorre fare una disamina sull’euro.

  8. Ma la ragione del declino demografico sono così chiare: in tutto l’occidente tutti vogliono innanzi tutto vivere bene, star meglio, e i figli costano. Quindi uno o due al massimo o proprio nessun figlio. Gli incentivi sono inutili o servono in maniera insufficiente (vedi Francia e Svezia che non raggiungono comunque il tasso di sostituzione, 2,1%). Persino i cinesi non ne vogliono sapere di aver più figli nonostante le raccomandazioni del governo che teme un calo drammatico (è passato dalla politica del figlio unico ai due figli, poi tre, poi via libera – niente da fare, e direi per fortuna. La dolce vita mal si concilia con la famiglia numerosa. Non puoi dire dalla mattina alla sera: consumate, bastardi, consumate, consumate se no è crisi (come fa l’ignobile Ferrara, il cinofilo senza figli che faceva lezioni di sesso anale) e poi meravigliarsi che gli italiani si facciano due conti e constatino che per consumare, viaggiare, avere l’ultrapiatto e lo smartphone ultimo modello è meglio limitarsi a un figlio e magari rinunciarci del tutto. Una volta quasi tutti volevano formare una famiglia, avere dei figli. Oggi i figli sono una scocciatura, Poi la pillola, il femminismo, le difficoltà dell’esistenza.
    Figli? Ma per carità. La tendenza è ormai irreversibile, tanto che adesso si punta sull’immigrazione e il meticciato, fortemente voluti dalle elite e dal papa.

  9. Su un sito specialistico leggo:
    “Un uomo “normospermico” eiacula tra 1,5 e 6 millilitri di sperma, contenente da 20 a 200 milioni di spermatozoi per ogni millilitro.”
    Stiamo quindi parlando, male che vada, di un numero di spermatozoi superiore ai 30 milioni. Di questi, uno solo raggiunge un ovulo e lo feconda. Se il numero di spermatozoi si dimezza (cioè 15 milioni, nel caso peggiore), quale può essere l’influenza sulla fecondazione?

  10. C’e’ un’altra ragione, purtroppo (o fortunatamente, dipende dal punto di vista): Negli ultimi 50 anni, il numero di spermatozoi umani sembra essere diminuito di oltre il 50% in tutto il mondo, secondo una revisione aggiornata della letteratura medica. Se i risultati saranno confermati e il declino continuerà, potrebbe avere importanti implicazioni per la riproduzione umana.

    https://en.wikipedia.org/wiki/Male_infertility_crisis

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