MAGNANIMITA’ VERSO LA RUSSIA?

Quando si ipotizza la fine della guerra d’Ucraina, molti esprimono la necessità che, in caso di sconfitta, la Russia non sia umiliata. È una preoccupazione giustificata?
Il modo di trattare il nemico vinto è un problema ripetutamente discusso nella “Guerra del Peloponneso” di Tucidide. Il grande storico è troppo intelligente per trattare la materia dal punto di vista morale e infatti pone la questione dal punto di vista dell’interesse del vincitore. Se è spietato, se passa tutti i prigionieri a fil di spada, se vende donne e bambini come schiavi e rade al suolo la città, dà certo un tremendo esempio e le altre polis cercheranno di non entrare in guerra con lui. Ma agli avversari quell’esempio insegnerà anche che, in caso di guerra, non devono aspettarsi la minima clemenza: e dunque per loro è meglio morire con le armi in pugno. Cosa che potrebbe mettere in forse una futura vittoria o farla costare molto più cara.
Anche la clemenza, ovviamente, ha le sue controindicazioni. È vero che facilita la pace e l’eventuale riconciliazione, ma autorizza purtroppo l’aggressività altrui, perché il possibile nemico potrebbe pensare di non rischiare molto nemmeno in caso di sconfitta. In questo senso il libro di Tucidide – che espone molti casi – è una scuola indimenticabile. Così dobbiamo chiederci: che cosa conseguirebbe se, sconfiggendo la Russia, le si addolcisse la disfatta fino a farle “salvare la faccia”? E che cosa, se al contrario la si umiliasse, facendole anche pagare i danni provocati?
A giudicare dai documentari di storia della televisione, il mondo è nato agli inizi del Ventesimo Secolo. Dunque trarremo esempi da questo periodo. Dopo la Prima Guerra Mondiale la Germania fu trattata molto rudemente, soprattutto dalla Francia. Le condizioni della pace furono severe e i danni di guerra enormi, addirittura esosi. Ciò fece nascere ad est del Reno quella volontà di rivincita che fu uno dei semi da cui poi nacque il nazismo. Ma le conseguenze peggiori del Trattato di Versailles derivarono dall’incoerenza di Parigi. Prima la Francia avrebbe dovuto essere più magnanima, poi sbagliò una seconda volta quando assistette al riarmo tedesco senza intervenire con il proprio esercito, come le consentivano le clausole del Trattato. Troppo dura prima, troppo mite dopo. La conseguenza fu la sconfitta della Francia e il suo disonore militare.
Nella Seconda Guerra Mondiale gli Alleati furono invece estremamente benevoli con i nemici vinti. Trattarono da “nuovi amici” i tedeschi e gli italiani, non li oppressero in nessun modo, nei primi tempi in parte li nutrirono e infine li aiutarono anche nella ricostruzione (Piano Marshall). Il risultato finale è stato che gli ex nemici sono stati alleati di ferro da allora, lo sono ancora e non si intravvedono cambiamenti per il futuro. Forse gli Alleati furono generosi, certo fecero un affare.
E come si comportò l’Unione Sovietica, con amici e nemici, durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale? Purtroppo fu rapace ed oppressiva. Incamerò gli Stati Baltici, inermi e neutrali, annettendoseli già all’inizio della guerra. Poi si accordò con Hitler per spartirsi la Polonia, metà a me e metà a te (Patto Ribbentrop-Molotov). Vincendo la guerra si annetté la Prussia Orientale (con Königsberg, la città di Kant, divenuta Kaliningrad) e una buona parte del territorio orientale della Polonia, “compensandola” con dei territori e città orientali della Germania. Tanto che la Germania parlò di Verschiebung della Polonia, scivolamento ad ovest di quel martoriato Paese. In seguito la Russia impose in tutti i Paesi che aveva occupato (e che in guerra fossero stati alleati o nemici poco importò) governi fantoccio che obbedivano al Cremlino. I loro Gauleiter governarono nell’interesse di Mosca e con pugno di ferro: cioè con la polizia, col carcere, con l’esercito e i carri armati. Questi Paesi detti appunto satelliti dovettero subire la “dittatura del proletariato”, e soffrire i guasti dell’economia comunista: tanto che per decenni tutto l’Est europeo – anche quello che prima della guerra era stato prospero – visse una vita miserabile e priva di libertà. Quanto ai nemici, per esempio l’Italia, benché fossimo ridotti alla fame e alla più nera miseria, la Russia pretese le riparazioni di guerra, fra le quali la Cristoforo Colombo, la gemella dell’Amerigo Vespucci, che dicono essere la più bella nave del mondo.
Insomma per mezzo secolo, a partire dalla fine della guerra, la Russia si comportò in modo tale da lasciare dovunque un imperituro, pessimo ricordo di sé. E infatti, non appena è implosa l’Unione Sovietica, chi è potuto scappare è scappato (per esempio gli Stati asiatici) e chi è potuto entrare nella Nato (come garanzia contro un ritorno dei russi) c’è entrato. Addirittura, chi non c’era entrato prima (Svezia e Finlandia) c’è entrato ora, e chi non c’è potuto entrare (Ucraina) ha avuto modo di soffrirne. I romani e gli inglesi hanno compiuto il “capolavoro” di far rimpiangere il loro impero; la Russia è riuscita nel capolavoro di farsi universalmente odiare.
Perché gli ucraini sono così accaniti contro i russi? Perché non dimenticano i loro milioni di morti per fame voluti da Stalin (Holodomor). Inoltre il comportamento dei russi in questa guerra ha confermato i peggiori pregiudizi. Francamente, la magnanimità con un simile Paese – vorace, aggressivo e spietato – è sprecata. Bisogna soltanto rendergli chiaro che gli altri Stati non sono più disposti a subire le sue angherie e proprio non si vede che interesse si possa avere a “salvarle la faccia”. Non abbiamo nessuna speranza di farcene un’amica. Il Giappone, che pure ha subito la bomba atomica, è divenuto amico degli Stati Uniti; la Russia che durante la guerra ha ricevuto tanti rifornimenti proprio dagli Stati Uniti è il loro maggiore nemico.
Niente magnanimità. Bisogna soltanto aiutare l’Ucraina a restituire pane per focaccia a chi l’ha aggredita.
grifpardo@gmail.com

MAGNANIMITA’ VERSO LA RUSSIA?ultima modifica: 2022-11-18T18:10:17+01:00da gianni.pardo
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