IL PERCHÉ DELL’ATTIVISMO STATUNITENSE

In ogni guerra il fattore tempo è importante. Il senso del del Blitzkrieg (la guerra lampo) era che, battendo militarmente un Paese in un paio di giorni, si conseguiva la vittoria anche perché lo Stato attaccato non aveva il tempo di organizzare la propria difesa. Ecco perché la sconfitta della Francia nel 1940 è stata vergognosa: perché quel grande Paese ha avuto tutto il tempo di migliorare il proprio armamento come richiedeva, gridando al vento, da anni, l’allora quasi sconosciuto Charles De Gaulle.
Poi ci sono le condizioni del terreno. Il tempo ha sempre funzionato a favore degli afghani perché il loro Paese è così esteso, così povero, così montagnoso e poco popolato, che qualunque conquistatore si stanca di averci a che fare. È come un ficodindia per chi non sa sbucciarlo evitando le crudeli, microscopiche spine.
Oggi, a proposito dell’Ucraina, è normale chiedersi a favore di chi e contro chi operi il passare del tempo. Da principio abbiamo creduto che di quel Paese la Russia avrebbe fatto un solo boccone. Poi è cominciata la resistenza, eroica ed efficace, e siamo stati sorpresi: ma anche in questo caso pensavamo che Kiev non avrebbe resistito a lungo. Ed avevamo ragione, considerando soltanto quel Paese. Viceversa poi sono entrati in campo i Paesi occidentali, con i loro aiuti militari, e il tempo ha invertito la direzione. Nelle condizioni attuali, il tempo che passa favorisce l’Ucraina: mentre la sua fonte di mezzi è inesauribile, la Russia rischia di pagare un prezzo sempre più alto e non è sostenuta da nessuno.
Purtroppo non è tutto. È vero che il tempo ora va contro la Russia ma l’Occidente ha un tallone d’Achille: un’opinione pubblica che è incostante, impaziente, volubile, non raramente infantile ed egoista. Se in un primo momento si è indignata, ed ha incoraggiato i suoi governanti ad attivarsi in favore del Paese aggredito, tutto può facilmente cambiare. Se la guerra si prolunga, se si rendono necessari sacrifici, se la guerra cessa di essere protagonista dei media e diviene routine, il vento potrebbe cambiare e vedremmo tornare d’attualità l’eterna domanda: “Morire per Danzica?”. “Un grado in meno di riscaldamento per l’Ucraina? Ma a me che me ne frega, dell’Ucraina?”
Ipoteticamente, queste considerazioni gettano una luce sul comportamento degli Stati Uniti. Molti si meravigliano della loro aggressività ma forse Biden e il Pentagono sanno quello fanno. Probabilmente pensano che, se si vuole ottenere un risultato, l’unica soluzione è ottenerlo prima che quell’opinione cambi. Questo spiegherebbe perché, dopo un inizio timido ed esitante, gli Stati Uniti si siano gettati a corpo morto nella guerra: con l’unico limite di non partecipare in prima persona. Inoltre, mentre prima sembravano temere la risposta russa (“Ma allora siamo in guerra!”) ora ogni giorno che passa inviano più armi, e sempre più aggressive. Già siamo all’artiglieria pesante, ai droni e agli elicotteri, oltre all’“intelligence” operante a tutti i livelli, anche spaziali. E in futuro? Si direbbe che gli Stati Uniti vogliano sconfiggere la Russia immediatamente, sul campo.
Queste sono certo speculazioni ma ci sono dati convergenti. Mosca teme seriamente di perdere la guerra e la faccia, al punto che ha largamente ridimensionato lo scopo della guerra: niente cambiamento di regime a Kiev; niente Anschluss con la Russia; nessuna Ucraina Stato satellite di Mosca. I russi hanno concentrato tutte le loro forze militari nel Donbass e nel fronte mare, nella speranza di avere, almeno lì, una vittoria che si possa chiamare tale. Uno scalpo da esibire dinanzi al mondo. Ma proprio questa situazione potrebbe rappresentare per gli Stati Uniti un’occasione assolutamente irripetibile. Se la Russia ha concentrato il meglio e il massimo del suo esercito nel sud-est ucraino, quale migliore occasione per sconfiggerlo? Chi mette tutte le uova nello stesso paniere offre, a chi vuole romperle, la migliore occasione di gettare all’aria il cesto.
Semplici speculazioni, ovviamente. Ma se, avendo gettato i dadi, ci avessimo azzeccato, se per una volta la Dea Fortuna ci avesse ascoltato, sarebbe stata una fortuna vivere questi giorni drammatici.
giannipardo1@gmail.com

IL PERCHÉ DELL’ATTIVISMO STATUNITENSEultima modifica: 2022-04-25T10:14:40+02:00da gianni.pardo
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