KISSINGER E IL COMPROMESSO SULL’UCRAINA

Riguardo alla conclusione della guerra in Ucraina molte persone dicono disinvoltamente che bisognerebbe arrivare ad un compromesso. E dal momento che è la Russia che occupa una porzione di Ucraina, mentre l’Ucraina non occupa nemmeno un metro quadrato del territorio russo, per loro il compromesso non potrebbe consistere, per l’Ucraina, che nella cessione di una parte del suo territorio. Si noti che questo compromesso non sottrarrebbe un metro quadrato all’Italia. Chissà che questo non contribuisca a spiegare la nostra disponibilità ad accettarlo.
Prima facie questa tesi sembra stupida ed egoista ma poi si viene a sapere che la sostiene anche Henry Kissinger e allora bisogna andarci calmi. Si può dissentire da Kissinger come da chiunque altro, ma non si può dire disinvoltamente che la sua tesi è stupida. Non è tipo da parlare a vanvera.
Come ho scritto più volte (perché l’immagine è calzante) parlare di un compromesso fra l’Ucraina e la Russia è come richiedere, nel caso di una rapina fallita, che la prevista vittima compensi almeno in parte il rapinatore per il disturbo che si è preso di tentare quel reato. E tuttavia – paradossalmente – questo modo di presentare la questione ne propone la soluzione. Il compromesso tra rapinato e rapinatore è teoricamente assurdo ma ciò che lo rende realistico è altro: la prospettiva di un maggior danno.
Se il rapinatore è tanto forte da poter sottrarre al rapinato tutto ciò che vuole, potrebbe lasciargli qualcosa soltanto per non affaticarsi ulteriormente e perché, dopo tutto, quello che ottiene gli basta. In questo caso, al rapinato converrebbe accettare quel compromesso, perché l’alternativa è perdere tutto. La prospettiva di un maggior danno.
Ma se al contrario il rapinato è ancora in grado di difendersi, e sta con qualche ragione aspettando l’arrivo dei Carabinieri, è al rapinatore che conviene il compromesso. Per lui è meglio scappar via al più presto, dal momento che prolungandosi la lotta rischia di dare ai militi il tempo di arrivare. Anche in questo caso l’accettazione del compromesso dipende dalla prospettiva di un maggior danno.
Si può ipotizzare un compromesso soltanto quando ambedue i belligeranti abbiano qualcosa da temere. Al contrario non si avrà nessun compromesso, nel caso dell’Ucraina, finché i russi saranno convinti di potersi annettere tutta l’Ucraina che vogliono, o finché gli ucraini saranno convinti che, ricevendo nuove armi, saranno in grado di respingere i russi. Il compromesso non si ha per amore della pace, come pensano gli idealisti, ma per paura del peggio. Naturalmente secondo la valutazione che ne fanno gli interessati. I quali possono anche sbagliarsi.
Kissinger è convinto che per l’Ucraina la soluzione migliore sia quella di cedere una parte del suo territorio alla Russia, e ciò dimostra la sua convinzione che gli ucraini non potranno far altro. A suo parere anzi rischiano, perdendo tempo, di dover cedere ai russi una quantità di territorio ancora maggiore. E può darsi che abbia ragione. Ma è soltanto la sua opinione, rispettabilissima certo, ma non per questo verità rivelata. Se viceversa Zelensky fosse convinto che, fra un paio di settimane, le sorti della guerra potrebbero cominciare a rovesciarsi, anche lui potrebbe certo avere torto, ma chi può esserne sicuro? Anche qui siamo davanti ad un rispettabilissima opinione. Siamo nel campo delle valutazioni e mentre Zelensky e Putin dispongono di dati di fatto sicuri (almeno per quanto riguarda il loro lato della battaglia) tutti gli altri vanno avanti a forza di speculazioni.
Attualmente i fatti dicono che sono più disponibili al compromesso i russi che gli ucraini e si capisce: come dicevano i romani, in pari causa turpitudinis, melior est condicio possidentis, cioè (anche) quando i contendenti hanno tutti e due torto, se la passa meglio quello che detiene la cosa. E sono i russi a detenere una porzione del territorio ucraino. Essi possono decidere quale parte di ciò che era suo restituire al proprietario, e quale pretendere di appropriarsi definitivamente. Senza nulla perdere di ciò che era già loro.
Quelli che a scatola chiusa incoraggiano ogni giorno i negoziati non si rendono conto che essi sono possibili soltanto quando la situazione è drammatica per almeno uno dei belligeranti. Oppure perché sono suggestionati dalla propaganda di Mosca e aprioristicamente convinti della vittoria dei russi. I quali – ricordiamolo – non hanno piegato l’Afhanistan. Che cosa è successo? Il futuro ha cessato di essere inconoscibile? La sanno dunque più lunga degli ucraini che, rifiutando i negoziati, non sembrano dello stesso parere? Dal momento che ci mancano i dati, il buon senso dovrebbe consigliarci di tacere. Nel 1950 la Corea del Nord, tentando di annettersela, occupò interamente la Corea del Sud salvo il porto di Pusan. E tuttavia (con l’aiuto degli americani) la guerra la vinse la Corea del Sud. Se si vuol essere sicuri di vincere al Totocalcio, l’unico sistema è quello di non effettuare la giocata e tenersi in tasca il denaro.
giannipardo1@gmail.com

KISSINGER E IL COMPROMESSO SULL’UCRAINAultima modifica: 2022-06-13T12:47:28+02:00da gianni.pardo
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Un pensiero su “KISSINGER E IL COMPROMESSO SULL’UCRAINA

  1. L’idea di “compromesso” mi fa venire in mente una storiella di Luciano de Crescenzo. Che non c’entra niente con la Russia e l’ Ucraina, ma e’ abbastanza piacevole.
    Un pomeriggio, in un ristorante sul lungomare di Napoli, un signore seduto a un tavolino all’aperto aveva appena finito di pranzare. Aveva pagato, e gli avevano portato il resto, che era sul tavolino, e tra cui spiccavano due biglietti da cinquecento lire.
    Si avvicina uno scugnizzo al suo tavolino, e gli fa:
    “Signo’, permettete una parola? Voi mo’ avete mangiato, e state abbufacchiato. Se io mi prendo il resto e scappo, voi quando mi acchiappate? Allora facciamo a meta’. Io mi prendo solo cinquecento lire e voi mi lasciate andare. Va bbuono?”.
    E il signore, che non aveva alternativa, acconsenti’.

    Storielle a parte, credo che il futuro (almeno quello immediato) non sia roseo per l’Ucraina: L’inflazione negli USA ha raggiunto quasi il 9%, e i repubblicani di Trump ora hanno buon gioco nel contrastare gli aiuti di Biden all’Ucraina. Se le armi promesse da USA (ed EU ?) devono arrivare, e’ bene che arrivino presto. Certo, i 40 milioni di dollari promessi dagli USA sono stati approvati, e arriveranno. Ma dopo di questi….chissa’.

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