MOSCA CERCA UOMINI

“Mosca cerca 400.000 uomini”. Una notizia che si legge quasi distrattamente, ma andrebbe accolta con molta più attenzione. E intanto, “per non sapere né leggere né scrivere”, come si dice dalle mie parti, cioè per essere sicuro di fare il minimo della cosa giusta, Putin in data odierna, 30 marzo, ha firmato il decreto per arruolare 147.000 coscritti.
Forse non molti ricordano che nel febbraio del 2022 la Russia tentò l’annessione dell’Ucraina con centotrentamila uomini, per la maggior parte ragazzini di leva. Come mai? Semplice: Putin non contava affatto di combattere una guerra. E infatti gli analisti militari, proprio partendo da quella cifra, dissero che erano del tutto “inadeguati”. Se Putin avesse previsto una guerra, avrebbe saputo che per conquistare il Paese più esteso d’Europa (prima era la Francia, poi è stata l’Ucraina) 130.000 uomini non sono sufficienti nemmeno come vigili urbani. Infatti, una volta che l’imprevista guerra è cominciata, Putin ha fatto ricorso ai più feroci professionisti (i mercenari del Gruppo Wagner) e soprattutto ha accettato di procedere a quel provvedimento che avrebbe voluto ad ogni costo evitare: la mobilitazione di 180.000 uomini. Con la conseguenza che molti russi facoltosi sono scappati all’estero.
Ed ora a che punto siamo? Siamo al punto che la guerra è diventata tanto difficile, e tanti di quegli uomini sono già morti o inabili, che Mosca parla di mobilitare altri 400.000 uomini. E dire che Putin aveva sperato di far passare tutta la faccenda come una cosa da nulla. Una guerra? Ma che guerra, soltanto un’“operazione militare speciale”. In realtà, nel caso specifico, per giunta, una guerra d’attrito, con concorso di carri armati, aeroplani, navi, missili e un esercito così numeroso da far pensare alle guerre persiane. Dal lato della Persia.
Tutto ciò ha un significato notevole. La Russia continua con la sua tattica di sempre: quella di far morire un numero sterminato dei suoi, pur di ottenere qualche vantaggio contro un esercito tecnicamente superiore. Purtroppo, più gente arruola, meno può nascondere al suo popolo il disastro di questa guerra preterintenzionale. In secondo luogo, come si sa, la propaganda più efficace è quella che i francesi chiamano “de bouche à oreille”, da bocca ad orecchio: cioè quella dei privati che parlano ai privati. E che tipo di messaggio daranno le famiglie dei morti, che già attualmente vengono indicati in centomila o giù di lì? Sarà sufficiente consolazione, per le famiglie, sapere che non sono morti in guerra ma in un’operazione militare speciale?
Non basta. Gli uomini si possono arruolare e mandare al macello (sempre che non emigrino prima) ma si possono arruolare i carri armati? E che ce ne sia penuria ce lo ha detto lo stesso Putin, quando ha promesso che entro l’anno la Russia ne avrà prodotto altri 160.000. Vero o non vero, una cosa è sicura: se si producono è segno che mancano: e se si dice “entro la fine dell’anno” è segno che non molti saranno presto disponibili.
Non si possono arruolare i carri armati, non si possono arruolare gli aerei, non si possono arruolare i veicoli blindati. Mentre l’Ucraina riceve quasi tutto dall’esterno (un “esterno” teoricamente inesauribile) la Russia non riceve aiuto da nessuno. E i suoi arsenali non possono essere altrettanti Pozzi di San Patrizio. Insomma il Cremlino può nascondere al mondo le sue difficoltà, ma non può nasconderle a se stesso. E fra le difficoltà c’è il fatto che le guerre moderne non si vincono sacrificando uomini, o con assalti alla baionetta, ma con le armi moderne. Gli uomini sacrificati senza scopo a Bakhmut gridano vendetta dinanzi all’Altissimo.
Fra l’altro non si può dimenticare che, se è vero che la Russia è un importante produttore ed esportatore di armi, in tempi normali questa produzione è una fonte di capitali pregiati, ma se quelle armi e quelle munizioni servono al proprio esercito, che le consuma voracemente, al netto quella produzione sottrae ricchezza, non ne crea. Insomma la Russia – già prima della guerra era più povera dell’Italia – oggi è sottoposta a privazioni e sofferenze notevoli. Il regime non permette che se ne parli, e in Italia dunque si pensa che non esistano.
Putin non soltanto è l’erede di Stalin ma deve anche molta gratitudine agli zar. Sono loro che hanno insegnato ai russi che non contano niente, che neanche la loro vita conta niente. Lo zar ne dispone come del suo bestiame, anche quando si tratta di combattere guerre in difesa di una patria che nessuno ha aggredito, su un suolo che non è russo, per una causa fumosa e immorale.
Il popolo russo dovrebbe far pena, ma il fatto che di riffa o di raffa si ritrova sempre ad avere come capi padroni indifferenti alla condizione del popolo, fa sì che bisogni pensare che il popolo quei capi se li merita. Forse sono gli unici che merita. I francesi si ribellano stupidamente contro un provvedimento pensionistico assolutamente necessario, in Russia hanno fatto una sola rivoluzione, e questa con l’unico scopo di cambiare una denominazione: da zar a Segretario del Pcus.

MOSCA CERCA UOMINIultima modifica: 2023-04-01T08:12:16+02:00da gianni.pardo
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2 pensieri su “MOSCA CERCA UOMINI

  1. Come affermato tempo fa da qualcuno (M. De Unamuno?) tutti i regimi autoritari e dispotici sono NECROFILI: anche/soprattutto la vita dei propri Cittadini/Sudditi (paradosso supremo: si tratta del beneamato Popolo che, a quanto è dato capire, secondo gli estremisti di destra e di sinistra viene sommamente difeso e tutelato proprio da qs autocrati e despoti…) con particolare riferimento (nota dedicata alle femministe ossessionate dal Patriarcato) a quelli afferenti al genere maschile e alle classi economico-sociali medio-basse conta tanto quanto il due di Picche e all’occorrenza può/deve essere tranquillamente sacrificata! Anche per qs motivo generalmente i regimi autoritari/dispotici sono implacabilmente natalisti… Saluti

  2. Questo articolo risponde indirettamente anche a Luigi. La Russia ha una grande industria militare, anche se non di primissima qualità. Tuttavia, se non esporta, economicamente opera in perdita. E se ha potuto perdere molte centinaia di carri armati (obsoleti) (ma con giovani vite dentro) , è perché in anni lontani li aveva costruiti per invadere (forse) la Germania Ovest. Ma ora gliene abbisognano di nuovi. E infatti Bakhmut è stata attaccata soprattutto dalla fanteria.

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