COI RUBLI PAGHEREMO PIU’ CARO IL GAS?

Dire che l’ignoranza possa essere un vantaggio è certamente azzardato. E tuttavia perché, nella favola di Andersen, il bambino è l’unico a gridare che l’imperatore è nudo? Perché non si rende conto del rischio e perché – ignorando tutto ciò che se ne era detto, e non potendo esserne influenzato – ha creduto ai suoi occhi.
Ora abbiamo un caso consimile. Putin ha proclamato che, per il suo gas, la Russia accetterà dai “Paesi ostili” soltanto pagamenti in rubli. E tutti i giornali riportano il fatto senza dire né come avverrà questo cambio, né quali saranno le conseguenze. Cose che avrei trovato naturale spiegassero. Mercoledì scorso tuttavia, sul nostro stesso giornale (“Crisi Ucraina. Putin: non accetteremo pagamenti in dollari/euro per gas”), ho letto un dato illuminante. Putin ha dato “Al governo e alla banca centrale russi una settimana di tempo per risolvere la questione (non proprio banale) dal punto di vista tecnico”. Dunque l’effetto del diktat non è immediato, e poi neanche lui, Putin, sa come realizzare l’operazione. E allora il pierino di turno si alza e dice la sua.
Il rublo non è una moneta forte e dunque non è quotato in Borsa. Si ricordi che, per una moneta, non essere quotata nelle Borse che contano significa che nessuno l’accetta in pagamento. Ovviamente essa può circolare ed essere scambiata lo stesso, ma quanto vale? Alla domanda rispondono i privati e le banche che la scambiano, ed evidentemente questo scambio avverrà secondo il potere d’acquisto del rublo rispetto alle “monete forti”.
L’Unione Sovietica imponeva ai turisti che stavano per entrare nel suo territorio di cambiare una certa quantità di moneta forte col rublo, al corso ufficiale. Del tutto assurdo. E infatti era soltanto una tassa in più. I turisti si accorgevano subito che col rublo potevano comprare ben poco ed erano assediati dai piccoli contrabbandieri che offrivano rubli in cambio di dollari: ad un corso che era una frazione del corso ufficiale. Con la moneta non si bara. Dunque economicamente, con questa tonitruante dichiarazione, Putin e la Russia non ci guadagneranno niente. E non per questo il rublo sarà quotato in borsa.
Si pone soltanto il problema di dove reperire i rubli per pagare il gas. La cosa più semplice, paradossalmente, è che la Banca Centrale russa li offra in cambio di dollari o euro (alla quotazione dei bagarini, se no gli occidentali li compreranno dai bagarini) e poi gli occidentali, con quei rubli, compreranno il gas. Una partita di giro pubblicitaria. E se il meccanismo non sarà quello qui descritto sarà uno simile, per la semplice ragione che all’economia non si comanda, neanche quando si è dei dittatori. Ad andar bene, Putin otterrà che si dica in giro che gli occidentali “sono stati costretti a pagare in rubli”, ma nella realtà, di questa complicazione, i “Paesi ostili” potranno semplicemente ridere.
Si può tuttavia fare l’ipotesi che Putin imponga agli occidentali di comprare i rubli dalla Banca Centrale russa e che questa determini un valore assurdo del rublo. Questo caso è molto più serio, ma soltanto apparentemente. Gli occidentali infatti potrebbero non comprare il gas o considerare la manovra soltanto un aumento del prezzo. Lo sappiamo, non comprare il gas sarebbe dolorosissimo e quasi impossibile per Germania e Italia, soprattutto perché nel breve termine non disponiamo né di rigassificatori né di fonti di approvvigionamento alternative. Ma è quasi impossibile anche per la Russia non vendercelo, perché ha disperatamente bisogno dei soldi che le paghiamo. E ricordiamoci che gli occidentali, in particolare gli Stati Uniti, sono stati capaci di far sopravvivere, trasportando per via aerea anche le patate e il carbone, un’intera grande città, Berlino: per quasi un anno.
È solo una questione di costi. Quanto più la Russia alzerà il prezzo del gas, quanto più spesso lo userà per tentare dei ricatti, tanto più presto l’Europa Occidentale troverà il modo di liberarsi da questa dipendenza. Non dimentichiamolo: l’Occidente è ben più forte, economicamente, e ben più sviluppato, tecnologicamente, del resto del mondo.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com
24 marzo 2022

COI RUBLI PAGHEREMO PIU’ CARO IL GAS?ultima modifica: 2022-03-24T10:41:10+01:00da gianni.pardo
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3 pensieri su “COI RUBLI PAGHEREMO PIU’ CARO IL GAS?

  1. “…mettere sullo stesso piano il rublo e il dollaro o l’euro è come far competere in formula 1 una Fiat Grande Punto.”

    ha fatto bene a specificare “in formula 1”. perché se la corsa fosse una normale e ragionevole milano-napoli io scommetterei tutti i miei averi sulla grande punto. è sempre una questione di circostanze.

  2. Caro Franco, gli economisti distinguono “i fondamentali” dal resto, in materia di finanza. Fanno parte dei fondamentali, per così, il hardware: le infrastrutture, le imprese, il know how e via dicendo. Il debito non fa parte dei fondamentali. Può provocare una tremenda crisi ma, all’uscita, il Paese è lo stesso di prima. Viceversa, un Paese che non sa produrre ricchezza, non ha un problema di debito, ma un problema di “fondamentali”.
    Le ricordo che di tutto questo si discusse appassionatamente nel 1978 quando gli Stati Uniti rinunziarono alla convertibilità del dollaro. La crisi ci fu, ma non fu grande e oggi chi se la ricorda?
    Secondo: mettere sullo stesso piano il rublo e il dollaro o l’euro è come far competere in formula 1 una Fiat Grande Punto. La prevalenza di questa monete forti non è un gentile regalo dei Paesi deboli, ma un loro interesse. Come un tempo fu interesse di tutto il mondo fidarsi della sterlina. Più grave è il fatto che gli Stati Uniti “esportano inflazione”, in quanto svalutano le riserve in dollari degli altri.
    La ringrazio dell’affetto, corrisposto, e tanto più apprezzato, in quanto spesso siamo di parere diverso. E grazie dei complimenti, forse eccessivi.
    Quanto alla facilità con la quale faccio l’ipotesi che i “grandi di questo mondo” commettano sbagli colossali ed evidenti, non sono io che considero questi uomini “sprovveduti”, è che ho letto troppi libri di storia per non avere collezionate decine di esempi di “sprovvedutezza”, se così Lei la vuole chiamare.
    Se vedo un errore, mi pare un errore chiunque l’abbia commesso. Io compreso.

  3. “Non dimentichiamolo: l’Occidente è ben più forte, economicamente, e ben più sviluppato, tecnologicamente, del resto del mondo”

    Ma dimentica il lato B: anche ben più indebitato.
    Ed è qui il punto di rottura del Suo discorso.
    Inoltre, il fatto che Putin voglia farsi pagare in rubli può anche essere seguito da cinesi, indiani e altri paesi, di fatto suffragando un deprezzamento dell’Euro per effetto del medesimo meccanismo da Lei pregevolmente descritto però in chiave antirublo. Con tutto ciò che ne consegue.
    Professore, Lei è un uomo di suprema intelligenza e cultura, nonché una brillantissima penna. Ma commette purtroppo, e glielo dico con l’amichevolezza dell’affezionamento ormai ultradecennale, sempre il medesimo errore: qualificare come sprovveduto il nemico.
    Lei crede davvero che Putin non abbia fatto i suoi (anche sbagliati) calcoli? Evidentemente dimentica che la Russia è terra di scacchisti, di gente cioè che, prima di fare una mossa, si chiede sempre l’avversario come si muoverà. Putin poi è cintura nera di judo, uno sport dove la qualità principale del judoka è sfruttare la forza altrui a proprio favore.
    Non lo faccia scemo Putin. Non ci caschi anche Lei che per cultura, età ed esperienza, ne sa ormai parecchie di cose.

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