IL SILENZIO SULLE BUONE NOTIZIE

Come mai non riceviamo notizie della situazione delle famiglie, in Ucraina, in particolare per quanto riguarda la fornitura di elettricità? La ragione, risponderebbe un giornalista, è che: “Il nostro mestiere è quello di riferire che un uomo ha morso un cane, non che un cane ha morso un uomo. Avere la corrente elettrica è normale e non costituisce notizia”. E tuttavia, insisterebbe l’importuno: “Non è notizia dire che i russi hanno fallito nella loro strategia di esasperare gli ucraini fino ad indurli alla resa?”
L’importuno potrebbe aver ragione. Qualcuno potrebbe chiedere: “Il filo elettrico che tiene accesa la lampadina sulla mia scrivania che messaggio veicola?” E qualcuno potrebbe irridere questo interrogativo: “Che cosa vuoi, che il filo ti faccia gli auguri per Pasqua?” Eppure quel filo qualcosa dice. Dice “accesa” o “spenta”, e non è cosa dappoco se si pensa che quegli stessi computer che fanno miracoli funzionano in base allo stesso principio: acceso, spento; sì, no; zero, uno. Si chiama sistema binario.
Tornando all’Ucraina, è vero che “cane che morde uomo non è notizia”, ma la cessazione della distruzione delle strutture energetiche – se confermata – è una notizia di notevole interesse. Come sarebbe notizia se al contrario quella strategia stesse ancora operando, tanto che ogni tanto bisognerebbe confermarla, non fosse altro per evitare il dubbio che sia finita. Infatti, in questo secondo caso, il dovere degli editorialisti sarebbe quello di spiegare le cause e gli effetti del fatto.
Invece, riguardo alle centrali elettriche ucraine, siamo qui a porci interrogativi. Innanzi tutto: è possibile che i russi abbiano cessato di tenere gli ucraini al buio? Sì, è possibile. In primo luogo perché, se un fatto si verifica (anche se noi non sappiamo perché si è verificato) ciò significa che possibile era. Quanto alle spiegazioni, è possibile che i russi abbiano esaurito le scorte di missili. È possibile che gli ucraini, pur piangendo tutti i giorni miseria, abbiano ricevuto sufficienti armi antiaeree e antimissilistiche da rendere troppo costosa l’iniziativa russa. Infine i russi potrebbero essersi resi conto che – seppure in seguito agli attacchi gli ucraini abbiano moltiplicato le maledizioni che hanno inviato a Mosca – non per questo hanno preso in considerazione l’idea di arrendersi. E tutte queste non sarebbero notizie, se un giornale potesse confermarle?
Dunque rimane da spiegare – o più esattamente da tentare di spiegare – il silenzio dei nostri giornali al riguardo. Potrebbe trattarsi di distrazione. Potrebbe trattarsi dell’incapacità di capire che è significativa sia l’azione sia l’inazione. E l’inazione è importante quanto l’azione, se così stabilisce la legge. Se vedo qualcuno ferito, devo chiamare i soccorsi, se no commetto il reato di omissione di soccorso. Quanto al medico eventualmente presente – medico che potrebbe intervenire subito e non lo fa – se poi il ferito muore potrebbe vedersi condannare per omicidio colposo. L’inazione volontaria è una forma di azione e comporta responsabilità.
Per i giornali la spiegazione potrebbe essere che non sono stati abbastanza acuti da capire che il silenzio su quel fatto era notizia. O forse sono suggestionati dal mito dell’invincibilità dei russi. Chissà, forse la cosa più probabile è che amano drammatizzare tutte le notizie per vendere più copie e, il singolo giornalista, per sembrare più importante lui stesso che le riferisce. Il risultato è che essi non ci risparmiano nessuna cattiva notizia, all’occasione ingigantendola. Basti dire che il 26 gennaio i russi hanno sparato verso l’Ucraina 55 missili, e soltanto otto sono arrivati a destinazione, gli altri 47 essendo stati distrutti in aria, dalla contraerea. Lo sapevate? Ve l’avevano detto? E se ve l’avevano detto, hanno sottolineato che otto “successi” su 55 sono pochini? Invece il titolo, per tutti, è stato, più o meno: rappresaglia russa per l’annunciato arrivo dei carri armati occidentali.
Insomma, si sarebbe lieti di avere un corrispondente in Ucraina cui chiedere: “A proposito, avete la corrente?”
grifpardo@gmail.com

IL SILENZIO SULLE BUONE NOTIZIEultima modifica: 2023-01-27T09:27:31+01:00da gianni.pardo
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4 pensieri su “IL SILENZIO SULLE BUONE NOTIZIE

  1. Alberto Asor Rosa: “Storie di animali e altri viventi”

    In principio fu un gatto [Micio Nero]. Un gatto che racconta la sua nascita avventurosa sotto il riparo di un’automobile parcheggiata in una strada di Roma, e poi la sua adozione da parte di un uomo. La simbiosi che si instaura fra i due viene in seguito arricchita dalla comparsa di una donna, che a un certo punto della storia si stabilisce nella casa del gatto e dell’uomo.
    Infine arriva un cane femmina e il gruppo è completo. La voce narrante diventa la sintesi delle quattro «persone» unificate dal sodalizio affettivo e di vita quotidiana.
    Quello di Asor Rosa è un racconto affascinante e divertente, che descrive come forse non è mai stato fatto la convivenza fra gli uomini e i loro compagni di vita del regno animale. Con la convinzione, propria del vero umanesimo, che l’uomo non è superiore agli altri animali e che solo con la mescolanza fra diversi si può diventare migliori.

  2. Si enfatizzano le cattive notizie e si ignorano le buone perché il messaggio che deve passare è : l’Ucraina non ce la fa, non ce la può fare. Tanto vale smettere di inviare aiuti e finiamola qua.

  3. Ma pensiamo invece a quel poveretto di Putin, che si trova costetto ad usare missili ultrapotenti e più veloci della luce perché quei cattivacci degli “occidentali” non gli hanno permesso di fare piazza pulita dell’Ucraina in una settimana e addirittura si permettono di mandargli armi “non difensive” (nel senso di caschi e scudi di latta). Che mondo!
    P.S.: ieri sera mi sono trovato in un’occasione in cui delle pie donne esprimevano le loro preghiere seguite collettivamente da “ascoltaci, signore”. Naturalmente una ha citato la guerra, le guerre, perche dio apra i cuori dei potenti e risparmi i poveretti. Mi son morso la lingua: sono millenni e millenni che le guerre esistono e che si spendono cifre mostruose per armi alla faccia dei “morti di fame”. Il buon dio, se fosse onesto, si pentirebbe di aver “creato l’uomo” : si poteva fermare allo scimpanzè e “contemplare il creato” in panciolle seduto in giardino a fumarsi il sigaro. E invece ha voluto strafare. E così gli umani (e magari forse anche in altri pianeti) si strippano a vicenda e poi chiedono a lui di risolvere i problemi: “Ciccio, pensaci tu”.
    E un’altra lo ringraziava perché un bambino stava bene dopo una seria oprrazione. Certo, se l’operazione va bene si ringrazia dio e padre Pio, se va male si denuncia il medico.
    P.P.S. Scusi il fuori tema, ma comincio a pensare che i lombrichi siano più saggi degli umani.

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