SVILUPPI DI GUERRA

L’Ucraina questa guerra può vincerla o può perderla. E poiché, stante l’ignavia dell’Occidente, questa seconda ipotesi sembra la più probabile, partiamo da essa.
Quando la sconfitta si rivela inevitabile, il meglio che si possa fare è scegliere il momento per arrendersi, cercando di ottenere le condizioni meno disastrose. E il primo problema è che Kiev, conoscendo gli interlocutori, non si fida della loro lealtà e sa che i russi violano facilmente i patti. L’Orso russo è vorace, anche perché la sua ideologia gli impone di esserlo. Dunque perfino in caso di vittoria Mosca può rendere la pace impossibile. Potrebbe proporre condizioni tanto onerose da indurre gli ucraini a non arrendersi più. Essi infatti non potrebbero accettare che la Russia si annetta tutta l’Ucraina o pretenda (dagli aggrediti!) i danni di guerra. Dunque, se Kiev proprio subisse una sconfitta sul campo, non ne conseguirebbe la pace ma una tremenda guerriglia in confronto alla quale quella dell’Afghanistan sarebbe una carezza. Anche perché gli ucraini, esacerbati dalle mille crudeltà subite, sarebbero più carogna dei russi, se questo fosse possibile, riguardo agli occupanti. L’Ucraina è una grande nazione e se non lo fosse stata prima lo sarebbe divenuta oggi, dopo questo battesimo di sangue. Forse solo questo argomento, in caso di resa, indurrà i russi a moderare effettivamente le loro pretese. Loro capiscono esclusivamente il linguaggio della forza.
A questo proposito – a rischio di ripeterlo ancora una volta – non si capisce perché gli ucraini non attacchino i russi sul loro territorio. Kahrkiv è stata tanto attaccata dai russi perché vicina alla frontiera. Ma non lo è anche la russa Rostov, per gli ucraini?
Volendo invece fare l’ipotesi di una vittoria ucraina, si può partire da un dato certo. Se, in quelle pianure, non si stessero battendo russi e ucraini ma russi e statunitensi, chi vincerebbe? Certamente gli statunitensi. Perché sono più ricchi, hanno armi più moderne, hanno un esercito meglio addestrato, un’intelligence e una tecnologia di prim’ordine. Ma questo vuol dire che anche gli ucraini vincerebbero, se disponessero delle armi e della logistica di cui dispongono gli statunitensi. La vera domanda dunque non è: “Gli ucraini possono vincere la guerra?” ma: “Gli Stati Uniti daranno agli ucraini la possibilità di vincere la guerra?” E ovviamente questo dipende da quanto e quanto a lungo l’America sarà disposta ad investire nel conflitto.
Se investirà poco o se si stancherà presto, l’Ucraina è perduta. E male avranno fatto gli americani a promettere aiuti che poi non hanno mandato, prolungando per un po’ il conflitto. Se invece veramente volessero far vincere agli ucraini la cosa sarebbe possibile: ma impegnandosi sul serio nelle forniture. In conclusione, la soluzione del conflitto non è né a Kiev né a Mosca, ma a Washington.
E l’Europa? L’Europa non conta: è soltanto il solito consesso di vecchie comari litigiose che discutono di ricami per centrini, cercando soltanto di far togliere agli altri le castagne dal fuoco. Di scucire soldi e armi – salvo che a Londra – non se ne parla. Del resto, se Putin ha cominciato la guerra è stato fidando su queste caratteristiche. Fino ad ora solo debolmente smentite. Lo so che al G7 ci sono state prese di posizione unitarie, risolute e reboanti. Ma aspetto di vedere i fatti. E forse aspetterò a lungo.
C’è tuttavia una terza ipotesi: un prolungarsi del conflitto che potrebbe verificarsi per una pessima ragione, l’indecisione di Washington e degli Occidentali. Costoro dicono: “Vorremmo tanto aiutare l’Ucraina ma il medico ci ha consigliato di non strapazzarci”. Viceversa la guerra potrebbe protrarsi anche per una (improbabile) ragione positiva. L’Europa e gli Stati Uniti infatti potrebbero essere convinti che il tempo gioca contro i russi. Non soltanto ogni giorno essi spendono molto in armamenti (che potrebbero quasi esaurirsi) ma le sanzioni potrebbero mordere sempre di più. Anche perché l’Occidente tende ad incrementarle piuttosto che ad alleggerirle. La stessa Italia, che fino a ieri dipendeva per il 40% del gas dalla Russia, oggi ne dipende per il 25%. E questa è la prova che essa tende ad affrancarsi totalmente da questa fornitura. La Germania dipendeva dal gas russo per il 50%, e assolutamente non sa come fare a meno di questo gas, dall’oggi al domani. Ma ora la Russia ha tagliato drammaticamente il quantitativo erogato e forse questa mossa potrebbe sbloccare la situazione, costringendo la Germania a fare ciò che fino ad ora non ha osato. Per giunta con un effetto boomerang contro la Russia. Infatti, se la Germania “la sfanga” il prossimo inverno, Mosca perderà per sempre il cliente. E a chi venderà il suo gas? Quanti anni ci vorranno per costruire i necessari gasdotti verso i nuovi clienti? Purtroppo questo piano degno di Quinto Fabio Massimo, detto il Temporeggiatore, è poco verosimile. Richiederebbe infatti la programmazione di una politica di lungo respiro, cioè un comportamento difficile per le democrazie, regimi emotivi, contraddittori e sconclusionati.
Infine un’ipotesi malauguratamente probabile. Può darsi che dietro il comportamento di tutti non ci sia nessun piano: “Alla via così!” Aspettando che il cielo si schiarisca da sé o che qualche avvenimento scuota i governi. Per esempio, dinanzi ad un crollo dell’esercito ucraino, gli americani potrebbero improvvisamente svegliarsi, rendersi conto del significato della sconfitta ed inondare l’Ucraina con quelle armi che le hanno negato fino ad ora. Ribaltando così la situazione sul terreno. Oppure, dopo qualche drammatico rovescio, potrebbero convincersi che l’Ucraina è persa e che è inevitabile inchinarsi a Putin. Non sarebbe nemmeno una novità ma soltanto una replica del 476 d.C. Chissà se ne hanno sentito parlare.
giannipardo1@gmail.com

SVILUPPI DI GUERRAultima modifica: 2022-07-02T07:52:10+02:00da gianni.pardo
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