PERCHÉ LA RUSSIA NON È DEMOCRATICA

Perché la Russia non è democratica? Ecco una domanda cui non si può dare che una risposta opinabile. E torna in mente il consiglio di Wittgenstein secondo il quale, quando su un argomento non si può dire nulla di ragionevole, è meglio tacere. Ma se ne può parlare fra amici, senza pretese di scientificità ed essendo pronti ad ammettere gli errori.
Generalizzare è pericoloso. Spiegare lo spirito dei popoli (il loro “genio”, come si diceva una volta) è azzardato. Ad esempio autorevoli studiosi hanno detto che la Russia è condannata a governi centrali forti, e tendenzialmente tirannici, dall’estensione stessa del territorio. Vero? Chissà. Meglio limitarsi a considerare la storia con qualche leggerezza.
I francesi hanno tendenza a ribellarsi. Anche quando non c’è alcuna ragione per farlo: il “Sessantotto” infatti si sgonfiò come un soufflé mal riuscito. Del resto, anche sotto una monarchia assoluta come quella del Re Sole, i francesi hanno fruito di una libertà molto maggiore di quella dei russi oggi: il principio della libertà del singolo sembrano averlo nel Dna e sono “frondeurs” per principio.
Gli inglesi rispettano il singolo senza gridare ma, appunto, non hanno bisogno di gridare. Nel 1649 hanno decapitato Carlo I perché pretendeva di avere un’autorità assoluta, “per diritto divino”, e il potere di imporre tasse a volontà. Il boia di Cromwell gli spiegò che il popolo non era d’accordo. Da quel momento a Londra i re sono molto cortesi e molto rispettati, ma non mettono becco nell’amministrazione dello Stato. Insomma sono più coreografici che impiccioni.
Gli inglesi hanno inventato l’economia politica, i tedeschi hanno avuto filosofi come Fichte e Schelling. Dunque nel loro cervello la superficie di contatto con la realtà è ridotta. Basti dire che hanno applaudito Hegel quando ha scritto tomi illeggibili parlando di “spirito”. Ho chiesto ad un professore di filosofia di spiegarmi che cosa Hegel intendesse per spirito e dove l’avesse visto ma non ha saputo dirmelo. Eppure questo tessitore di ragnatele è stato applauditissimo.
Da bravi romantici i tedeschi tendono ad entusiasmarsi per ciò che credono bello, grandioso, nobile, ardimentoso. Per questo hanno potuto mettersi nei guai fraintendendo completamente Hitler e seguendolo fino al disastro.
E veniamo ai russi i quali sono così “flamboyant” da trasformare i tedeschi in piatti bottegai. Ma mentre i tedeschi – malgrado i loro sogni – sono dei grandi realizzatori, i russi si limitano a pretendere che la realtà confermi la loro gloria. Al Cremlino le guide hanno imparato dai turisti a riderne e mostrano “la più grande campana del mondo”. Che per essere grande è grande: ma non ha mai suonato. Prima di farlo si è fessa e buonanotte. Accanto alla campana c’è un cannone, che doveva essere il più grande cannone del mondo, ma non ha mai sparato. I russi hanno sempre visto tutto in grande ma nella realtà hanno concluso poco. Qualche decennio fa, un pilota sovietico atterrò in Giappone col suo aereo da caccia ultimo modello, e i giapponesi, prima di restituirlo, lo smontarono fino all’ultima vite, per concludere: “Buon motore, potente. Per il resto un aereo primitivo”.
Un popolo normale si sforzerebbe di vivere bene e di non fare costantemente il passo più lungo della gamba. I russi invece pensano sempre all’impero. Lo zar voleva dominare il continente; Stalin è arrivato fino all’Elba e ancora oggi l’ultimo autocrate sogna di rifare l’impero zarista. Insomma lì fra burro e cannoni preferiscono sempre i cannoni.
I russi sono appassionati di vodka e quando si tratta di pensare credono che bisogna innanzi tutto ubriacarsi. Prima di accorgersi che un sogno – il comunismo – è un progetto criminale, se lo tengono per settant’anni. Quando hanno un capo si inginocchiano e lo venerano. Salvo poi ammazzare lui, sua moglie, i suoi figli e persino il cane, a Ekaterinenburg. Sempre esagerati.
Ora hanno avuto un Putin che, per qualche tempo, è sembrato un buon governante ed hanno subito dimenticato quanto è pericoloso obbedire ciecamente al Grande Capo. Così la Duma – rendendo corresponsabile l’intera nazione – gli ha votato all’unanimità i pieni poteri e ora la Russia combatte una guerra difficile e universalmente condannata. Putin stesso rischia il fallimento. Ma alla russa: un fallimento grandioso.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com
22 marzo 2022

PERCHÉ LA RUSSIA NON È DEMOCRATICAultima modifica: 2022-03-23T10:49:49+01:00da gianni.pardo
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2 pensieri su “PERCHÉ LA RUSSIA NON È DEMOCRATICA

  1. PER RIDERE UN PO’
    Putin visita una scuola a Mosca e parla di Patriottismo e delle grandi realizzazioni del popolo russo. Poi i bambini possono porre delle domande.
    Igor alza la mano: “Io ho due domande: 1, perché la Russia ha assalito la Crimea? E 2: perché la Russia vuole occupare l’Ucraina?”
    “Buone domande”, risponde Putin. Ma in quel momento suona la campanella dell’intervallo e i bambini sciamano verso la porta dell’aula.
    Dopo l’intervallo Putin riprende la conversazione: “Avete altre domande?”
    Sasha alza la mano. “Mi chiamo Sasha e ho anch’io due domande. 1, perché la campanella dell’intervallo ha suonato con 20 minuti di anticipo? E 2, dov’è Igor?”

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