S.O.S. PD

Pur non essendo di sinistra, non riusciamo a non chiederci: perché il Pd è ridotto così male? Che cosa dovrebbe fare in futuro? E soprattutto: dovrebbe allearsi col Partito di Conte? Rovello inutile, perché non possiamo influire sulle sue sorti, ma inevitabile. Chi è stato abbandonato dalla donna che amava non potrà fare a meno di tornare cento volte sugli stessi interrogativi: perché lo ha fatto? dove ho sbagliato? che cosa avrei potuto fare per trattenerla?
Pur non votando per quel partito ci si preoccupa della sua sorte perché in democrazia è necessario avere un’opposizione. E c’è una ragione più profonda: chi non è stato viziato dalla vita ha orrore dello spreco e soffre vedendo buttare nella spazzatura qualcosa che non gli interessa ma di cui un bambino povero potrebbe essere felice.
Vale anche per le grandi istituzioni. Prendiamo il Cristianesimo. Può darsi che abbiano ragione Lucrezio e Nietzsche e che la religione sia nociva per il retto ragionare dell’individuo: ma la Chiesa ha avuto tanta importanza nella nostra storia, ha tanto contribuito a formare la nostra mentalità, che fa male al cuore vederla ridotta ad un buonismo di moda e ad una predica da parrocchia rurale. Del resto, se essa viene a mancare, rimane il problema di ciò che subentrerà: perché gli uomini hanno bisogno del magico, di una speranza contro la morte, e perfino di una superstizione che lo salvi dalla piattezza del reale. Insomma non si vorrebbe che l’erede del Cristianesimo fosse peggiore del de cuius.
Quali che siano le sue idee filosofiche l’europeo colto non può non essere preoccupato nel tempo in cui il Papa ha voluto chiamarsi Francesco. Cosa mai avvenuta prima e non per caso. A suo tempo Roma vide Francesco d’Assisi come un pericolo per la Chiesa: siamo sicuri che il papato di quel tempo avesse torto?
Nello stesso modo il comunismo ha provocato decenni e decenni di sofferenze in Russia e nell’Europa – per non parlare dei milioni di morti della Cambogia – ed è stato una delle più grandi catastrofi della storia, ma se si pensa a quanta importanza ha avuto questa utopia politica, non si può assistere a ciglio asciutto alla decadenza del partito che la incarnava. Quella tragedia non può finire in farsa. C’è di che essere amareggiati vedendo il Pd ridotto al dilemma se seguire Conte nelle sue balordaggini o rischiare in proprio la scomparsa dal panorama politico. Soprattutto pensando che il M5S probabilmente cesserà finirà di esistere quando la gente si accorgerà che votarlo non conduce a niente.
Il famoso problema del “Che fare?” è ancora attuale, per il Pd. Una volta che il sogno della rivoluzione proletaria si è rivelato nei fatti un incubo, un’indicazione potrebbe derivare da una considerazione di base: se ammettiamo che la società abbia bisogno di una sinistra e se ammettiamo che la sostanza di fondo di questa politica siano la compassione umana, il dovere della solidarietà, la preminenza dei valori sugli interessi, bisognerebbe vedere in che modo si potrebbe ottenere qualcosa di più in questa direzione. Qualcosa di realistico, compatibile con la prosperità della nazione.
Il Pd non dovrebbe lasciarsi ipnotizzare da chi è riuscito, a forza di follie, ad essere “a sinistra del Partito”; dovrebbe al contrario fare un bagno di umiltà con immersione totale, come si usava per il battesimo nei primi tempi del Cristianesimo, in modo da uscirne totalmente rinnovato. Con l’umiltà di chi ammette di non essere portatore di un messaggio millenaristico e si propone soltanto di “fare un po’ meglio di quelli là”. Senza stramaledirli e senza odiarli, questi altri. Ogni allenatore ha la sua tattica, ma tutti vogliono far vincere la squadra.
Il Pd dovrebbe ripudiare i maestrini di morale e di economia demenziale, divenendo un partito serio, allergico alla demagogia e tuttavia alternativo alla destra, magari soltanto per il venti o il trenta per cento del programma, ma inserendosi in un mondo politico in cui regna il fair play. Forse questa è un’utopia più fantastica di quella di Jonathan Swift.