LA RUSSA, FIGLIO DI MISSINO, VADA A CASA

In Italia milioni di persone non si vergognano di essere state comuniste. In Italia un intero partito è orgoglioso di essere il successore del Pci. E nella stessa Italia leggiamo questi titoli di giornale. Corriere: “Msi, anche La Russa celebra l’anniversario. ‘Mio padre fra i fondatori’. Il Pd chiede le dimissioni”. La Stampa: “Edith Bruck. La Russa non dovrebbe essere presidente, la fiamma richiamo irresistibile”.
Si dice che la madre dei cretini è sempre incinta, ma non è che la madre degli “antifascisti da comizio rionale” sia sterile. E dire che il “Corriere” si vorrebbe presentare come il giornale moderato, il giornale della borghesia colta. Ma già, la verginità l’ha persa quando ha affidato la direzione a Piero Ottone.
O contestualizziamo o moraleggiamo. Se contestualizziamo dobbiamo perdonare i milioni di italiani che negli “Anni del consenso” di cui ha parlato De Felice, furono fascisti (per esempio Eugenio Scalfari e Dario Fo). E dovremmo anche perdonare gli altri, numerosi milioni di italiani che, malgrado tutto ciò che si sapeva sull’Unione Sovietica e la dittatura di Stalin, sono stati comunisti nei decenni dell’interminabile dopoguerra. Con la differenza che c’è stata fra la dittatura italiana, più ridicola che sanguinaria, e quella di Stalin.
Si può perfino perdonare chi, come Giorgio Napolitano, disponendo delle informazioni che forniva una libera stampa italiana e internazionale, ha approvato l’invasione dell’Ungheria, nel 1956, da parte dell’Armata Rossa. E volendo, si può perdonare anche il Duca Valentino il quale, poveretto, è vissuto nel Cinquecento, notoriamente un secolo di ferro o peggio. Basta dire che il clima del momento è come un torrente che trascina le menti più deboli (lo era anche quella di Eugenio Scalfari? O quella di Napolitano?) con una corrente irresistibile. E chi viene a giudicare, col senno di poi, in fondo maramaldeggia.
Se invece volessimo moraleggiare, come potremmo perdonare tutti coloro che hanno retto il moccolo a Stalin, coloro che hanno volutamente ignorato l’orrore morale delle “Purghe” degli Anni Trenta, i milioni di ucraini morti per l’Holodomor, i milioni di russi internati (e morti) nei gulag, la mancanza di libertà e la miseria imposta dalla Russia all’intera Europa Orientale? Volendo moraleggiare, si dovrebbe scrivere un’enciclopedia. Quando i comunisti vogliono fare la morale agli altri, sono peggio del bue che dà del cornuto all’asino. Il comunismo realizzato è stato un orrore capace di pianificare e realizzare massacri di milioni di morti, come in Cambogia, fino ad uccidere a freddo un terzo della popolazione. E costoro dovrebbero venire a fare la morale a La Russa, il cui padre – a quanto pare – ha contribuito a fondare un partito, come il Msi, che non è stato escluso dalla vita politica, non essendo rientrato sotto la scure della Legge Scelba che vieta la ricostituzione del Partito Fascista?
Napolitano ha personalmente approvato un esercito che ha versato il sangue di migliaia di patrioti che reclamavano soltanto la libertà e l’indipendenza del loro Paese, e dobbiamo perdonarlo, mentre non dobbiamo “perdonare” La Russa che non rinnega suo padre (e ci mancherebbe!) il quale ha fondato un partito che non ha ucciso nessuno, ed anzi ha subito dei morti? Già, perché la teppaglia comunista è arrivata ad affermare in pubblico che “uccidere un fascista non è reato”. Perdoniamo costoro e non perdoniamo La Russa? Si rendono conto, gli amici del Pd, che questa ridicolaggine è uno dei motivi per cui il loro partito si sta sgonfiando? C’è un limite alla stupidità: alla fine anche i più ingenui comprendono ciò che è ovvio.
E c’è di peggio. In Italia, per lunghi decenni, la sinistra ha avuto in mano – come il papato per tanti secoli – l’arma della scomunica. Se il partito stramalediceva qualcuno, anche se questo qualcuno (per esempio il ministro Filippo Mancuso) aveva ragione da vendere, per lui era finita. Addirittura si inventava un unicum anticostituzionale, la “sfiducia ad personam”, per mandarlo a casa. Ma quel tempo è finito, amici della sinistra. Dunque questi vostri anatemi, non che mettere in pericolo la posizione di La Russa, evidenziano la vostra rabbia impotente, vedendo che hanno vinto gli altri, e che questi altri non hanno paura di voi. Potevate almeno star zitti. State tranquilli, lo sappiamo già che avete perso.
Aveva ragione Marx, per una volta, quando ha detto che la storia si ripete, prima come tragedia, poi come farsa. Oggi siamo alla farsa.
grifpardo@gmail.com

LA RUSSA, FIGLIO DI MISSINO, VADA A CASAultima modifica: 2022-12-28T10:43:29+01:00da gianni.pardo
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4 pensieri su “LA RUSSA, FIGLIO DI MISSINO, VADA A CASA

  1. Concordo. Infatti parlavo di infermità mentale di fatto, per distinguerla dalla demenza tout court. È un annebbiamento parziale del cervello indotto proprio dalla fede.
    Che Marx non fosse un economista non ne ho mai dubitato. Sta all’economia come il fumo sta ai polmoni.
    Oltre ai comunisti stessi, mi pare che solo Ratzinger lo abbia considerato uno scienziato, citando nel suo testamento spirituale il marxismo come esempio della scienza che sbaglia. Per esortare a rimanere saldi nella fede c’era di meglio, immagino.

  2. Quella comunista non è tecnicamente demenza, è fede. Parlo seriamente. La fede fa superare le inverosimiglianze, le contraddizioni, qualunque cosa. Del resto è stato seriamente detto (credo da Johnson, autore della sua biografia) che Marx (contrariamente a quanto si dice in giro) non è stato né un economista né un filosofo: è stato un profeta. E infatti non avrebbe creato tanto una teoria politica quanto una religione.
    Soltanto una religione potrebbe sognare di abolire il sentimento di proprietà che, come giustamente osserva lei, è tanto sentito anche dagli animali.
    Per così dire, nel caso del comunismo, non è sbagliata la teoria comunista, “è sbagliata la natura umana”. E Pol Pot , fanatico comunista, disperando di poterla cambiare, ha fatto uccidere milioni di persone e soprattutto gli intellettuali, per creare un’umanità nuova. Non c’è riuscito ma c’è andato vicino: invece di creare un’umanità nuova, ha creato un cimitero nuovo.

  3. Bisogna tuttavia riconoscere a chi e’ stato comunista un’attenuante che per i fascisti non puo’ essere invocata: l’infermita’ mentale di fatto.
    Quello e’ il presupposto affinche’ una ideologia contro natura come quella comunista possa attecchire: persino l’animale non si sogna di abolire la proprieta privata o di non marcare il proprio territorio (oggi secondo comunisti ed ex comunisti non devono esistere i muri e le barriere).
    Il fascista puo’ essere esecrato, mentre il comunista non puo’ neppure essere compreso da chi comunista non e’. E’ come se appartenesse ad un’altra specie di un altro pianeta. Quando si sentono antropologicamente diversi hanno ragione, peccato non nel senso che intendono loro.

  4. molti comunisti italiani, oltre che mascalzoni storicamente accertati, si permettono anche di essere scandalosamente ottusi confidando nella pubblica indifferenza. ma è probabilmente giunta la loro Nemesi …..

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