HIJAB E ISLAM

Un titolo di giornale (30/12/2022) così recita: “Impedire alle donne di studiare e lavorare è contro l’Islam”. Pare l’abbiano detto dei “leader musulmani” contro “l’apartheid femminile in Afghanistan”. E francamente viene da sorridere. Non c’è bisogno di essere specialisti della religione maomettana per sapere che il Corano non contiene se non generiche prescrizioni riguardo al vestiario, alla cultura e al lavoro delle donne.
E allora, dirà qualcuno, in Iran si rischia la rivoluzione, con centinaia o forse migliaia di morti, per un “hijab” che non è nemmeno una prescrizione religiosa? La risposta è: proprio così. Buona parte delle religione maomettana, così come viene vissuta ogni giorno in parecchi Paesi, è più figlia della tradizione che della teologia. Dunque nella dichiarazione di quei “leader musulmani” c’è un fraintendimento di fondo che del resto si verifica anche per quanto riguarda il Cristianesimo.
Molta gente, anche in Europa, è convinta che la morale sia figlia della religione, tanto da considerare “immorale” chi è “irreligioso” e da pensare che rubare sia peccato, e soltanto in secondo luogo furto. In realtà è tutto il contrario. Per quanto riguarda i principi della convivenza sociale ogni religione costituisce la sacralizzazione delle idee prevalenti in un dato momento storico. La religione cristiana, per esempio, è nata in un tempo e in una regione in cui era “ovvio” che le donne fossero sottomesse all’uomo e non avessero cariche direttive. Infatti alle donne è stato vietato il sacerdozio, e gli si è pure vietato di prendere la parola in chiesa (“foeminae in ecclesia taceant”, ha scritto San Paolo, o piuttosto Paolo di Tarso, per indicare la regione da cui proveniva). Le monache ancora oggi sono vestite come l’ayatollah Khamenei amerebbe vedere vestite tutte le iraniane, per non parlare del hijab afghano che copre tutto il corpo e permette alle donne di vedere qualcosa solo attraverso una grata fatta di ricamo.
Come è ovvio, il Cristianesimo si è evoluto, perché si è evoluta la società, e addirittura non soltanto le donne prendono la parola in chiesa, ma nel Protestantesimo è addirittura permesso loro il sacerdozio, fino ad avere donne che hanno la carica di vescovo. Insomma, il Cristianesimo delle origini è quasi completamente dimenticato e, mentre in Iran impiccano gli omosessuali perché tali, papa Francesco invita a considerarli fratelli, a rispettarli e ad accoglierli nel seno materno della Chiesa.
Qui non si stanno né criticando né apprezzando i principi che applicano le varie religioni: si vuole soltanto dire che non bisogna mettere il carro dinanzi ai buoi. Non è l’Islam che rende certi popoli selvaggi, sono certi popoli che rendono selvaggio l’Islam. Non è la società che obbedisce alla religione, è la religione che obbedisce alla società. Quanto meno in un primo momento. Poi avviene che la religione si proclama la fonte dei principi della convivenza sociale e, forte di questa auto-investitura, vuole bloccare la storia ad un dato momento storico (quello della sua affermazione, ed ecco l’abbigliamento delle suore). Dunque la religione diviene intransigente perché crede (e fa credere) che i principi che cerca di imporre sono di origine divina. Ecco perché reputa che il suo potere di influire sulle norme della convivenza debba essere considerato indiscutibile: perché è “sovrumano”. Se l’hayatollah Khamenei è intrattabile è perché gli pare assurdo che debba mettersi a discutere la parola di Dio con quattro scalmanati (e, peggio, scalmanate).
Ma c’è di più. Come si sa “Le istituzioni camminano sulle gambe degli uomini”. La religione si crede la regola fondamentale della società e i suoi rappresentanti sanno benissimo che il loro status, la loro autorità ed anche il loro reddito dipendono dalle sorti della fede. Finché essa è rispettata sono rispettati anche loro e vivono bene; se invece la religione perde presa, perdono presa anche loro e rischiano l’insignificanza prima e la sparizione dopo. Dunque non c’è da stupirsi che i religiosi siano ferocemente conservatori. Ogni innovazione comportamentale e morale (per esempio il matrimonio degli omosessuali) corrisponde infatti ad un perdita di territorio, ad una diminuzione del loro potere. In questo senso Khamenei, con la sua spietata chiusura totale, mostra di aver compreso la religione; e infatti Francesco, con la sua tolleranza politically correct, rischia di far sparire il Cristianesimo anche dal Vaticano. Ma non è il primo che ha cominciato a sbagliare. Non bisognava per esempio permettere la messa in italiano. Il latino ammantava di mistero esoterico parole e concetti che non venivano compresi, mentre la messa in italiano fa ascoltare cose arcaiche su cui si può esercitare lo spirito critico dei più svegli. Io per esempio ci ho messo decenni a capire che significa l’inizio del Vangelo di Giovanni: “In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio” (1).
Personalmente ho perso la fede anche riflettendo su questa affermazione contenuta nella Summa Theologica di San Tommaso: “L’anima è tutta in tutto il corpo e tutta in ogni singola parte del corpo”. Ero un adolescente ma mi sono chiesto: se è tutta (cioè senza lasciare parti di essa altrove) in una parte del corpo, come può essere tutta (senza lasciare parti di essa altrove) in un’altra parte del corpo? O è qui o è lì. Sarebbe stato concepibile che fosse tutta in tutto il corpo (anche se così, avendo la forma del corpo, non sarebbe più stata spirituale) ma non può essere “tutta in due posti diversi”. C’è da stupirsi che non abbia più creduto all’anima immortale? Ma questo perché leggevo la Summa in italiano. Forse, se nessuno l’avesse tradotta, ancora oggi sarei credente. Anche se non credo.
grifpardo@gmail.com
(1) Per chi avesse questa curiosità. La frase deriva dalle convinzioni gnostiche dell’autore e riflettono – salvo errori – una teoria di Aristotele. Dio, essendo perfetto, non può avere modificazioni, perché agire è modificare e modificarsi. Ma Dio ha creato il mondo. Come ha fatto? Dicendo: “Fiat”. La sua Parola (Verbo, in latino), essendo la parola dell’Onnipotente, ha provocato la creazione, mentre Dio rimaneva “Motore immobile”. Ma, ammoniva l’evangelista, la sua Parola è la Parola di Dio, è presso Dio, è Dio stesso. Giovanni intendeva spiegare la natura di Gesù, contemporaneamente – per chi era disposto a crederci – entità separata da Dio, e nel frattempo consustanziale a Dio e Dio stesso.

HIJAB E ISLAMultima modifica: 2022-12-30T16:39:30+01:00da gianni.pardo
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Un pensiero su “HIJAB E ISLAM

  1. “Impedire alle donne di studiare e lavorare è contro l’Islam” : sarà.
    tuttavia vede, dr Pardo, i musulmani non vanno valutati in base a “cosa dicono”, a “cosa credono” o a “cosa leggono” bensì in base a COME SI COMPORTANO . e per avere idea di cosa sia lo “islam-vero” -piaccia o no- bisogna vedere cosa accade nelle due principali Nazioni islamiche = Arabia Saudita ed Iran. Quelle due Nazioni-Canaglia offrono un fedele saggio di cosa è lo islam vero.

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